Intervista a Lorenza Natarella: La Divina in rosa in Sempre Libera
Pubblicato il 1 Dicembre 2017 alle 17:40
Quattro chiacchiere con l’autrice che ha portato una “fumettosa” Maria Callas su carta.
Romantica, frenetica, questo graphic novel non riesce a essere tenuto tra le mani per quanto la narrazione al suo interno voglia fuggire dalle pagine. Facendo fede anche al suo titolo, Sempre Libera è un libro che ti scivola dalle mani come già ampiamente detto nella nostra recensione che trovate qui.
L’autrice Lorenza Natarella ha risposto ad alcune nostre domande, raccontandoci della genesi del libro e della sua esperienza lucchese.
MF: Per Lucca Comics and Games, Bao Publishing ha preso ispirazione dalla discografia dei Beatles e ha dedicato una sovraccoperta a tema per tre volumi: Residenza Arcadia di Daniel Cuello, Un anno senza te di Giopota e Luca Vanzella e il tuo Sempre libera. La tua versione celebra la famosa copertina di Rolling Stone, con Onassis e Callas al posto di Ono e Lennon. Come mai la tua scelta è ricaduta su questa immagine?
LN: Quando Michele e Caterina mi hanno parlato di questo progetto che avevano per Lucca ho subito detto loro “Fantastico, faccio sicuramente la Callas in un bed-in con Onassis circondati dai fotografi!”, perché mi sembrava che quell’immagine iconica di fusione pubblico-provato calzasse bene con la storia che racconto in Sempre Libera. Poi quando ho mandato le prime bozze a Michele lui mi ha proposto di provare a osare di più e azzardare una rivisitazione della famosa foto di Annie Leibovitz in cui John Lennon è nudo e abbarbicato a Yoko, con un ulteriore azzardo: invertirli di ruolo. Se ci pensi, e se leggi la storia, ha molto più senso così.
MF: Abbiamo conosciuto i tuoi lavori su “La Stampa” e “Linus” e ora arriva una graphic novel completa per Bao Publishing: com’è nata la collaborazione con loro?
LN: Non mi stancherò mai di dire che io e Bao Publishing ci siamo conosciuti per telepatia. Dovevo fare questo progetto sulla Callas con un’altra casa editrice, ma mi aspettavo una concretezza che non arrivava e allora li ho chiamati e ho detto loro: “Facciamo finta che non ci siamo detti niente” e contemporaneamente mandavo il progetto a Leonardo Favia di Bao Publishing. Quasi nello stesso istante, senza sapere della mia mail, mi ha scritto Michele (Foschini, ndr) per chiedermi se avessi una storia per loro. Una fortunatissima coincidenza di intuiti, i miei preferiti.
MF: Perché hai scelto di rappresentare la vita di Maria Callas?
LN: Ho capito che non potevo non farlo: ero alla ricerca di una storia di fiction per mettermi alla prova su un fumetto lungo, ma in quel periodo ho letto una breve biografia di Maria Callas a cura di Camilla Cederna e da un giorno all’altro mi sono trovata addosso una ossessione per questa donna incredibile che non mi ha lasciato scampo. Dovevo raccontare lei. È un personaggio sorprendentemente attuale e istrionico, divertente, chiassoso e profondo allo stesso tempo. Un bel fardello di donna.
MF: Sempre libera presenta un tratto frenetico, nervoso, in linea con la protagonista. È stata lei a scegliere te o viceversa?
LN: Sembro presuntuosa se dico che ci siamo scelte a vicenda? A me lei è stata davvero molto utile, mi ha cambiato la vita.
MF: Da quali fonti hai attinto ?
LN: Ho letto tutto ciò che sono riuscita a leggere, ho rastrellato migliaia di immagini alla ricerca di quelle più “candid”, ho ascoltato tutta l’opera su cui riuscivo a mettere le mani, studiato i libretti e cercato biografie rare e vecchi pamphlet della Scala nei mercatini. Sono molto curiosa.
MF: Nel tuo sito personale troviamo anche molte tue opere, nelle quali utilizzi una gamma di colori sempre differente. Per quale motivo hai scelto di utilizzare l’abbinamento tra nero e le sfumature di rosa in Sempre Libera?
LN: Quando ho iniziato a capire che tipo di libro Sempre Libera sarebbe diventato, ho subito stabilito i miei limiti. Per me i limiti sono fondamentali, se non li ho sono capace di allargarmi all’infinito, perciò la prima cosa che ho deciso è stata che volevo che fosse un libro dall’aspetto pulito ma dai dettagli pazzi. Quando vuoi fare un libro che sembri leggero anche alla duecentesima pagina, è facile che tu lo faccia in bicromia. Poi ho deciso che questa bicromia sarebbe stata anche simbolica e che mi avrebbe aiutata a muovermi in una storia davvero molto complessa, fatta appunto di estremi, di dualismi. Il nero è il nero, non lo devo spiegare, il rosa è un rosa bollente che mi è sembrato una controparte forte abbastanza per il nero.
MF: All’interno della narrazione, la voce narrante esterna si rivolge molte volte in maniera scanzonata nei confronti del lettore. Perché questa scelta? è un modo per avvicinare lettore e scrittore? Quali feedback hai ricevuto finora dai tuoi lettori?
LN: Trovo che il tono confidenziale mi sia necessario, non mi trovo a mio agio con una voce diversa da questa. Piuttosto che per avvicinare il lettore, lo faccio per sentirlo già vicino: solo così riesco a tirare fuori il meglio dal mio modo di raccontare. I lettori finora hanno apprezzato molto, chi conosceva già la mia voce l’ha riconosciuta e chi non l’aveva mai sentita l’ha trovata sorprendente per una biografia, o almeno così mi dicono.
MF: Riguardo al tuo pubblico, com’è stata la tua esperienza a Lucca Comics And Games?
LN: Incredibile ma vero, questa è stata la mia prima Lucca in assoluto. Andavo continuamente in giro a dire che era una prima Lucca da vera viziata e lo era davvero: ero con Bao Publishing, iperprotetta e coccolata, ero lì con un libro di cui vado estremamente fiera e ho conosciuto persone sorprendenti. Meglio di così non poteva andare, infatti mi sono un po’ abituata bene e mi domando come farò l’anno prossimo. Forse mi infilo nella valigia di qualcuno della redazione, altrimenti tocca quasi che io faccia un altro libro.