La notte dell’Imperatore | Recensione

Pubblicato il 16 Dicembre 2017 alle 10:00

Patrice Ordas e Xavier Delaporte trattano la figura del più famoso corso della storia, qui impegnato nella campagna di Russia

Siamo nel 1812 a Mosca e Napoleone deve affrontare le conseguenze della sua instabile conquista della Russia. La storia inizia la notte del 15 settembre (ma forse in realtà era il 16) quando Napoleone venne svegliato al Cremlino per informarlo di un grande incendio scoppiato in città e appiccato su ordine del governatore russo di Mosca. Poichè non si riesce a spegnerlo lo stesso Napoleone deve abbandonare il Cremlino: nel frattempo la disciplina tra le truppe francesi viene definitivamente meno e non si contano saccheggi e violenze verso i russi, cui Napoleone non può fare altro che assistere senza poter intervenire. Come se i problemi non fossero mai abbastanza, anche il sosia dell’imperatore, che teme che un attentato alla sua persona possa essere stato orchestrato dai nemici interni,  viene ferito e rapito… ora qualcuno dovrà salvarlo.

Dopo il volume dedicato a Verdun, storico ricordo del patriottismo francese, il secondo volume de Le grandi battaglie della storia ci porta indietro nel tempo, ma ha sempre ad oggetto un episodio della storia di Francia, anche se qui si tratta di una catasfrofe annnunciata, quella della campagna di Russia della Grande Armée.

Alla scrittura questa volta troviamo Patrice Ordas, specialista del romanzo storico, vincitore del Prix Beauchamp per il suo primo libro, Les griffes de l’Hermine. Successivamente alla collabozione con Cothias per Monsieur Nemo et l’éternité, Ordas si è specializzato nell’adattare a fumetti diversi romanzi dell’autore , tra cui Ambulanza 13, pubblicato in Italia da Mondadori Comics nella collana Historica. E l’autore dimostra la sua attidudine a narrare la storia senza annoiare, con un buon ritmo narrativo. La ricostruzione storica è pressochè perfetta, non solo riguardo ad abiti e eserciti, ma anche riguardo alle espressioni militari, tra cui parole in codice, modi di dire e gesti in uso tra i soldati.

Tuttavia la trama tende alcune volte a slegarsi per raccontare alcuni episodi che sembrano indipendenti l’uno dall’altro e risulta poco omogenea.

Suggestivi anche i disegni di Xavier Delaporte, che dimostra molta abilità nella rappresentazione degli splendidi paesaggi e delle grandi scene di battaglia grazie anche al suo tratto realista. Tuttavia una nota negativa si trova nella possibilità di distinguere agevolmente i diversi volti, ma questo è un difetto che risulta per lo più legato ad una colorazione ricca di sfumature, ma che confonde la tavola invece di renderne più agevole la comprensione.

L’edizione Cosmo presenta un volume a colori che raccoglie i primi due tomi francesi (la serie è infatti ancora in corso) in formato bonellide. Il problema dell’edizione è proprio la dimensione delle pagine. Poichè già in orginale si è scelta una colorazione piuttosto buia (soprattutto nella prima parte) e sfumata che alcune volte, come detto, rende difficoltoso riconoscere i volti, l’edizione italiana aggrava il problema, anche a causa della carta scelta, non della stessa qualità di quella, patinata, usata in Francia nelle edizioni cartonate. Forse in questo caso (e non lo dico spesso) si sarebbe potuto davvero optare per una edizione in bianco e nero del volume.

 

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