Daredevil Collection 16 – Ground Zero | Recensione

Pubblicato il 15 Dicembre 2017 alle 10:00

Siete pronti per un’altra sequenza di storie scioccanti di Devil scritte da Ann Nocenti? Non perdete allora questo volume impreziosito dalle matite di Rick Leonardi, John Romita jr., Keith Giffen e il classico Steve Ditko!

Come avevo chiarito in una precedente recensione, le storie che Ann Nocenti scrisse per Daredevil sono tra le più discusse e controverse di sempre. La sua lunghissima run, infatti, suscitò discussioni e divise il pubblico. Alcuni la reputarono una delle migliori in assoluto della serie, altri la stroncarono con motivazioni di tipo politico. La Nocenti, del resto, non nascose mai le sue idee femministe, in un’ottica di estrema sinistra, con un atteggiamento massimalista che non piacque a tutti. Però è innegabile che, grazie ad Ann, Daredevil divenne un comic-book imprevedibile, nonché uno dei pochi che poteva essere messo sullo stesso piano di quelli della Vertigo.

Se all’inizio Ann scrisse episodi quasi sempre auto-conclusivi, cercando di prendere le misure del personaggio e del suo universo narrativo, in seguito incominciò a impostare una story-line complessa e articolata, come avrete modo di vedere in questo volume che include le storie tratte dai nn. 246/253 della testata originale. Rappresentano un momento di passaggio. I primi sono illustrati da penciler differenti ma, a partire dal n. 250, arriva in pianta stabile John Romita Jr., coadiuvato dal leggendario Al Williamson alle chine, ed è qui che Ann si scatena.

Se il n. 246 è scritto da Jim Owsley e disegnato da un Tom Morgan senza infamia e senza lode che si riducono a narrare a uno scontro convenzionale tra il Diavolo Rosso e il mercenario Chance, gli episodi che partono dal n. 247 sono migliori. La Nocenti concepisce una vicenda da incubo ambientata nelle fogne di New York, con tanto di coccodrilli famelici e uno psicopatico chiamato Agente Crock, illustrata da un Keith Giffen in stato di grazia che si è già avvicinato in maniera personale allo stile del grande José Munoz.

I nn. 248/249 anticipano la vera e propria run della Nocenti. L’autrice affronta il tema dell’inquinamento e della corruzione delle multinazionali e lo fa introducendo l’aggressivo Bushwacker, destinato ad apparire in maniera costante. Le strade di Devil incroceranno anche quelle di Wolverine e la Nocenti delinea una trama avvincente, mixando abilmente supereroismo e introspezione, con testi e dialoghi molto profondi. I due episodi sono illustrati dall’ottimo Rick Leonardi che con il suo tratto sgraziato e contorto è adatto alla crudezza della vicenda.

E nel n. 250 arrivano finalmente John Romita Jr. e Al Williamson ed è qui che la gestione nocentiana parte ufficialmente. Oltre che sul tema dell’inquinamento, Ann riflette sul pericolo di una guerra nucleare, descrivendo un’America da incubo, tormentata dalla sporcizia, il crimine, il degrado e le tensioni sociali. I criminali che Devil affronta sono il risultato di una società opprimente che permette al potere di prosperare e di non rispettare le regole, simboleggiato innanzitutto da Kingpin che da questo momento apparirà quasi sempre in Daredevil, mente perversa che dall’alto del suo irraggiungibile grattacielo controlla New York. E’ lui il responsabile di ogni devianza che Devil sarà costretto a fronteggiare.

Effetti di tale devianza sono personaggi come Bullet, sicario al soldo di Kingpin, tormentato dai problemi psicologici del figlio, un ragazzino complessato che ha un’ossessione patologica nei confronti della bomba atomica; o come l’inquietante Ammo, leader spietato di una gang dedita a omicidi efferati; o come i ributtanti Selvaggi, teppisti di strada che sembrano usciti da un articolo di cronaca. La Nocenti, infatti, crea delinquenti credibili, simili a quelli di cui si parla nei telegiornali, lontani anni luce dai pacchiani avversari del Diavolo Rosso negli anni sessanta.

E’ un’operazione che era già stata fatta da Frank Miller ma la Nocenti si rivela più estrema di lui e Daredevil si trasforma in una serie che fa dell’autenticità il proprio marchio di fabbrica. Proprio per questo motivo il suo Matt Murdock non è più un avvocato che riceve i clienti in uno studio legale lussuoso (dopo Born Again non può più esercitare nei tribunali) ma presta assistenza gratuita in un centro sociale gestito da Karen Page e frequentato da tossici, barboni, disperati e in generale un’umanità allo sbando vittima delle spietate politiche liberiste statunitensi.

Tra essi appaiono i Ciccioni, ragazzini che spesso daranno una mano come meglio possono al Diavolo Rosso. Questo universo oscuro e sporco è rappresentato da un John Romita Jr. che, grazie alle chine di Williamson, realizza uno dei suoi lavori migliori. Il suo Devil, con il costume rosso fuoco, contrasta piacevolmente con gli sfondi urbani di una New York che sembra fatta di fango, sporcizia e fumi tossici. Da tenere d’occhio, inoltre, i primi piani di impostazione cinematografica e le sequenze d’azione valorizzate da impeccabile dinamismo.

Il volume include pure un episodio inedito, quello del n. 264, sempre scritto dalla Nocenti e disegnato dal leggendario penciler dell’Uomo Ragno e del Dr. Strange: Steve Ditko, colui che, al pari di Stan Lee e Jack Kirby, creò le basi del Marvel Universe. Ann ripesca un vecchio nemico di Devil, il Gufo, uno dei pochi cattivi dell’era classica ancora oggi utilizzato nella collana. Lo inserisce, però, in un contesto realistico, poco edulcorato e non certo solare. Devil deve, infatti, vedersela non solo con lui ma anche con una banda di spacciatori di crack che le dà l’occasione di denunciare la piaga della droga. Per giunta, la presenza di un bambino che potrebbe morire in qualsiasi istante complica la situazione.

Anche qui la Nocenti dimostra la sua classe e firma testi intensi che non possono lasciare indifferente nessuno. Ditko gioca con il suo stile retrò, sebbene non raggiunga i vertici del passato, e questa curiosa commistione di contemporaneo (Nocenti) e tradizionale (Ditko) rende l’episodio un curioso e piacevole esperimento post-moderno. In definitiva, questo volume è imperdibile ed è consigliabile sia ai fan di Devil sia a coloro che vogliono leggere storie di supereroi dai toni adulti e sofisticati.

 

 

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