Witch Doctor 2 & 3 | Recensione
Pubblicato il 12 Febbraio 2018 alle 15:00
Il mondo è sull’orlo dell’apocalisse, ma a salvarlo dagli spiriti parassiti c’è, come sempre, il medico dell’occulto Vincent Morrow.
Vincent Morrow è tornato! Anzi, da dicembre scorso le storie che hanno come protagonista il medico dell’occulto della serie Witch Doctor sono diventate un appuntamento fisso mensile nelle edicole e fumetterie di tutta Italia grazie a Saldapress.
Dopo un esordio ad ampio raggio, nel quale i creatori della serie Brandon Seifer e Lukas Ketner hanno fatto una panoramica sullo scenario apocalittico protagonista della storia (ovvero l’Oregon), nei numeri 2 e 3 di Witch Doctor il raggio d’azione si stringe.
Nel secondo numero della serie Morrow ed i suoi assistenti (il paramedico Eric Gast, e la paziente/aiutante Penny Dreadful) si scontreranno con gli Ittioantropi: mostri marini che in passato vivevano in simbiosi con gli Archeonti (entità mostruose superiori agli dei), che ora si limitano ad adorare mentre infettano gli uomini.
Il dottor Morrow ed i suoi assistenti si recheranno presso l’acquario di Arkham per impedire la proliferazione degli Ittioantropi.
Il terzo numero di Witch Doctor racconta invece due casi “piccoli”. Morrow all’interno della sua base operativa, ovvero l’ospedale psichiatrico Stonebridge di Arkham, dovrà “curare” due pazienti: il primo è stato infettato da un parassitoide vampiro, mentre il secondo ha un polmone mummificato, appartenente ad una divinità proveniente dall’Antico Egitto.
Il canovaccio sul quale si muove Witch Doctor mette al centro un personaggio che è un incrocio tra Sherlock Holmes ed il Dottor House, con una dose d’ ironia e genialità che richiamano anche Dirk Gently. L’idea partorita dalle menti di Brandon Seifer e Lukas Ketner, i quali hanno concepito gli spiriti non solo come entità metafisiche, ma come veri e propri parassiti, è intrigante, e paga sia a livello di realizzazione visiva che concettuale.
Il secondo numero, nel quale il dottor Morrow se la vedrà con i mostri marini Ittioantropi, ha un chiaro richiamo Lovecraftiano, al quale fanno riferimento nella postfazione anche i due creatori della serie. Gli Ittioantropi infatti richiamano “Gli Abitatori del Profondo”, gli ibridi metà anfibi e metà umani, comparsi per la prima volta nel racconto di Lovecraft del 1931 intitolato La Maschera di Innsmouth.
Si tratta di creature riprese successivamente da altri autori, anche nei fumetti. Tanto per fare qualche titolo sono protagonisti de Il Neonomicon di Alan Moore, storia che richiama in tutto e per tutto H.P. Lovecraft.
Nel terzo numero di Witch Doctor, invece, è curioso vedere due storie sviluppate interamente all’interno del laboratorio del dottor Morrow. Protagonisti, come sempre, sono le creature mostruose che hanno infettato i corrispettivi ospiti umani. Ma nel corso delle pagine vedremo approfondite anche le sfaccettature del carattere di Morrow: brillante ed ironico da un lato, rabbioso e frustrato dall’altro.
Le matite di Lukas Ketner continuano ad evidenziare un tratto grezzo, mentre i colori di Sunny Gho si caratterizzano per una cromatura prevalentemente scura, caratteristiche che in alcuni momenti depotenziano, mentre in altri esaltano la sceneggiatura di Brandon Seifer.
Il merito maggiore di Ketner è certamente quello di essere riuscito a rappresentare al meglio i mostri che il dottor Morrow incontrerà in questi due spillati, a partire dagli Ittioantropi (che lo stesso Ketner dichiara di aver voluto tratteggiare in maniera molto simile a Il Mostro della Laguna Nera).
Quindi, in chiusura, in questi due numeri di Witch Doctor i lettori si approcceranno per la prima volta a mostri e personaggi che incontreremo sicuramente in futuro nel corso della serie (gli Ittioantropi), e con due storie interlocutorie (quelle del terzo numero) che divertono ed approfondiscono meglio il personaggio di Morrow.
La serie Witch Doctor continua quindi ad incuriosire e ad essere tra i più interessanti appuntamenti mensili di Saldapress.