Tormenti di Furio Scarpelli: Recensione
Pubblicato il 18 Dicembre 2011 alle 10:25
L’opera postuma di Furio Scarpelli in cui il grande sceneggiatore recupera la sua passione per il disegno per firmare una graphic novel che racconta uno spaccato di ordinarie passioni all’ombra del fascismo.
Autore: Furio Scarpelli
Editore: Rizzoli Lizard
Provenienza: Italia, 2011
Formato: 17,5×24, brossurato con bandelle,128 pag., col.
Prezzo: € 17,00
Anno di pubblicazione: 2011
Sullo sfondo della Roma del famigerato Ventennio, vengono messi in scena i tormenti e le passioni che legano la giovane e ingenua Lolli al fascinoso avvocato Rinaldo e al rassicurante pugile Mario, tra sentimenti che diventando ossessione, sfociano in passione politica sulla linea del fronte.
Rizzoli Lizard pubblica “Tormenti – romanzo illustrato”, opera postuma di Furio Scarpelli, grande firma del cinema italiano del dopoguerra (I soliti ignoti, La grande guerra, Il postino, e più recentemente Opopomoz), che con questo titolo era tornato alla sua originaria passione per il disegno, nel suo ruolo di disegnatore satirico.
L’opera di Scarpelli è la vera incarnazione del concetto di graphic novel, un romanzo grafico, che trova peraltro sua naturale controparte nel linguaggio cinematografico, non solo nella sua evidente paternità e nella realizzazione dell’omonimo film disegnato, presentato lo scorso novembre al Festival Internazionale del Film di Roma, ma anche nel lavoro di vero e proprio montaggio del materiale ad opera degli eredi dell’autore.
Il risultato è un accostamento di testo e immagini che a tratti sembra ricordare un esperimento di memoria futurista, e che dà vita a un’opera ibrida e di grande acume, umano e artistico. A volte, tuttavia, si sconta un po’ la giustapposizione delle illustrazioni ai paragrafi, con l’effetto occasionale di non avere ben chiaro l’ordine di lettura.
Lo stile di disegno è consapevole e personale, a testimonianza di come Scarpelli non abbia mai rinnegato le sue origini di disegnatore, e presenta un’evidente matrice che lo riconduce alla tradizione vignettistica piuttosto che a quella del fumetto seriale, senza che tuttavia questo vada ad impoverire l’espressività della storia, nelle sue parti narrate come in quelle disegnate. Più volte, inoltre, le sfumatura caricaturali e satiriche si affacciano, arricchendo il tutto.
Le cifre costitutive del modo di raccontare che hanno reso grande il nome di Scarpelli, insieme a quello di Agenore Incrocci, si ritrovano intatte in quest’opera a lungo meditata, che presenta molti dei temi cari al neorealismo cui il lavoro cinematografico di Age & Scarpelli ha contribuito in modo significativo.
Ecco quindi una storia di periferia, con protagonisti comuni, che nasce come un’ordinaria relazione sentimentale e che finisce poi per varcare i confini nazionali ed unirsi alla trama delle grandi vicende internazionali, in una struttura circolare che mette a nudo nel suo sviluppo le contraddizioni dell’animo umano e dell’ideologia politica, riconciliate in un finale che ha tutto il sapore di una vera e propria beffa del destino.
Semplicemente impeccabile la parte più propriamente riconducibile al romanzo, coerente in tutte le sue parti e mai scontata, in grado di calare perfettamente nelle atmosfere del contesto storico, e che coinvolge il lettore in un dialogo continuo con la voce narrante, che ne anticipa le domande, conducendolo tra le pieghe della narrazione. Indimenticabili i protagonisti, in special modo Rinaldo, intrappolato nella sua ossessione e tormentato da un sentimento che lo consuma giorno dopo giorno.
L’edizione proposta da Rizzoli Lizard è ben realizzata. Il volume è arricchito in appendice da una raccolta di bozzetti e di svariati schizzi che non hanno trovato posto nel riordino definitivo del materiale. In apertura si trova l’introduzione di Paolo Eleuteri Serpieri e in chiusura una postfazione di Carlo Felice Casula. Il rapporto qualità-prezzo è quindi accettabile.
Concludendo, “Tormenti” si presenta come l’opera di Scarpelli che non ci si aspetta, ma nella quale si riconosce facilmente il suo autore. Una lettura che necessita del giusto respiro, da affrontare proprio come un romanzo, valorizzato ed enfatizzato nella sua parte grafica. Un titolo d’autore e di nicchia, senz’altro, ma che può di diritto richiamarsi al patrimonio artistico nazionale che Scarpelli, nel cinema, ha contribuito a regalare agli italiani.