Caravaggio – l’anima e il sangue: la perenne ricerca della tormentosa luce | Recensione in anteprima
Pubblicato il 14 Febbraio 2018 alle 15:00
In un evento speciale, il nuovo film d’arte Sky, Magnitudo Film e Nexo Digital sulla vita, le opere e i tormenti di un fascinoso artista come Caravaggio.
Dopo Raffaello – il Principe delle Arti e Firenze e gli Uffizi Sky e Magnitudo Film realizzano un nuovo film d’arte, questa volta incentrato sulla controversa, misteriosa e affascinante figura di Michelangelo Merisi, passato alla storia col nome del suo paese d’origine, Caravaggio. Tra documenti ufficiali, quadri e un alter ego dei tempi moderni (grazie alla voce narrante di Manuel Agnelli) viene raccontata la vita, le opere e i tormenti di uno degli artisti italiani più famosi al mondo, in una delle prime produzioni italiane girate in 8K.
IL MICHELANGELO MERISI
Spostandosi tra cinque città e illustrando documenti ufficiali (forniti dall’Archivio di Stato di Roma) e quaranta tra le sue più famose opere, il film cerca di ricostruire cronologicamente la vita del Merisi e, allo stesso tempo, riportarne i turbamenti psichici e il carattere irrequieto che lo ha sempre contraddistinto. Il piano narrativo, lo vediamo subito, è diverso rispetto ai classici docufilm poiché composto da due piani principali: la narrazione storico – artistica della vita e delle opere e il piano d’analisi interiore, affidato a un alter ego che funge da manichino e viene plasmato, dagli autori, seguendo il flusso di tutti quei tormenti interiori che hanno caratterizzato la vita dell’artista (rappresentati qui dalla voce narrante di Manuel Agnelli). Caravaggio dunque parla a noi sì attraverso le sue opere, ma anche in un ambito tutto moderno (e le rappresentazioni simboliche create durante i monologhi della voce di Agnelli lo dimostrano) direttamente col suo Io, fissato eternamente e irremovibilmente nella sua attività pittorica.
Al piano tutto simbolico – psicologico (sublime, penetrante, a tratti fantasticamente spaventoso) si contrappone la carrellata di opere, presentateci con inquadrature mobili, dirompenti e mai semplicemente proiettate in maniera scolasticamente fissa. La lavorazione in CGI ha riprodotto a pieno l’enfasi dell’illuminazione che i dipinti trasmettono dal vivo, travolgendo completamente lo spettatore che non ha l’impressione di trovarsi al cinema, ma direttamente dentro il quadro. Le inquadrature rapide non fanno che alimentare questa sensazione, dando un ritmo frenetico ed epico a tutto il film nonostante i vari interventi di Storici e curatrici delle opere del pittore, mai risultati fuori contesto.
Il (piccolo) picco verso il basso del film è proprio però causato dal contenuto degli interventi, o meglio dalla trattazione generale della poetica pittorica del Caravaggio: solo in alcuni frangenti la voce che presenta le opere non risulta banale e superficiale così come gli interventi, spesso molto approssimativi (ma già nella seconda metà del film, il Prof. Claudio Strinati con la sua esperienza e passione riesce ad entrare nel vivo della pittura del Caravaggio, amalgamandosi così ancora meglio col discorso psicologico portato avanti per tutto il film). Per quanto riguarda il comparto sonoro, assolutamente esemplare il lavoro di Matteo Curallo: le musiche “cavalcano” pienamente la grande personalità dell’artista amplificandola, lasciando sgomento e stupefatto il pubblico in sala.
LA PERENNE RICERCA DELLA LUCE
Tra documenti ufficiali di processi, opere esclusive (e spesso analizzate anche nelle varie fasi di produzione del Caravaggio stesso) il film avvolgente, pietrificante e totale come le opere che descrive, presenta l’anima e il sangue dell’artista irrequieto e geniale che è stato Caravaggio, il migliore del suo tempo a “dipingere bene e imitare le cose naturali” (parole con le quali lui definisce un pittore “valent’uomo”) ed alla costante ricerca di quella luce che è pace e salvezza ma che, senza l’ombra del tormento, non avrebbe luogo d’esistere.