Newton Comics: intervista a Lucio Perrimezzi e Massimiliano Veltri (Marathon)

Pubblicato il 16 Gennaio 2018 alle 11:00

I due autori calabresi hanno realizzato il primo volume a fumetti della neonata Newton Comics, cimentandosi con il racconto di una della battaglie più importanti della Storia.

Marathon (da noi recensito qui) è il primo fumetto lanciato dalla Newton Comics, etichetta dedicata al fumetto della più nota Newton Compton. Il volume tratta della celebre battaglia di Maratona, svoltasi nel 490 a.C. tra Persiani e Ateniesi. La storia intreccia le vicende relative alla battaglia di Maratona con quelle di Eucle, Tersippo e Filippide, tre amici i cui destini s’incroceranno durante la battaglia.

Il fumetto è un adattamento del romanzo omonimo di Andrea Frediani. A realizzarlo sono stati i calabresi Lucio Perrimezzi (sceneggiatore tra gli altri per Tunuè) e Massimiliano Veltri (già disegnatore per Marvel, Gazzetta dello Sport e Titan Comics).

Abbiamo incontrato i due autori nel corso di una presentazione di Marathon svoltasi a Reggio Calabria, all’interno della Fumetteria Voyager e NessunDove.

Ciao, e benvenuti su MangaForever. Partiamo con Lucio: come ti sei trovato a sceneggiare un fumetto tratto da un romanzo? Quali sono state le principali difficoltà che hai incontrato?

Lucio: Ciao! Devo dire che non è facile adattare qualcosa di  non tuo, soprattutto se si tratta di un romanzo. In qualche modo ho cercato di mantenere lo spirito del romanzo, e poi siccome c’erano un numero di pagine limitato da adattare ho fatto un lavoro di taglia e cuci selezionando cosa tenere e cosa scartare. Mi sono consultato con Frediani per fare una scaletta, e devo dire che è stato molto aperto anche ad accogliere alcuni cambiamenti.

Massimiliano, nel realizzare Marathon, hai usato uno stile che mischia alcune caratteristiche del disegno franco-belga con la dinamicità del fumetto supereroistico. Pensi che questa commistione di stili in un unico fumetto abbia rappresentato una sorta di maturazione del tuo modo di disegnare?

Massimiliano: Con Marathon ho sperimentato un po’, e devo dire che il dinamismo era una delle richieste che mi è stata fatta per l’adattamento a fumetti del romanzo. Inoltre per questo lavoro ho provato a cambiare un po’ il segno: di solito uso molti toni scuri ma non volevo creare una massa nera, perciò ho dato dinamicità e spazio ad un segno non prevalentemente nero.

Conoscevate un po’ le vicende storiche del fumetto? Avete dovuto fare un lavoro di documentazione prima di scrivere e disegnare?

Lucio: Sono un appassionato di storia, soprattutto medievale, perciò conoscevo queste vicende. Il romanzo di Frediani era già esauriente e molto dettagliato, però lo stesso autore ci ha dato ulteriori reference da consultare.

Massimiliano: Avendo frequentato il liceo classico questo mondo un po’ lo conoscevo, ma nonostante ciò ho fatto delle ricerche. Bisogna stare molto attenti a rappresentare certe cose quando si parla di adattamenti storici: ad esempio nella prima pagina del fumetto avevo disegnato su una nave un simbolo inesatto che si è dovuto cambiare. Può essere stimolante lavorare con attenzione e scrupolosità su un adattamento storico, l’importante è che quest’attenzione non diventi una gabbia.

Massimiliano avevi già lavorato ad una commistione tra storico ed eroistico sulle copertine di Assassin’s Creed. Ti stai specializzando in questo genere oppure è stato tutto casuale?

Massimiliano: È stato casuale lavorare prima su Assassin’s Creed e poi su Marathon, anche se non mi dispiace incrociare Storia con dinamismo, tanto che su Marathon ho ritoccato l’aspetto estetico dei Persiani cercando di renderli più minacciosi.

Massimiliano Veltri, Andrea Frediani e Lucio Perrimezzi insieme allo scorso Lucca Comics & Games per sponsorizzare Marathon

Lucio, le grandi battaglie dell’antichità sono un po’ gli antenati degli scontri supereroistici di oggi. Hai cercato d’inserire qualcosa del fumetto supereroistico in questo adattamento?

Lucio: Il mio background è il fumetto americano e quello dei supereroi in particolare, quindi è inevitabile che in Marathon ci sia qualche elemento narrativo che si rifà alla tradizione supereroistica. Poi l’epica è stata ereditata dai supereroi, ed anche Massimiliano nel disegnare questa storia ha messo un certo dinamismo che richiama certi personaggi e sequenze di quella tradizione.

Siete entrambi calabresi, pensate che la Calabria stia crescendo a livello fumettistico rispetto al passato?

Lucio: Noto un certo fermento. Quando nel 2007 ho presentato il mio primo fumetto con Tunué era difficile organizzare degli incontri, invece ora l’attenzione è alta, anche a livello commerciale. Poi a livello artistico il numero di autori calabresi è aumentato, c’è il Museo del Fumetto di Cosenza che è una realtà importante, e ci sono delle piccole realtà locali che stanno crescendo molto. Ma non dobbiamo accontentarci.

Quella su Marathon è stata la vostra prima collaborazione?

Lucio: Avevamo già lavorato insieme per una piccola etichetta indipendente che trattava il genere horror. Con Massimiliano mi trovo molto bene a lavorare perché siamo amici, lui è un disegnatore che tende a reinterpretare la sceneggiatura ed è attento ai dettagli.

Massimiliano: In questa collaborazione siamo stati molto aiutati dal nostro editore che ci ha dato massima libertà e possibilità di creare qualcosa insieme. Lucio si è dimostrato molto aperto verso le mie interpretazioni della sceneggiatura.

Quali sono i progetti ai quali state lavorando?

Massimiliano: Sto disegnando un fumetto americano indipendente, collaboro con lo stilista Marco De Vincenzo, e continuo a lavorare con Zenescope.

Lucio: Sto lavorando con Noise Press ad una miniserie di due numeri disegnata da Francesca Follini che si chiama Ophidian.

Ultima domanda. Massimiliano, tu stai coltivando da diversi anni un rapporto continuativo con case editrici americane e inglesi: quali sono le qualità principali da possedere per instaurare rapporti di collaborazione continuativa di questo genere?

Massimiliano: Bisogna essere sempre presenti, mostrare i nuovi artbook agli editori mantenendoci i rapporti, e poi essere onesti riguardo alle scadenze: ad esempio, se si ha bisogno di qualche giorno in più per finire un lavoro se lo si dice prima non si crea alcun problema.

Lucio, Per gli sceneggiatori italiani invece è difficile rapportarsi con editori stranieri.

Lucio: L’ostacolo della lingua è fondamentale per sceneggiare. Il testo e lo slang sono dei passaggi che un madrelingua conosce bene, perciò ci vogliono conoscenze e capacità tecniche importanti.

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