Flash di Grant Morrison & Mark Millar Vol. 2 | Recensione
Pubblicato il 17 Febbraio 2018 alle 09:30
Si conclude la riproposta delle storie di Flash scritte dai trasgressivi Grant Morrison e Mark Millar! I due autori scozzesi narrano avventure dai toni psichedelici e visionari e fanno un sentito e affettuoso omaggio ai fumetti della Silver Age!
Con questo volume Lion conclude la pubblicazione delle storie di Flash firmate dai trasgressivi autori scozzesi Grant Morrison e Mark Millar. Furono realizzate verso la fine degli anni novanta e, al pari di quelle di Swamp Thing, furono una delle loro prime collaborazioni in ambito statunitense. Tuttavia, se con la Cosa della Palude si concessero tematiche provocatorie, nel caso di Flash la situazione è diversa. Intendiamoci, le trame da loro concepite sono immaginifiche e visionarie ma si collocano in un ambito più mainstream.
Va specificato che Morrison è da sempre un fan sfegatato di Flash, in particolare del secondo Velocista Scarlatto, l’amatissimo Barry Allen. Quando iniziò a occuparsi della testata insieme a Millar, tuttavia, Barry era morto, in seguito ai drammatici eventi di Crisis, e il suo posto era occupato da Wally West. Quest’ultimo rappresentava la contemporaneità del DCU e Morrison e Millar, consapevoli di ciò, ebbero la capacità di ideare trame moderne nell’impostazione ma nello stesso tempo legate allo spirito della Silver Age.
E’ evidente in questo tp che include i nn. 136-141 di Flash, in pratica quelli che concludono la loro accattivante gestione. Wally è ovviamente al centro della narrazione e un concetto fondamentale è la velocità. Negli episodi degli anni sessanta, Barry entrava spesso in contatto con esseri alieni e visitava strane dimensioni ed è ciò che accade ora a Wally. Due giganteschi alieni, quasi kirbyani nella concezione, giungono sulla terra e rivelano una realtà agghiacciante: il pianeta è al centro di un terribile gioco cosmico e un eroe terrestre dovrà accettare una sfida. Se rifiuterà, il mondo verrà distrutto.
Wally si offre come giocatore ma, come scoprirà a sue spese, le regole sono spaventose e implicano comunque la distruzione della terra. Riuscirà quindi il terzo Flash a salvare l’umanità? Morrison e Millar raccontano una vicenda dai toni fantascientifici e psichedelici, utilizzando personaggi come Jay Garrick, cioè il primo Flash, Max Mercury, Jesse Quick, Impulso e la JLA. Ma il vero protagonista è sempre Wally, con i suoi ricordi, le emozioni e le esperienze dell’infanzia. La soluzione arriverà proprio dall’infanzia di Flash, collegata a un amico immaginario. Con il pretesto di una storia di supereroi influenzata dai b-movies,
Morrison e Millar fanno dunque un affettuoso omaggio alla DC classica, scrivendo testi intensi, ipnotici, giocando con la nostalgia nei confronti di un’era eroica ormai scomparsa.
Vale lo stesso per la struggente sequenza finale, incentrata su Flash che viaggerà nel tempo e nelle dimensioni nel tentativo disperato di riportare l’amata Linda dalla morte, simboleggiata dal Flash Nero, alla stregua di una specie di Orfeo supereroico in cerca della sua Euridice. I testi dei due scrittori si richiamano a quelli dei romanzi visionari e paranoici alla Philip K. Dick e risultano realmente suggestivi. In pratica, questi episodi sono un perfetto esempio di fumetto made in DC, inventivo e avvincente.
Nel volume è inoltre incluso un breve estratto dal n. 250 di Secret Origins, collana antologica dedicata alle origini dei principali supereroi. Morrison rievoca, tramite le parole del giovane Wally, i mitici esordi di Barry Allen, in un’altra storia impreziosita dalla nostalgia. Il titolo, Flash dei Due Mondi, si richiama palesemente a uno dei più famosi e amati episodi della Silver Age. Morrison scrive, a suo modo, una sentita celebrazione di autori del calibro di Robert Kanigher, Julius Schwartz e Carmine Infantino, in un modo che non può lasciare indifferente nessun DC fan degno di questo nome.
Dal punto di vista dei disegni, il tp è variegato. Il primo episodio è disegnato dal compianto Paul Ryan, più conosciuto per i suoi lavori alla Marvel, che ha uno stile plastico e naturalistico. Gli altri capitoli sono illustrati da Ron Wagner, il cui tratto a volte troppo contorto non sempre rende giustizia alla bontà dello script, e da Pop Mahn che concepisce lay-out con vignette incastonate tra loro, valorizzate da un dinamismo adatto a una collana basata sul ritmo adrenalinico della narrazione. L’avventura di Secret Origins vede infine Mike Parobeck alle matite. L’artista ci dona tavole dall’allure retrò. In definitiva, il volume è da tenere d’occhio e piacerà ai fan di Flash nonché agli estimatori di Morrison e Millar.