Ribelli Stati Liberi ed Indipendenti – Historica 63 | Recensione

Pubblicato il 8 Febbraio 2018 alle 17:00

Arriva una nuova miniserie di Rebels, la saga ambientata durante la Guerra d’Indipendenza Americana ideata dal trasgressivo autore di DMZ, Brian Wood! Non perdete questo volume illustrato dal bravissimo Andrea Mutti!

La collana Historica di Mondadori Comics propone in prevalenza materiale di area bd ma non mancano opere italiane e statunitensi, sempre situate in contesti e ambientazioni storiche. Tra esse si segnala la saga di Rebels, ideata da Brian Wood, uno dei nomi di punta dei comics d’oltreoceano, ben noto ai lettori per lavori del calibro di DMZ e Northlanders, giusto per citarne alcuni.

Rebels si compone di varie miniserie, collocate nell’ambito della Guerra d’Indipendenza americana e incentrate su singoli personaggi. Mondadori Comics ne aveva già pubblicato la prima e adesso propone un’altra, da considerare come una specie di sequel. Tuttavia, è perfettamente leggibile a sé stante e risulta comprensibile anche per coloro che non hanno avuto modo di leggere il capitolo precedente.

All’inizio Wood aveva introdotto Seth e Mercy Abbott, una coppia coraggiosa che vive nel drammatico periodo della ribellione. Seth, in particolare, si era arruolato insieme ad altri pionieri e aveva contribuito a conquistare l’indipendenza dalla corona britannica. Adesso, in Rebels: These Free and Independent States, lo scrittore si concentra su John, figlio di Seth e Mercy, narrando il suo percorso esistenziale dall’infanzia alla maturità.

John è un ragazzino strano e taciturno ma, a suo modo, un vero e proprio genio. Ha la capacità istintiva di concepire navi incredibili e, crescendo, si arruolerà, offrendo le sue doti al servizio di un’America indipendente. E’ grazie a lui se le colonie libere potranno avere le prime sei fregate di guerra che consentiranno agli Stati Uniti di contrastare in maniera efficace la pirateria del mare da parte francese e britannica.

John è un visionario, chiuso in un mondo interiore, e interagisce a malapena con le altre persone, animato da uno spirito individualista che caratterizzerà tutta la sua vita. Questo isolamento è espresso da Wood con la laconicità dei testi e dei dialoghi. John, infatti, si esprime liberamente solo nelle lettere che immagina di inviare ad Alice, una ragazza di cui si è invaghito, ed è solo tramite la scrittura privata che emerge il ritratto profondo e sincero di un uomo certamente fuori dal comune.

La miniserie è caratterizzata da un riuscito mix di azione e introspezione. La tranquillità dei resoconti di John, infatti, si contrappone al fragore delle battaglie navali che giocano un ruolo importante nella narrazione. Sullo sfondo della trama, inoltre, si staglia l’immagine di un paese, gli Stati Uniti d’America, sorto su ideali di democrazia, libertà e uguaglianza, destinato a diventare una potenza con cui fare i conti.

Tuttavia, Wood non fa un ritratto totalmente lusinghiero dell’America e non si esime dall’evidenziarne le devianze, a cominciare da quella della schiavitù (non mancano le figure dei neri che occupano ovviamente una posizione subordinata rispetto ai bianchi).

Il mondo descritto da Wood è raffigurato dal bravissimo Andrea Mutti. Il suo stile naturalistico e dettagliato è perfetto per una vicenda come questa. La sua attenzione nei confronti dei particolari è evidente nella rappresentazione delle navi, delle divise dei soldati, degli interni delle abitazioni e dei straordinari paesaggi naturali di un’America ancora incontaminata. Mutti ricorre spesso a inquadrature dal taglio cinematografico, particolarmente efficaci nelle sequenze dei combattimenti che gli danno modo di sfoggiare l’eleganza e la plasticità del suo tratto.

In definitiva, anche questa seconda miniserie di Rebels è da tenere d’occhio e piacerà agli estimatori delle vicende storiche e ai fan dei comics made in USA. Da provare.

 

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