The voice of redemption: Recensione

Pubblicato il 9 Dicembre 2011 alle 10:39

Un detective smemorato nel quartiere del vizio di Tokyo!

The voice of redemption (vol. unico)

Autore: Masaomi Kanzaki.
Casa editrice:
RW Lion, etichetta GOEN.
Provenienza:
Giappone.
Prezzo:
5,95 Euro.
Note:
258 pagine, b/n, brossurato con sovracopertina, per un pubblico maturo, solo per fumetterie.
Data di pubblicazione: 2011

GOEN va pescare un autore che all’epoca dell’invasione dei manga in Italia nei primi Anni ’90 fece addirittura da apripista con il suo bellissimo Xenon, pubblicato sulla rivista Zero della Granata Press (dal numero 1 del novembre 1990 al 23 del settembre 1992), assieme a calibri quali Ken il Guerriero di Buronson e Tetsuo Hara e Baoh di Hirohiko “JoJo” Araki (!).

Pur trattandosi di una storia di tutt’altro genere, da una sorta di fanta-horror con elementi spionisitici (e di cospirazione globale) a una specie di detective story con una certa dose di situazioni spinte, echi di Xenon si possono lo stesso trovare in appendice, dove viene presentato un capitolo extra che a detta dell’autore fu una sorta di puntata pilota (disegnata ben 25 anni fa!); qui Kanzaki disegna il suo protagonista detective esattamente con le fattezze del suo Xenon, asserendo di vergognarsi un po’ per lo stile di disegno dell’epoca, quando purtroppo è vero semmai il contrario, essendo andato incontro negli anni a una sorta di imbastardimento del tratto, che dalla morbidezza dei suoi primi lavori è passato a una ruvidezza e spigolosità di sicuro meno gradevoli.

Il paradosso è che il protagonista di quell’episodio iniziale somiglia più al fantascientifico guerriero in armatura xenonica che non all’odierno detective Ayumu Koenji, protagonista di questa The Voice of Redemption (La voce della redenzione), anche se a questo punto potrebbe sorgere leggittimamente il dubbio che quel vecchio personaggio sia servito da prototipo anche per Xenon; curiosità a parte e venendo alla nostra storia, il sopra citato Ayumu è un detective privato sulla trentina dall’aria molto “stropicciata” e perennemente a corto di soldi, non ha alcuna memoria di sé prima dei 25 anni e vive in una roulotte nel quartiere a luci rosse di Shinjuku, dove tra un film porno e l’altro, cerca anche di sbarcare il lunario e soprattutto ripagare i prestiti di una misteriosa e procace biondona che di professione fa la strozzina.

La stessa donna, di nome Fujiko (Mine, omaggio evidentemente alla serie di Lupin), gli procura spesso alcuni casi su cui indagare, come la scomparsa della figlia di un ricco dirigente, i problemi di una spogliarellista perseguitata da uno stalker, una fidanzata che nasconde un segreto, una prostituta scomparsa e così via; i diversi casi però gli servono soprattutto per cercare di ricordare il suo passato, infatti poco per volta le diverse situazioni in cui viene coinvolto cominciano ad aprire dei varchi nella sua memoria, fino al sorprendente finale che metterà ogni tassello al suo posto e svelerà, con alcuni colpi di scena azzeccati, il mistero legato alla sua amnesia e agli altri personaggi comprimari.

Le diverse storie scorrono veloci e sono in definitiva ben costruite, piccole mini-indagini che nascondono ognuna delle piccole sorprese, chi un finale divertente, chi un mistero curioso, chi un giallo in piena regola, chi uno sviluppo rocambolesco e chi una piccola riflessione esistenziale con qualche venatura di tristezza; spesso sono spruzzate con alcune scene di sesso, però mai gratuite ma sempre funzionali allo sviluppo dei diversi capitoli e della storia principale che prosegue sotto traccia o necessarie per caratterizzare meglio i personaggi.

Lo stesso capitolo extra è legato a doppio filo alla storia principale, essendo usato dall’autore come sorta di pregresso che mostra il nostro protagonista proprio nella vicenda che lo avrebbe portato a perdere successivamente la memoria, e che posizionato dopo il capitolo finale chiude idealmente il cerchio su tutto il racconto; Ayumu è meno sgangherato come detective di quanto si possa pensare solo guardandolo, non per nulla risolve tutti i casi compreso quello che più gli sta a cuore, ovvero quello in cui è direttamente coinvolto per via della sua amnesia, ed è ottimamente tratteggiato dall’autore, che ce lo svela poco a poco facendocelo apprezzare sempre di più.

Molto interessante, per non dire quasi illuminante, la sua post-fazione per aiutarci a capire meglio le sue idee nella costruzione del personaggio ed emblematica in un certo senso della storia stessa; inizialmente sembra divagare e parlare di fatti e situazioni sconnesse tra loro, ma alla fine tira le somme e arriva ad una conclusione che lascia sorpresi per la sua lucidità e nettezza (e pure molto condivisibile).

Edizione abbastanza buona, sicuramente per traduzioni e adattamento che paiono molto scorrevoli (ci sono anche delle note per spiegare alcuni giochi di parole), siamo su buoni standard complessivi, prezzo compreso.

Voto: 7

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