The Flash 4×13 – True Colors | Recensione

Pubblicato il 7 Febbraio 2018 alle 16:00

We have to decide who we are…

L’episodio della scorsa settimana di The Flash – la nostra recensione qui – si era concluso con il direttore del penitenziario di Iron Heights, Wolfe, scoprire che Barry è in realtà The Flash per poi scortarlo in una zona segreta della prigione.

Wolfe è in realtà in combutta con Amunet Black (Katee Sachoff) in un traffico illecito di meta-umani che, come visto nei primi episodi di questa quarta stagione, è direttamente collegato ai piani di DeVoe/Thinker.

L’episodio di questa settimana intitolato True Colors ha come filo conduttore l’evasione che Barry organizza da questo speciale “braccio della morte” con gli altri detenuti che sono in realtà gli altri meta-umani creati da DeVoe sul famoso bus, investito dalla Forza della Velocità ad inizio stagione dal ritorno di Barry, e che Flash ha catturato nel corso dei passati episodi.

Alcuni elementi dei passati episodi e l’improvvisa scoperta da parte di Ralph di un nuovo potere, quello di mutare forma, sembrano stati apposta introdotti per far quadrare il proverbiale cerchio di questo episodio: Cecille – che ricordiamo come effetto collaterale della gravidanza ha acquisito poteri telepatici – scopre le reali intenzioni di Wolfe mettendo così in moto il Team Flash che cercherà di far saltare lo scambio con Amunet usando le nuove abilità di Ralph che si farà passare proprio per il Direttore.

Purtroppo questo primo tentativo non va a buon fine e quando Barry ed i suoi compagni sono quasi evasi in un zona dove gli inibitori piazzati da Wolfe non hanno effetto vengono fermati dall’inaspettato intervento dello stesso Thinker che ancora una volta si dimostra un passo avanti a Flash e ad i suoi alleati.

Rispetto agli ultimi due episodi un po’ acerbi ed insicuri, True Colors risulta un episodio più equilibrato con i vari elementi che riescono ad essere funzionali al plot costruito in crescendo.

Non tutto però riesce alla perfezione ad esempio se Ralph viene utilizzato in maniera intelligente, la sua riluttanza a metà episodio sa di già visto, così come il personaggio di Amunet Black rappresenta ancora una volta una occasione sprecata nella sua caratterizzazione troppo cartoonesca e scontata ai fini della risoluzione finale.

L’episodio alla fine riesce a strappare una sufficienza, pur penalizzato da qualche scelta banale in termini di story-telling e da una regia che impiega qualche minuto di troppo per trovare un ritmo adeguato, soprattutto perché si focalizza sostanzialmente su Barry da un lato su DeVoe dall’altro.

E’ indubbio che quello che mantiene letteralmente a galla questa quarta stagione è il villain Thinker costruito in maniera estremamente certosina dagli showrunner: pur mantenendosi ai margini delle vicende per grande della durata dell’episodio si rivelerà il vero motore di tutte le vicende e soprattutto aggiungerà un altro tassello al suo criptico piano.

Il senso di minaccia costituito dalla imprevedibilità dei suoi piani dona all’episodio una tensione che, negli episodio dove non compare, la serie non riesce ad eguagliare neanche ricorrendo ad altri approcci come quello comico che ha avuto finora fortune alterne con episodi spesso mediocri.

True Colors rappresenta un piccolo, piccolissimo passo avanti per The Flash che però fatica ancora nel ritrovare quella brillantezza vista nella prima parte della stagione.

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