Plinivs 1 | Recensione
Pubblicato il 22 Dicembre 2017 alle 10:00
La premiata autrice del seinen Thermae Romae ci riporta ancora una volta indietro nel tempo, ai tempi dell’Antica Roma, ma questa volta senza velleità comiche
La storia parte dalla fine, ovvero dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., la data in cui Plinio morì in quanto colpito dai lapilli del vulcano mentre si trovava nella cittadina di Stabia. Successivamente comincia il flashback che ci porta alla scoperta della vita del personaggio, iniziando dall’incontro tra Plinio ed il suo segretario Eumes, che sarà la “voce narrante” di questa storia.
Ancora una volta Mari Yamazaki affronta un periodo che ha già approfondito bene, descrivendo un personaggio molto affascinante già per i suoi contemporanei, Plinio il Vecchio, passato alla storia sopratutto per una sua opera, la Naturalis Historia, un’opera di carattere encicopedico che raccoglieva lo scibile della sua epoca.
Già nei primi tratteggi del personaggio gli autori (la Yamazaki e Miki Tori, infatti, si sono occupati entrambi sia della storia che del disegno) ne fanno una persona fuori dal comune, con un atteggiamento curioso ma anche sprezzante nei confronti della vita, che spesso viene frainteso o mal capito da chi gli sta intorno e non ha la sua stessa voglia di sapere. A fargli da spalla in tutto questo Eumes, un giovane abitante della Magna Grecia, che a seguito di sfortunati eventi trova in Plinio un uomo da ammirare ed aiutare nelle sue ricerche del sapere.
Sapere che è quello dell’epoca romana, assai lontano dal metodo scientifico odierno, ma non per questo meno interessante; anzi, la capacità degli autori di descrivere un metodo di pensiero così lontano dal nostro è oltremodo affasciante e ci spiega in un certo senso perchè in tutta la storia dell’Impero non vi siano mai stati grandi matematici.
La figura di Plinio, infatti, viene perfettamente calata nel contesto del suo tempo e non mancano occasioni per addentrarci negli usi e costumi della società romana già nel primo capitolo; non mancano poi i personaggi più conosciuti dell’epoca, come Nerone, Poppea e i rapporti tra loro e Plinio sono solo l’occasione per raccontarci la psicologia degli stessi e la tipologia di rapporti sociali che le persone dell’epoca intrattenevano.
Come ben si può comprendere un manga di questo tipo non ha fretta, ma va gustato piano piano nei suoi minimi particolari; solo così si può capire la piscologia di un uomo e il suo vivere all’interno di una società complessa e stratificata come era quella dell’Antica Roma.
I disegni, frutto, come detto, dell’opera di entrambi gli autori, si dimostrano puliti con una totale mancanza di linee cinetiche, forse alcune volte meno elaborati di quelli di Thermae Romae, ma comunque apprezzabili dato lo scopo dell’opera. Gli ambienti sono comunque ricchi e particolareggiati.
L’edizione Flashbook è di pregio, con un volume con sovracopertina ed alcune pagine a colori. Si è scelto di mantenere i termini latini, con a margine la traduzione italiana, senza un adattamento diretto. Scelta condivisibile, anche perchè l’assonanza dei nomi rende non necessaria la consultazione delle note (almeno nella maggior parte dei casi). Intervallate al manga troverete delle brevi interviste tra Mari Yamazaki e Miki Tori, che partono dal manga ma in realtà affrontano l’esperienza dell’autrice in Italia da quando era studentessa in poi ed i raporti che ha intrattenuto con gli italiani. L’intervista è spesso molto interessante perchè offre una panoramica sul nostro Paese e sugli italiani da parte di una persona che era arrivata in Italia da giovane studentessa e da sola in un Paese così diverso culturalmente.