Evolutionary War Volume 2 | Recensione
Pubblicato il 30 Novembre 2017 alle 10:00
Si conclude la guerra evoluzionaria! Riuscirà l’Alto Evoluzionario a realizzare i suoi terribili piani? Scopritelo in questo volume finale firmato da autori del calibro di Chris Claremont, Gerry Conway e Walt Simonson e impreziosito dai disegni di Arthur Adams e Mark Bagley.
Recensendo il primo volume di Evolutionary War, avevo dato un giudizio non proprio positivo. La saga, infatti, appartiene a quei crossover che la Marvel proponeva in una serie di annual e coinvolgevano svariati personaggi con finalità essenzialmente commerciali. I primi capitoli erano caratterizzati da testi e situazioni convenzionali e disegni non eccelsi, a parte qualche eccezione, e si basavano sulle macchinazioni dell’Alto Evoluzionario, lo scienziato creato dai leggendari Lee e Kirby in un episodio di Mighty Thor.
Costui ha deciso una volta per tutte di fare avanzare il genere umano, eliminando però quelle razze che, a suo parere, non possono evolversi. A questo scopo ha usato i letali Purificatori e si è reso responsabile di azioni discutibili, finora sventate dagli eroi Marvel. In questo secondo volume avrete modo di leggere i capitoli conclusivi della vicenda che sono senz’altro più interessanti dei precedenti.
Il volume si apre con Uncanny X-Men Annual n. 12 che va annoverato come uno degli albi migliori della saga. Lo scrive infatti Chris Claremont, per molti anni il deus ex machina dell’universo mutante, che narra una storia avvincente. Gli Uomini X si trovano nel contesto pericoloso della Terra Selvaggia. Vi appaiono, tra i vari personaggi, il re della giungla Ka-Zar e la sua compagna Shanna nonché i Mutati, ben noti agli x-fan. Claremont scrive testi e dialoghi curati, collegandosi a tanti avvenimenti del passato, e racconta un episodio coinvolgente, valorizzato dagli splendidi disegni di Arthur Adams che con il suo tratto plastico e dinamico realizza versioni deliziose dei character.
Si procede con Web of Spider-Man Annual n. 4, firmato da un altro autore storico del fumetto americano, il compianto Steve Gerber, come sempre anticonvenzionale e provocatorio. Steve concepisce una story-line dai toni noir ambientata nella corrotta Miami. E’ qui che finisce Spidey, coinvolto, suo malgrado, in un dissidio tra Kingpin e il mostruoso Slug. Non mancano però l’Uomo Cosa, character reso celebre proprio da Gerber, e Poison, qui al suo esordio. Anche in questa occasione, comunque, i Purificatori faranno danni.
Gerber scrive ottimi testi e i disegni eleganti di Cynthia Martin risultano efficaci e funzionali. E’ poi il turno di West Coast Avengers Annual n. 3. Come era lecito supporre, pure la filiale californiana dei Vendicatori rimane implicata nei complotti dell’Alto Evoluzionario che costringe i membri della squadra a combattere tra loro. La storia ha pochi spunti di interesse, anche perché firmata da Steve Englehart che compie un lavoro mediocre come quello degli annual inclusi nel primo volume, e per giunta disegnata dal pessimo Al Milgrom. L’episodio va segnalato esclusivamente per l’esordio di Bill Foster, l’ex Golia Nero, nella sua nuova identità di Giant-Man.
La storia tratta da Spectacular Spider-Man Annual n. 8, invece, va tenuta d’occhio. Prima di tutto è scritta dal veterano Gerry Conway, autore fondamentale dell’Uomo Ragno, e illustrata da Sal Buscema che qui realizza uno dei suoi lavori più riusciti. Inoltre, presenta le vere origini del clone di Gwen Stacy (ebbene sì, c’è ancora qualcosa da scoprire sul suo conto!). L’Alto Evoluzionario nutre un certo interesse nell’esperimento del professor Warren e le conseguenze di tale interesse saranno preoccupanti, con tanto di Purificatori che, per l’ennesima volta, si mettono in mezzo. Anche in questo caso esordiscono nuovi personaggi: gli enigmatici Giovani Dei. Il capitolo è da segnalare pure per la presenza di Mark Bagley ai disegni, destinato a diventare uno dei penciler più acclamati di Amazing Spider-Man.
E la saga finisce con il deflagrante Avengers Annual n. 4, scritto dal grande Walt Simonson. All’epoca il rivoluzionario autore di Mighty Thor aveva letteralmente posto fine al gruppo, allo scopo di introdurre una nuova line-up. In questo caso, propone una squadra improvvisata composta da Hulk (nella sua identità di Mr. Fixit), il Calabrone donna, Ercole, Jocasta, Falcon, la Bestia (all’epoca membro di X-Factor) e Steve Rogers nella sua controversa identità di Capitano.
Simonson si diverte giocando con character di vario tipo, utilizzando villain come Attuma, facendo apparire gli Aniuomini nonché il popolo degli atlantidei e quello dei Lemuriani introdotti dal Re Kirby in Eternals. Si tratta di una lode all’Universo Marvel propriamente detto e Walt firma una storia divertente, riuscendo a chiudere in maniera logica e plausibile la saga. Peccato che i disegni troppo standardizzati di Mark Bright non riescano a rendere giustizia allo script.
Per concludere che giudizio possiamo dare? Questo secondo volume è preferibile al primo e la qualità è nel complesso maggiore. Evolutionary War resta, comunque, una story-line compromessa da eccessiva eterogeneità grafica e narrativa ma può interessare i Marvel fan.