Marvel Omnibus Gli Incredibili X-Men 2: Recensione
Pubblicato il 19 Gennaio 2012 alle 11:26
Il secondo Marvel Omnibus dedicato agli X-Men, con le storie di Chris Claremont che hanno rivoluzionato il panorama fumettistico americano degli anni ottanta, a cominciare dalla storica saga della Fenice Nera!
Marvel Omnibus Gli Incredibili X-Men 2
Autori: Chris Claremont (testi), Dave Cockrum, John Byrne, John Romita jr., Bob McLeod, Bill Sienkiewicz (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 59,00, 18,3 x 27,7, pp. 816, col.
Data di pubblicazione: novembre 2011
Il serial Uncanny X-Men ha una rilevanza indiscussa nell’ambito del mercato fumettistico americano e per anni il comic-book dedicato ai mutanti del Professor Xavier è stato il più venduto in assoluto. Ma non è sempre stato così. Gli X-Men nacquero negli anni sessanta, grazie all’inventiva di Stan Lee e Jack Kirby; ma nei sixties la loro serie non fu un best-seller e la stessa Marvel la considerava un prodotto di secondaria importanza. In effetti, all’epoca Ciclope e compagni non erano molto popolari e i lettori erano maggiormente intrigati dalle avventure dei Fantastici Quattro o dell’Uomo Ragno.
Alla fine del decennio, la Marvel di fatto smise di produrre storie degli X-Men e sul mensile furono ristampati i vecchi episodi mentre i mutanti si limitavano di tanto in tanto ad apparire come ospiti in altri albi più fortunati. Nel 1976, però, i dirigenti Marvel si accorsero che comunque, tra tutte le ristampe, quella degli X-Men vendeva in maniera più o meno costante e decisero di concedere una seconda chance al gruppo. A scrivere nuovi episodi fu chiamato Len Wein che pensò di introdurre una diversa formazione del team. Sullo speciale Giant Size X-Men, quindi, Ciclope e il Professor X, componenti della squadra originaria, davano vita a un gruppo comprendente character sconosciuti come Tempesta, Colosso, Nightcrawler, Wolverine e altri.
In verità, la Marvel avrebbe voluto usare personaggi provenienti dai paesi esteri in cui venivano stampati i comics della Casa delle Idee, a fini di marketing. Wein non lo capì e, seguendo il suo estro, inserì una principessa africana, un timido giovanotto russo, un tedesco dall’aspetto mostruoso, un canadese e così via. Suo malgrado, la Marvel approvò il progetto che però tutti i professionisti del settore reputarono destinato al fallimento, a cominciare dallo stesso Wein che abbandonò quasi subito la serie.
Lo sostituì un giovane alle prime armi: l’inglese Chris Claremont che aveva svolto fino a quel momento qualche incarico alla Marvel non relativo alle sceneggiature (con l’eccezione di un fill-in di Incredible Hulk). Claremont, intrigato dal fatto che i personaggi erano appena abbozzati e attratto dalla libertà creativa che gli fu assicurata dalla casa editrice, costruì mese dopo mese un complesso e avvincente puzzle narrativo, con intrighi e colpi di scena mutuati dagli stilemi delle soap-opera, adattati al medium fumetto. Per giunta, delineò dal nulla le psicologie dei personaggi, a cominciare da quella di Wolverine, che divenne l’eroe più amato dai lettori, e degli altri eroi e approfondendo quelle del Professor X, di Ciclope e di Jean Grey (membro del primo team, ripescata da Chris).
La parte grafica fu inizialmente affidata a Dave Cockrum, penciler dall’impostazione classica che si ricollegava in parte al tratto del glorioso Carmine Infantino, e i due realizzarono episodi godibili apprezzati da un numero crescente di fans, al punto che Uncanny X-Men incominciò a vendere in maniera insperata. Ma il successo aumentò ulteriormente quando giunse John Byrne. Claremont e Byrne, forse inconsapevolmente, produssero episodi leggendari, passati alla storia, e che contribuirono a innovare e svecchiare i comics americani.
Il secondo Marvel Omnibus dedicato agli X-Men comprende i nn. 132/159 del mensile originale e qui avrete modo di leggere, oltre alle storie disegnate da Cockrum, anche quelle, appunto, illustrate da Byrne. In questa storica run Chris presentò i Predoni Stellari, gli Alpha Flight e il Club Infernale. E non può non essere presa in considerazione la celeberrima saga della Fenice Nera. Tale story-line ebbe un impatto seminale nel comicdom e fu la prima volta in assoluto in cui si vide il suicidio di un personaggio di primo piano (Jean Grey). La saga, ricca di pathos e tensione, grazie ai testi intensi e lirici di un Chris Claremont in stato di grazia, inaugurò ufficialmente il filone ‘morte e disperazione’ del fumetto anni ottanta. Ma c’è pure un’altra importante sequenza che avrà ripercussioni narrative negli anni successivi: quella intitolata ‘Giorni di un Futuro Passato’, in cui Claremont e Byrne descrivono un futuro apocalittico dominato dalle Sentinelle.
Inoltre, si fece largo una certa ambiguità morale che rompeva clamorosamente con le ingenuità degli anni sessanta. Tramite Claremont, la distinzione manichea tra buoni e cattivi, bene e male, diviene labile, come nel caso lampante di Wolverine o di Jean Grey. E tale tendenza diverrà dominante negli anni ottanta e Claremont, alla pari di Frank Miller con Daredevil e di Alan Moore con Watchmen, sarà uno degli iniziatori ufficiali di questa attitudine revisionista che modificherà radicalmente il concetto del supereroe.
Insomma, queste storie sono validissime sia dal punto di vista dei testi che da quelle dei disegni nonché imprescindibili per qualsiasi estimatore dei comic-book degno di questo nome. Il volume comprende pure gli annual 4/6 della serie. Tutti e tre sono ovviamente scritti dall’onnipresente Chris. A illustrare i primi due sono i bravi John Romita jr., agli inizi di una promettente carriera, e Bob McLeod. Ma è da segnalare il sesto annual, disegnato dal grande Bill Sienkiewicz, altro innovatore del fumetto statunitense. È lui che illustra da par suo un inquietante scontro tra gli X-Men e il signore dei vampiri Dracula. Il tratto del penciler è ancora legato ai canoni adamsiani ma in alcune tavole si intuisce la maturazione che lo porterà allo stile impressionista che sfoggerà in New Mutants. Per concludere, posso affermare con sicurezza che il secondo Marvel Omnibus degli X-Men è di qualità sopraffina e merita l’acquisto.