Coraline – Recensione
Pubblicato il 19 Dicembre 2011 alle 11:17
Nicola Pesce Editore porta in Italia la graphic novel vincitrice di un Eisner Award tratta dal pluripremiato romanzo per ragazzi di Neil Gaiman, trasposto anche nel fortunato film d’animazione in stop-motion di Henry Selick nominato all’Oscar nel 2009.
Coraline
Autori: Neil Gaiman, P. Craig Russell.
Casa editrice: Nicola Pesce Editore
Provenienza: USA
Prezzo: € 20
Data di pubblicazione: 2011
Coraline è una vivace e curiosa ragazzina che si trasferisce con i genitori in una grande casa in campagna condivisa con altri inquilini e comproprietari. Ci sono Miss Spink e Miss Forcible, una coppia di eccentriche anziane, ex-attrici e con la mania di leggere il futuro nelle foglie del té. Poi c’è il “vecchio matto” che afferma di essere un ammaestratore di topi.
I genitori di Coraline sono amorevoli ma un po’ distratti e lei lamenta mancanze superficiali, tipiche di un adolescente, come fare pasti genuini ma poco appetitosi o non poter avere il tipo di guanti che desidera. L’animo da esploratrice della protagonista la induce a curiosare oltre una misteriosa porta murata che si trasforma in un passaggio per un altro mondo, un po’ sulla falsariga di Alice nel paese delle meraviglie.
La nostra Coraline finisce in una realtà distorta come quella di un sogno. Qui i suoi genitori hanno bottoni al posto degli occhi, la viziano e le promettono che avrà sempre tutto ciò che vuole. Una contorta perfezione, un’infida seduzione verso il lato Oscuro, per usare un’espressione alla Star Wars, di cui Coraline avverte presto lo spirito malsano.
I suoi veri genitori finiscono intrappolati nel mondo oltre la porta dove esistono versioni grottesche dei loro coinquilini. Ma ci sono anche forze positive all’opera per aiutare Coraline nella sua ricerca, oggetti di uso comune che si trasformano in potenti amuleti e un gatto parlante, animale totemico, in contrapposizione ai topi maligni che si aggirano nell’abitazione.
E’ il classico rito di passaggio che, non a caso, si svolge in estate, quando una fase nella vita della protagonista si sta chiudendo ed un’altra sta per aprirsi. Un processo di maturazione che la porterà ad avere nuova consapevolezza di sé e della propria realtà e a chiudere le proprie paure infantili nel pozzo oscuro da cui sono venute.
Il romanzo di Gaiman splendidamente illustrato da Dave McKean è uscito nel 2002. Questa trasposizione a fumetti di P. Craig Russell è uscita nel 2008, un anno prima del film di Selick. Tutte e tre le opere hanno avuto un enorme successo ma incuriosisce la concezione estetica che le differenzia.
Il romanzo regge naturalmente sulla prosa evocativa di un narratore consumato come Gaiman e le illustrazioni di McKean sono squisitamente dark. Una chiave di lettura non dissimile da quella di Selick, già regista di Nightmare before Christmas per Tim Burton, altro maestro della fiaba gotica.
La graphic-novel è invece caratterizzata dalla resa visiva elegante e raffinata di Russell, un tratto netto dai colori morbidi che accarezzano lo sguardo. Si tratta di una rappresentazione più rassicurante, realistica ma meno inquietante che pur trasmettendo il tono sinistro del racconto non riesce però ad essere incisiva fino in fondo.
Il problema principale del fumetto è infatti la mancanza di autorialità. Russell si è limitato ad illustrare il racconto di Gaiman riportando per filo e per segno la prosa dello scrittore nelle didascalie e i dialoghi nei balloons. La costruzione delle tavole e alcune soluzioni visive sono apprezzabili ma nell’insieme l’opera non riesce ad esercitare il fascino delle altre due versioni.
L’edizione presentata dalla Nicola Pesce Editore è sontuosa, cartonata con sovracoperta e carta patinata ad un prezzo onesto. Tuttavia, la graphic novel, pur vincitrice di un Eisner, non dice nulla di più del romanzo originale di Gaiman e non ha la visionarietà del film di Selick. Facoltativo.