Black Panther: l’impegno sociale dal fumetto al cinema

Pubblicato il 14 Febbraio 2018 alle 14:00

Oggi, mercoledì 14 febbraio, esce nella sale italiane l’atteso film dedicato a Black Panther. Vediamo cosa questo personaggio ha da offrire al cinema, al fumetto e alle battaglie sociali.

Quello supereroistico è da sempre un genere molto malleabile al contrario di altri più statici. Ad esempio possiamo trovare storie come Spider-Man o gli X-Men che sviluppano i loro poteri in età adoloscenziale quindi possono essere sviluppate storie con temi legati a questa fase della crescita. Oppure possiamo avere personaggi come Batman e Punisher che hanno sviluppato la loro storia partendo da un grave lutto per poi ritrovarsi in ambientazioni completamente differenti. Ed ancora possiamo spostarci su personaggi urbani come Daredevil, Luke Cage o Jessica Jones dai quali possono scaturire i temi e le ambientazioni più disparate. Ci spostiamo dal noir, allo spionistico, arrivando a toccare anche la fantascienza più pura con personaggi come i Guardiani della Galassia.

E qui arriviamo a parlare del personaggio di Black Panther, ora in sala (14 febbraio). Con un enorme ambientazione esotica e allo stesso tempo ultratecnologica, arriva a toccare temi socialmente e politicamente impegnati. Il film, diretto da Ryan Coogler e con protagonista Chadwick Boseman, narra le vicende di Re T’Challa dopo gli eventi di Captain America: Civil War, in cui suo padre ed ex Re del Wakanda ha perso la vita.

Ed è naturale che questi temi vengano fuori. Il personaggio di Black Panther, nato nel lontano 1966 nel numero #52 della serie dei Fantastic Four dalla mente di Stan Lee e Jack Kirby, è il primo supereroe Marvel di colore. La sua nascita precede di qualche mese la fondazione del movimento delle Pantere Nere e quasi per coincidenza, il personaggio riesce ad assumere da subito un ruolo socialmente impegnato.

Da subito grazie a Don McGregor e Rich Buckler diventa protagonista di una serie brillante con tema centrale la lotta razziale. La critica definisce il primo arco narrativo “La rabbia della pantera” (Panther’s Rage), come “la prima graphic novel Marvel” in quanto: «[…] È il primo fumetto creato dall’inizio alla fine, come un romanzo completo. Eseguito in due anni di pubblicazioni su Jungle Action (dal 6 al 18), Panther’s Rage è un romanzo di 200 pagine che viaggia fino al cuore della nazione africana del Wakanda, una nazione devastata da una rivoluzione contro il suo re, T’Challa, la Pantera Nera»; mentre il secondo, più breve, ha affrontato l’allora controverso tema del Ku Klux Klan.

In seguito però Black Panther perde un po’ il suo smalto, quindi Marvel Comics, forte del ritorno a casa di Jack Kirby, affida proprio a lui il personaggio. Il Re (come solitamente è conosciuto Kirby nel mondo dei comics) cancella tutto ciò che c’è stato prima e in piena libertà riscrive completamente il personaggio. Da qui ne esce un ciclo dalle ambientazioni quasi fantascientifiche.

Fra gli anni Novanta e primi Duemila, il personaggio finisce tra le mani di Christopher Priest che delinea un ciclo di storie memorabile. Aggiungendo importanti comprimari alla serie: dalle Dora Milaje (guardie del corpo di T’Challa) all’agente governativo Everett Ross che ricopre il simpatico ruolo dello sguardo incredulo del lettore. Di fatto, il film è molto influenzato dalla caratterizzazione del ciclo di Priest. Basta guardare i personaggi di Nakia (Lupita Nyong’o) ed Everett Ross stesso (Martin Freeman). Il personaggio arriva persino, per un breve periodo, a ricoprire il ruolo di Daredevil nella sua serie, ribattezzandola Black Panther: The Man Without Fear.

Fra matrimoni con gli X-Men, guerre civili, regni oscuri, invasioni segrete ed Illuminati, il personaggio giunge nel 2016 tra le mani di un altro autore afroamericano. Questa volta è il pluripremiato giornalista Ta-Nehisi Coates a prendere in mano la serie principale di Black Panther. E, grazie alle fondamenta che Hickman aveva costruito nel suo ciclo di New Avengers (nel quale T’Challa copriva un ruolo di primissimo piano), riesce a restituire al personaggio quell’impronta fortemente impegnata nel sociale e nel politico che mancava da diversi anni. L’autore restituisce quel senso di forte contemporaneità alla serie, fornendogli un sottotesto politico e sociale di primo piano.

“Black Panther” dimostra come l’Universo Marvel abbia ancora tanto da offrire al cinema.

Per iniziare a leggere le storie di Black Panther vi rimando a quest’altro speciale con le 5 letture più adatte per prepararsi al film.

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