La Saggezza delle Pietre, un must-read del 2017 | Recensione

Pubblicato il 13 Dicembre 2017 alle 17:00

Una natura aspra e incomprensibile, la volontà di abbandonare la civiltà, un viaggio nei tre regni naturali (animale, vegetale e minerale)… ma anche molto, molto di più: La Saggezza delle Pietre è un volume atipico, non per tutti, che accompagna il lettore sempre più verso la “profondità delle cose”, il senso originario dell'”io sono”.

Non è semplice spiegare in poche parole La Saggezza delle Pietre, fumetto francese autoconclusivo giunto nel nostro Paese lo scorso settembre. A curare l’edizione italiana è stato Diabolo Edizioni, casa editrice sempre a caccia di “storie fatte di immagini e parole: sorprendenti, inattese e capaci di lasciare un segno in chi le legge. Sono le nostre burning stories, perché bruciano di urgenza e fantasia”, come enunciato sul loro sito ufficiale. E La Saggezza delle Pietre è sicuramente una storia che brucia.

L’autore è Thomas Gilbert, classe 1983, del quale ci è già giunto in Italia il volume Velenose, a cura di Edizioni BD. In Francia è noto anche la serie scritta da Thomas Lavachery, Bjorn le Morphir, ma con La Saggezza delle Pietre ha dimostrato in pieno il suo talento di narratore, nel senso più autentico del termine.

La Saggezza delle Pietre è il viaggio solitario di una giovane donna con un enorme naso (della quale non conosceremo mai il nome), che all’inizio della storia troviamo in compagnia di Thibaut, il suo ragazzo un po’ saputello, dal quale dipende sotto diversi punti di vista: la protagonista, infatti, ha un carattere abbastanza remissivo, evidenziato proprio dalla sua relazione con il compagno.

La coppia è presa da un’escursione tra le montagne, sempre più lontano dalla civiltà, quando si rende conto di essersi persa nel bel mezzo di una tempesta. Ma il viaggio della protagonista nella natura selvaggia comincia quando si imbatte di una volpe, signora di quel bosco, e scambia un lungo sguardo indagatore con lei.

Nel corso della storia, la protagonista si ritroverà sola nella foresta, a riscoprire il legame tra lei e la natura, ma quello sarà anche l’inizio di una ricerca del più profondo significato di “essere”. Lontano dal resto dell’umanità, la donna trascorre le giornate con un ritmo del tutto nuovo, imparando a convivere con il lato selvaggio, sia magnifico che ostile, della natura.

“Lasciami diventare selvaggia”, dice ad un certo punto la protagonista al compagno. E, durante questa trasformazione, la donna si immerge nel mondo animale e vegetale, fino a quello minerale, per poi conoscere anche la terribile verità dell’inquinamento e dei rifiuti della civiltà moderna. In quale regno potrà fermarsi, per dimenticare o annientare il suo tormento personale?

Ma La Saggezza delle Pietre non è un semplice “viaggio nella natura”, o un “abbandono volontario della civilizzazione”: attraverso il passaggio dei diversi mondi naturali (animale, vegetale e minerale), la protagonista e il lettore conosceranno il lato più meraviglioso del mondo non civilizzato, ma anche il più violento. E non solo: il tutto è profondamente intrecciato con il percorso della protagonista e con il suo dolore più intimo. L’autore, in tutto questo, non scorda nemmeno un messaggio ecologico.

La Saggezza delle Pietre si distingue non solamente per la potenza della narrazione, servita da tratti di grafite sottili e irrequieti (solo un colore, con una forte valenza simbolica, appare saltuariamente: il rosso), ma anche da una regia ben studiata e consapevole. Per tutti questi motivi rientra sicuramente tra i migliori fumetti del 2017.

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