Tomino La Dannata Vol. 2 di Suehiro Maruo | Recensione in anteprima

Pubblicato il 30 Gennaio 2018 alle 10:00

Continuano le vicende dei gemelli Tomino e Katan, che in questo volume, allontanati dalla loro famiglia adottiva dei freak della compagnia del teatro misemono, devono affrontare sfide ancora più deviate

Tomino e suo fratello Katan sono nelle mani dell’impresario Won, che li divide: Tomino infatti viene inviata da Elise, la ragazza polpo, per farle compagnia, dato che la bambina è sfruttata da un culto religioso fraudolento; Katan, invece, che si è ustionato per  uno spettacolo andato male, viene inviato su un’isola dove viene sottoposto ad un terribile esperimento per farlo diventare un bambino in scatola. Finalmente, poi, viene rivelato un po’ di più del rapporto speciale che lega i due gemelli fin dalla loro nascita.

Il volume due di Tomino La Dannata non si discosta dalle tematiche cui ci ha abituati Suehiro Maruo, che, lo ricordiamo, è uno dei massimi esponenti del movimento culturale chiamato ero guro, che si dedicava all’esplorazione dei devianti, dei bizzarri e dei ridicoli e che dal dopoguerra ha influenzato vari campi della cultura giapponese.

In questo volume, tuttavia, le due caratteristiche tipiche del genere, ovvero la componente erotica e quella grottesca, sono bilanciate a netto vantaggio della seconda: le scene di sesso, infatti, sono solo accennate. Al contrario la componente grottesca, a causa delle vicende che accadono a Katan sull’isola in cui viene inviato, diventa predominante, riuscendo a stupire e creando sempre nuove situazioni al limite.

Se nel primo volume Maruo ci ha fornito una descrizione accurata della Tokyo degli Anni Trenta, inserendo riferimenti precisi alle mode del tempo, nel secondo volume si concentra soprattutto sui personaggi e le loro storie, non solo però i protagonisti, ma anche gli altri membri della compagni di Won, che vengono divisi; ma, proprio per questo motivo, la trama ne trae vantaggio e si arricchisce di nuovi elementi. Ma la linea di fondo del pensiero dell’autore non cambia: la compagnia rimane una isola formata dal gruppo dei freak, che, a dispetto dei difetti fisici, sono gli unici ad avere una relazione sana tra loro. Anche qui sembra ancora di più che Maruo tenda davvero una linea immaginaria tra i bambini e gli adulti, che non riescono a stabilire relazioni sincere tra loro, con alcune eccezioni, che sembrano rappresentate per ora dalla sola Utagawa Utako.

Il tratto di Maruo è ancora contraddistinto da linee morbide e pulite, così come colpisce la elegante costruzione delle pagine.

Nonostante il prezzo non proprio per tutti per un volume di 160 pagine, le lodi che abbiamo fatto per l’edizione italiana di Coconino Press-Fandango per il primo volume della storia meritano di essere ripetute, avendo la casa editrice mantenuto tutti i pregi dell’edizione, tra cui una carta di qualità. La copertina resta di cartoncino, ma rimane sufficientemente solida anche se deve essere trattata con una certa cura.

Anche in questo volume gli ideogrammi delle onomatopee sono rimasti non tradotti per non rovinare l’impostazione originale delle tavole, ricorrendosi a delle note a margine. Purtroppo bisogna constatare che anche in questo volume non è stato inserito nessun approfondimento utile ad inquadrare il contesto in cui si svolge la storia.

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