Wonder Woman 19 & 20 | Recensione

Pubblicato il 9 Dicembre 2017 alle 10:00

Siete pronti per le nuove serie di Batwoman e dei Supersons? Cosa combineranno Kate Kane e i figli di Superman e Batman nel contesto del Rebirth? Scopritelo sugli albi targati Lion dedicati alla Principessa Amazzone!

La serie Rebirth di Wonder Woman finora si è dimostrata poco accattivante. L’autore Greg Rucka, infatti, ha delineato trame interessanti , optando però per una scansione narrativa cervellotica e macchinosa. Scrive due story-line, una ambientata nel passato e un’altra nel presente, alternandole tra loro. Il risultato a volte è confusionario e le leggibilità ne è compromessa. La testata italiana dedicata alla Principessa Amazzone, inoltre, all’inizio non era proprio eccelsa ma la situazione è di gran lunga migliorata con l’inserimento di Trinity.

Nei nn. 19-20 dell’albo Lion esordiscono, però, altre due serie: Batwoman e Supersons, che si aggiungono a Trinity e a Superwoman. Nel n. 19, Rucka ci conduce ai momenti iniziali della vita di Diana nel contesto Rebirth. L’eroina deve affrontare le macchinazioni di Veronica Cale, costretta dai terribili Daimos e Phobos a compiere azioni discutibili. La trama abbonda di personaggi e scorre velocemente ma Rucka non riesce a entusiasmare e nemmeno i disegni di Bilques Evely, troppo stilizzati, convincono più di tanto.

Procedono poi le vicende di Superwoman. Nel n. 7 del suo comic-book, Lana Lang deve vedersela con la perfida Lena Luthor, sorella di Lex. A questo scopo si fa aiutare dallo stesso Lex e da Acciaio e lo sceneggiatore Phil Jimenez firma un’avventura tipicamente supereroica. Il personaggio in sé è interessante e la testata si mantiene su situazioni mainstream, avvalendosi delle matite di Jimenez e di Jack Herbert.

E’ poi la volta dello speciale Rebirth dedicato a Batwoman, la singolare eroina che in epoca New52 era protagonista di un mensile anti-convenzionale valorizzato dai disegni spettacolari di J.H. Williams III. E’ ovviamente prematuro dare un giudizio, anche perché Marguerite Bennett e James Tynion IV si limitano a rievocare gli eventi più salienti della tormentata vita di Kate Kane, allo scopo di farli conoscere ai neofiti. L’episodio ha, in ogni caso, il pregio di incuriosire ed è inoltre ben disegnato dal bravissimo Steve Epting.

Nel n. 20 dell’albo di Wonder Woman, invece, si ritorna nel presente di Diana. E’ sempre Rucka a scrivere i testi e a descrivere lo scontro tra Diana e la temibile Dr. Cyber. Le storie collocate nel contesto attuale della Principessa Amazzone sono forse più coinvolgenti e anche il penciler Liam Sharp, dopo un inizio piuttosto incerto, realizza tavole di buon livello.

C’è poi il n. 7 di Trinity, da annoverare tra le serie DC migliori degli ultimi tempi. La collana si concentra sulla trinità dei supereroi formata da Superman, Batman e Wonder Woman ma in questo episodio Cullen Bunn si occupa di un’altra trinità, più discutibile. Una trinità malvagia composta da Lex Luthor, R’as Al Ghul e Circe. In pratica, tre dei più pericolosi villain di sempre. Qualcuno o qualcosa li ha attirati in una specie di tempio sotterraneo che, a quanto si può capire, ha a che fare con loro.

Bunn gioca con atmosfere cupe e misticheggianti e firma un buon lavoro, descrivendo abilmente le psicologie dei tre personaggi. Si intuisce che gli eventi che li coinvolgono avranno ripercussioni sulle vite di Superman, Batman e Wonder Woman, e Bunn in tal modo stimola il senso di aspettativa dei fan. Si occupa anche delle matite con risultati validi. Il suo stile è caratterizzato da riusciti giochi d’ombra, appropriati per l’atmosfera gotica dell’episodio.

L’albo si chiude con il n. 1 di Supersons, deliziosa testata incentrata sulle spassose vicissitudini di Jon, figlio di Superman, e del pestifero Damian, figlio di Batman. Costoro indossano i panni di Superboy e Robin ma sin dal principio l’ottimo Peter J. Tomasi evidenzia le loro differenze caratteriali: Jon è obbediente, ligio al dovere, a tratti un po’ ingenuo; Damian è spocchioso, sfacciato, tendenzialmente indisciplinato. Due ragazzi tanto diversi potranno mai collaborare e andare d’accordo?

Tomasi imposta una story-line che si preannuncia articolata e Supersons rappresenta una ventata di aria fresca in casa DC. Le atmosfere narrative sono ironiche, solari e divertenti e hanno un ritmo frenetico e veloce. I disegni plastici, quasi cartoon, di Jorge Jimenez sono poi perfetti per una testata briosa come questa. In definitiva, l’attuale edizione italiana dell’albo di Wonder Woman è da tenere d’occhio per la varietà e la validità delle collane incluse, malgrado la serie titolare non sia proprio entusiasmante.

 

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