Riverdale 3×07 – Tales from the Darkside | Recensione
Pubblicato il 4 Dicembre 2017 alle 15:00
Saint and sinners…
Riverdale sembrava aver passato la sua ora più buia – come visto nella nostra recensione degli ultimi episodi qui – la droga che aveva inondato le strade, e conseguenti tensioni fra la parte sud e quella nord della cittadina, si erano fermati dopo l’arresto del misterioso Sugarman, ovvero colui che era a capo della catena dello spaccio della pericolosissima Jingle Jangle, rivelatosi uno dei professori di Jughead alla Southside High.
Ma come visto nel finale del sesto episodio, lo spacciatore non ha avuto il tempo di affrontare la giustizia di un tribunale venendo freddato dal misterioso Black Hood proprio nella cella della stazione di polizia. La città allora ripiomba in quel clima di incertezza e timore.
Si apre così questo settimo episodio Tales from the Darkside con l’ultimatum del killer il quale invita la popolazione a dimostrarsi virtuosa nelle prossime 48 ore altrimenti dovranno affrontare il suo giudizio.
L’episodio è molto particolare infatti anziché procedere linearmente segue diverse vicende – dividendo l’episodio in diversi spezzoni – che poi confluiscono nella scena finale in cui tutti si ritrovano nel ristorante di Pop’s.
Si inizia con Jughead. La misteriosa consulente legale dei Serpents – Peabody – chiede a Jug di portare una cassa da Riverdale a Greendale come favore per averlo aiutato nel migliorare la posizione legale del padre, unica condizione non guardare all’interno della cassa. Il ragazzo chiede così aiuto a Archie – reo nello scorso episodio di aver rovinato il piano per eliminare la competizione dei Ghoulies – ma il trasporto non sarà tutt’altro che privo di difficoltà compreso un misterioso viaggiatore che darà un passaggio proprio a Jughead impressionandolo con racconti su un altro killer che aveva terrorizzato Riverdale molti anni prima. La mossa della Peabody in realtà servirà per incastrare Jughead – con tanto di filmato – e costringere il ragazzo ad invischiarsi ancora di più nei loschi affari dei Serpents…
Josie intanto ha stretto un forte legame con Cheryl dopo gli avvenimenti con il rampollo newyorkese Nick St. Clair, sempre come visto negli ultimi episodi. Proprio a Cheryl ha procurato una audizione a Josie la quale però è turbata da un misterioso ammiratore mentre la madre, il sindaco della città, le confessa di aver ricevuto minacce di morte e pressioni per risolvere le questioni legate alla parte sud e al killer. E’ possibile che il misterioso ammiratore sia Chuck – vi ricordate il “molestatore” della prima stagione? – il quale le ha chiesto di uscire? Possibile quindi che il ragazzo sia cambiato solo a parole?
Chiude l’episodio il frizzante “spezzone” con protagoniste Betty e Veronica. Kevin confessa a Veronica che il padre, lo sceriffo, è molto irrequieto e ultimamente ha preso l’abitudine di uscire nel cuore della notte mentre la stessa Veronica è convinta che il padre del ragazzo abbia una tresca, Betty si convince invece che proprio lo sceriffo potrebbe essere Black Hood.
La scapestrata indagine delle due porta a svelare un torbido segreto che riguarda la sceriffo…
Tales from the Darkside è un solidissimo episodio di passaggio che pone al centro dell’attenzione alcuni personaggi secondari – Josie e lo sceriffo Keller soprattutto – sperimentando una forma che eccede il contenuto: l’idea di ripartire i 45 minuti scarsi a disposizione in mini-episodi con diversi protagonisti è vincente dando sicuramente dinamicità ad un episodio che offrirebbe altrimenti davvero poco in termini di progressione della trama.
Come sempre showrunner e regia si divertono a diluire nell’estetica estremamente pop dello show riferimenti cinematografici più o meno riconoscibili come il thriller ottantiano a-là Brian De Palma o le situazioni e i personaggi a-là Quentin Tarantino vedasi la scena del ballo fra Josie e Chuck nel diner di Pop’s oppure il misterioso “cacciatore” che Jug incontra sulla strada per Greendale con la sua storia legata al misterioso Riverdale Ripper.