Reborn di Mark Millar & Greg Capullo | Recensione
Pubblicato il 29 Novembre 2017 alle 10:00
L’autore di Kick-ass unisce le forze con il disegnatore di Batman!
Dopo l’ottimo Huck – la nostra recensione qui – Panini Comics propone il nuovo lavoro di Mark Millar, l’ambizioso Reborn.
Ambizioso non solo per l’incipit della storia ma anche perché coinvolge uno degli artisti più quotati del panorama americano ovvero quel Greg Capullo che dopo anni passati inchiodato a Spawn è letteralmente esploso con l’arrivo in DC Comics e con il lavoro su Batman durante i New 52 in coppia con Scott Snyder.
Reborn cerca di dare una risposta ad un delle domande ataviche dell’uomo: cosa c’è dopo la morte?
Sicuramente non ci sono inferno e paradiso così come le religioni tradizionali ci hanno fatto credere ma un mondo nuovo, Adystria, un reame incantato dove ognuno rinasce con abilità speciali e al culmine della propria vita come accade alla protagonista l’amabile ottantenne Bonnie Black che dopo un infarto si risveglia venticinquenne nel bel mezzo della guerra che sta sconvolgendo questo aldilà: se le persone buone infatti conducono una vita pacifica, le persone malvagie rinascono con aspetto mostruoso e popolano le Terre Oscure ora in fermento da quando a guidarle è arrivato Lord Golgotha.
Chiaramente Bonnie è arrivata ad Adystria per mettere fine a questa guerra ma prima si metterà alla ricerca di suo marito Harry ucciso da un killer impazzito per le strade di Minneapolis molti anni prima…
Millar quindi rilegge in chiave ovviamente personale un tema che ha trovato terreno fertile per una variegatissima quantità di opere a fumetti, letterarie e cine-televisive e lo fa fondendo quel gusto per l’esagerazione che da sempre lo contraddistingue in un fantasy a metà strada fra il più classico Signore degli Anelli e una certa produzione animata nipponica.
Sia ben chiaro lo stile di Millar è immutato: asciutto ed essenziale. Si costruisce benissimo, con grande attenzione sempre all’azione e alla coolness di tutta l’opera, ma al momento di approfondire, anche minimamente, si taglia trasversalmente e si accelera verso la risoluzione del plot – per esempio il piano di Lord Golgotha viene dato quasi per implicito praticamente fino all’ultimo capitolo.
La differenza con altri lavori, come lo stesso Huck citato ad inizio recensione, è che qui innanzitutto il plot regge scorrevole anche nella seconda parte della storia e, dove si pecca di approfondimento, l’autore scozzese prova davvero a dare una sua visione e concretezza al tema portante di Reborn.
La tappa nel Regno delle Fate ad esempio in cui si riflette su chi per tutta la vita ha creduto in una determinata visione dell’aldilà o ancora nel capitolo finale, con un twist quasi inaspettato seppur brevissimo, in cui l’autore sembra voler sfiorare il tema dell’accanimento terapeutico e di testamento biologico pur filtrati e funzionali al plot.
Da sottolineare anche come la protagonista Bonnie sia la summa dei grandi protagonisti positivi di Millar non solo per il finale a lieto fine ma anche perché la sua risoluzione poggia sull’assunto che sia impossibile per chi fa del bene non continuare a farlo antepone il bene dei più al proprio.
Letteralmente mostruoso il lavoro di Greg Capullo dal punto di vista grafico. Lo stile del disegnatore newyorkese è ormai maturo lo dimostra la sicurezza del tratto e la padronanza nella costruzione della tavola che, pur giocando sui semplici incastri di verticalità ed orizzontalità, viene piegata in favore di una spettacolarizzazione molto cinematica già vista in altre occasioni ma qui portata agli estremi.
Il disegnatore inoltre sfoga tutto il suo estro in alcune doppie splash-page d’impatto e assecondando con piglio sicuro i momenti più action della storia, tuttavia è nella fase di ideazione del mondo di Adystria che Capullo dimostra davvero tutto il suo talento: il character design è azzeccatissimo fondendo elementi spiccatamente fantasy con elementi tecnologici mentre gli ambienti sono semplici ma ricercati e donano quel tocco fiabesco ma verosimile ai luoghi di questo singolare aldilà. Ovviamente con decenni di esperienza alle spalle mostri, bestie e animali antropomorfi sono resi in maniera incredibile e denotano tutta la maestria anatomica del disegnatore.
Il volume è il collaudatissimo cartonato soft touch che rende l’edizione italiana sicuramente prestigiosa. Puntuale l’apparato biografico così come agile e essenziale quello editoriale. Da segnalare una resa di stampa non perfettissima per i primi capitoli, ma potrebbe essere solo un difetto della copia in nostro possesso, e qualche refuso di troppo in fase di lettering.