Supergirl 3×10 – Legion of Super-Heroes | Recensione

Pubblicato il 16 Gennaio 2018 alle 17:00

It’s who we are…

Il primo show targato DC Comics/The CW a riprendere la sua corsa è Supergirl, quello che forse si era stoppato agli inizi di dicembre nel modo migliore fra tutte le serie dell’Arrowverse, grazie ad un solidissimo nono episodio – la nostra recensione qui – che aveva non solo completato il percorso di trasformazione di Sam nella villain Reign ma che era terminato anche con un drammatico cliffhanger che aveva visto la nostra eroina soccombere miseramente sotto i colpi della suddetta villain.

In questo decimo episodio intitolato enfaticamente Legion of Super-Heroes, Supergirl è ancora in coma a causa della battaglia mentre Reign invece inizia la sua “missione” sulla Terra: liberarla dal peccato in una lotta al crimine senza quartiere.

Su questi due binari narrativi si muove un episodio che, a dispetto del titolo, riduce allo stretto indispensabile l’azione e si concentra invece sul legittimare i personaggi coinvolti e nello specifico Reign e soprattutto la Legione.

Nel tentativo di risvegliare Kara dal coma, Brainiac-5 – un dinoccolato e plasticoso Jesse Rath – decide di farle visita nel suo subconscio e grazie a tecnologia proveniente dal futuro da dove arriva la Legione riesce a comunicare con lei e a spiegarle quello che le è accaduto. Il legionario le conferma che solo lei ha il potere di risvegliarsi purché ne sia convinta.

Il DEO intanto deve cercare di arginare alla bene e meglio Reign che sta instaurando un clima di terrore a National City. In questo scenario Mon-El e Imra sembrano restii ad intervenire questo per non mettere a repentaglio la missione per cui erano in prima istanza ritornati indietro nel tempo.

Gli sceneggiatori preferiscono puntare sulla sostanza anziché sulla spettacolarità ed ecco recuperano le istanze e le origini pseudo-religiose di Reign in un background che seppur ancora appena abbozzato potrebbe essere interessante ed avere anche una certa risonanza sociale.

Discorso simile si può fare per la Legione che con il suo secondo outing televisivo – ricordate Smallville tanto tempo fa? – risulta essere un ottimo “personaggio” spalla per questo episodio, è interessante notare come innanzitutto la presenza della Legione venga spiega in maniera sorprendentemente convincente e poi come l’idea di scendere finalmente in campo contro Reign sia ben ponderata dal leader Mon-El che teme, intromettendosi negli avvenimenti del presente, di far collassare il mai troppo fragile continuum tempo-spazio. Imra d’altronde funge da anima più “entusiasta” della Legione spronando lo stesso Mon-El ad intervenire con un paio di ottime battute.

L’episodio non è certo privo di difetti i membri della Legione sono ancora acerbi, e meritano senz’altro maggior approfondimento e spazio, così come la risoluzione è abbastanza scontata seguendo un canovaccio troppo abusato dalle serie dell’Arrowverse che sembrano sempre temere la lontananza dell’eroe dallo schermo per troppo tempo. Sicuramente interessante la rivelazione finale riguardante Reign che aggiungerà eventuali nuovi attori al conflitto che sta lentamente maturando fra Supergirl e Reign stessa.

La regia è discreta ma senza particolari sussulti né soluzioni degne di nota; non è impeccabile neanche il tentativo più volte andato a vuoto di comic relief oltre all’evidente ispirazione marvelliana – a metà strada fra i primi X-Men ed i più recenti Guardiani della Galassia cinematografici – che abbatte un po’ l’hype per uno dei gruppi più epici dell’intera mitologia della DC Comics.

Un episodio solido ma non così spettacolare come titolo, trailer e immagini diffuse nelle scorse settimane ci avevano fatto credere. Ma forse è meglio così avendo trovato un filone narrativo fertile ed equilibrato forse non è il caso di sparare tutte le cartucce subito anche perché mancano ancora ben 13 episodi alla fine della stagione!

Lunga vita alla Legione!

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