Chosp – Demoni brutti e cattivi di Alessandro Barbucci: Recensione

Pubblicato il 21 Dicembre 2011 alle 12:33

Arriva il secondo capitolo delle avventure del piccolo Chosp, alla ricerca delle sue vere origini, stavolta, forse, di natura demoniaca…

Chosp

Autore: Alessandro Barbucci
Editore:
Bao Publishing
Provenienza:
Francia, 2010
Formato:
19×27, cartonato, 104 pag., col.
Prezzo:
€ 15,00
Anno di pubblicazione:
2011

TeeVille è l’isola delle star, dove la fanno da padrone il lusso, il glamour e la bellezza siliconata. In mezzo a questo turbinio di chirurgia estetica e apparenza perfetta, il piccolo Chosp, figlio della bellissima attrice Stella Star e del bonaccione palestrato Mike Goodnaive, proprio non riesce a trovare il suo posto.

Bruttino, con le squame, un paio di piccole corna e una coda, Chosp è determinato a scoprire le sue vere origini. Inizia così l’avventura seguendo la pista della presunta natura demoniaca del piccolo protagonista, accompagnato ancora una volta dalla fida amica Melody, dalla scapestrata agente Wendy e dalla geniale inventrice psicopatica Norma Bates!

Alessandro Barbucci torna con “Chosp – Demoni brutti e cattivi”,  secondo capitolo della sua nuova serie, proposto stavolta da Bao Publishing.

Vantando come autore il capostipite del filone del c.d. euromanga, “Chosp” è di sicuro l’opera di Barbucci più influenzata dall’estetica nipponica, a ben vedere però, più orientata verso certe manifestazioni della cultura pop del Sol Levante che non verso il panorama fumettistico in senso stretto.

Il risultato è un segno inconfondibile che dà vita a un design accattivante e di grande impatto, sintetizzando l’esperienza di matrice disneyana, che guida di fondo tutte le creazioni di Barbucci, con il gusto per certi stilemi – anche stereotipati se vogliamo – del fumetto made in Japan. Ne deriva quindi un prodotto squisitamente occidentale, ma in grado di conquistare una platea di lettori piuttosto ampia e trasversale.

I tempi di “Monster Allergy” o delle “W.I.T.C.H.” sono piuttosto lontani, e lo stile si è modificato, facendosi più libero e divertito, per un fumetto che nonostante possa apparire come una lettura infantile –elemento accentuato dalla splendida colorazione soft e retrò di Nolwenn Lebreton – è in realtà indirizzato a un pubblico non necessariamente giovanissimo, senza tuttavia arrivare a rivolgersi alla fascia più adulta cui guarda invece la serie di “Sky Doll”.

Questo secondo volume dà per scontato l’antefatto narrato nel primo episodio, pubblicato nel nostro Paese da Planeta DeAgostini, e spesso accreditato come capitolo zero della serie. Perlomeno con riferimento all’introduzione dei personaggi, la premessa contenuta nella precedente avventura, è di fatto necessaria, ma non indispensabile per godere appieno delle vicende narrate in questo albo, costellato di un’infinità di citazioni che guardano al mondo odierno, e specialmente a Hollywood e alle sue follie.

L’intera storia è poi permeata da un sottile umorismo paragonabile all’ironia demenziale del Toriyama di “Dr. Slump & Arale” (vedi in particolare lo stravagante personaggio di Norma Bates), con diversi spunti non-sense. Il background disneyano si fa comunque sentire nel gusto per le storpiature dei nomi e per la rappresentazione caricaturale e grottesca di numerose figure (l’attrice vanitosa, il regista impegnato, il chirurgo avido).

Le tavole sono strutturate per lo più in modo regolare e dinamico, con una regia sempre azzeccata, per pagine che scorrono facilmente e senza problemi.

L’edizione curata da Bao Publishing è impeccabile, per un albo cartonato a colori stampato interamente su carta lucida e arricchito da alcune pagine extra.

Con “Chosp” Barbucci propone la sua riuscitissima versione della favola del diverso e dell’effimero valore del successo e della bellezza, interpretandola con divertimento e azione, per una lettura che sa anche far riflettere tra le risate. Consigliato.

VOTO: 7,5

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