Una maglia per l’Algeria | Recensione

Pubblicato il 6 Gennaio 2018 alle 17:15

ReNoir porta in Italia un album della collezione Aire Libre di Dupuis, in cui Kris e Bertrand Galic, con i disegni di Javi Rey, ci fanno conoscere la storia di uomini coraggiosi pronti a sacrificare il successo per i loro ideali

Siamo nel 1945 a Sétif, in Algeria, dove dei bambini stanno giocando in strada: tra questi ci sono Amar, Rachid e Hamid, tre ragazzi algerini, che all’improvviso si trovano coinvolti all’interno di una manifestazione spontanea per la indipendenza dell’Algeria dalla Francia. Tredici anni dopo ci spostiamo nella Francia metropolitana, allo stadio Geoffroy-Guichard di Saint-Étienne, dove il giovane Rachid, ora cresciuto, è diventato un giocatore professionista per la squadra di casa. A causa di un incidente di gioco, Rachid finisce in ospedale, dove viene a trovarlo il suo vecchio amico Hamid, per metterlo a parte di una iniziativa, rischiosa, che potrebbe giocare un ruolo decisivo per l’indipendenza del loro Paese.

Il volume racconta in un modo un po’ romanzato, ma comunque molto fedele alla storia reale, l’avventura di alcuni calciatori algerini che per formare una squadra nazionale algerina del Fronte di Liberazione Nazionale lasciano clandestinamente la Francia nella notte fra il 13 e il 14 aprile del 1958: l’obiettivo è quello di fare una tournee per mostrare al mondo che esiste un movimento forte e deciso che vuole che  l’Algeria diventi finalmente indipendente dopo che è stata parte integrante della Francia per più di 110 anni.

L’albo, Prix de la BD RTL dell’aprile 2016 per “Una storia vera e assolutamente incredibile!” (Monique Younès), affronta i preparativi per la fuga, le diverse partite giocate nelle diverse parti del mondo fino alla conquista dell’obiettivo tanto cercato e desiderato da questi calciatori, ma anche dal popolo algerino.

All’interno delle vicende storiche, base del volume, i due autori, appassionati di calcio, inseriscono però anche le vicende personali dei calciatori e le tensioni che si creano tra loro, portatori di diversi obiettivi e aspirazioni, e tra loro e coloro che stanno loro vicino come mogli e figli. Nonostante si tratti di un evento storico, il fatto che si tratti di eventi calcistici consente un ritmo abbastanza leggero con la possiibilità di alternare la fredda cronistoira degli eventi con scene di calcio giocato. La lettura quindi è molto scorrevole e non impone una attenzione continua del lettore per comprendere il susseguirsi degli eventi.

Dal punto di vista artistico, il disegno è caratterizzato da un tratto pulito, con colori tenui, piuttosto freddi e opachi. L’unica pecca l’ho trovata durante le partite, in cui le scene di azione mancano di dinamismo e i movimenti rimangono un po’ bloccati.

L’edizione italiana ReNoir merita particolari apprezzamenti in quanto, a differenza di quello che avviene spesso nelle versioni italiane di fumetti francesi, sono stati mantenuti i contenuti extra dell’originale Un maillot pour l’Algérie, utili per comprendere il contesto storico e culturale del tempo, sopratutto per il lettore italiano, che molto probabilmente ignora le vicende che hanno portato all’indipendenza dell’Algeria. Abbiamo quindi il dossier: Il calcio, fermento dell’Algeria indipendente, in cui viene approfondito il contesto storico, ed il Dossier e intervista a Rachid Mekhloufi a cura di Gilles Rof, in cui uno dei protagonisti dei fatti racconta in prima persona cosa successe allora. Gli extra sono molto ricchi ed interessanti e costituiscono una integrazione ideale al fumetto.

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