Outcast Vol. 5: Il Nuovo Sentiero | Recensione

Pubblicato il 27 Novembre 2017 alle 10:00

Nel quinto volume di Outcast Robert Kirkman trasforma la saga dedicata al reietto Kyle Barnes ed alle possessioni demoniache in..The Walking Dead.

Robert Kirkman con la serie Outcast ha sviluppato ed ampliato sempre di più un dramma personale che incrocia le difficoltà della vita nella provincia americana con esorcismi e presenze demoniache. Una storia che, però, arrivata al suo quinto volume sta diventando sempre più simile a….The Walking Dead.

Sì, perché più si va avanti con Outcast e più Kirkman sta facendo uscire ciò che maggiormente gli interessa quando narra una storia: raccontare di uomini, di vite che s’incrociano e di rapporti che si creano, e di come l’essere umano reagisce alle situazioni più estreme. Questo è il cocktail tipico di Robert Kirkman, quello con il quale il fumettista del Kentucky sa mescolare al meglio più elementi, e nel quale escono fuori le sue migliori doti da narratore.

Il quinto volume di Outcast riparte con un Kyle Barnes in fuga, ma finalmente ricongiunto alla propria famiglia: la moglie Allison e la figlia Amber. E proprio ad inizio volume Kyle farà anche conoscenza con una persona fondamentale per il proseguimento della storia e per la comprensione di molti misteri.

Diversi personaggi sono usciti di scena, ma diversi altri se ne sono aggiunti: per un Sidney (il vecchio uomo considerato una sorta d’incarnazione del diavolo) che viene ucciso dal reverendo Anderson a fine del quarto volume, c’è un’intera setta che acquisisce sempre più potere e dalla quale emergono personaggi che diverranno centrali nel corso della storia.

Tra le new-entry nel gruppo dei non-incarnati spicca Simon, una persona che emergerà dal passato di Kyle e che sarà decisiva nel dargli consapevolezza dei propri poteri. Ma spicca anche una giovane ragazza di colore, Daphne, che instaurerà un rapporto molto particolare con Amber, la figlia di Kyle.

Ma il quinto volume di Outcast, intitolato “Il Nuovo Sentiero, più che per le presenze individuali si fa notare per i collettivi. L’apocalisse si sta abbattendo sulla popolazione di Rome, ed a mano a mano che il contagio demoniaco si estende diventa sempre più interessante vedere in quale fazione (“puri” o “incarnati”) ogni singolo personaggio si ritroverà a far parte.

Un punto debole della storia è però rappresentato dal momento in cui Simon rivelerà a Kyle l’origine del male e delle presenze demoniache: un potere malefico con un che di metafisico. Una spiegazione che non risulta però così intrigante ed all’altezza del mistero creato nel corso dei volumi precedenti.

Ma la cosa più interessante di Outcast non è l’incarnazione del male, ma come gli uomini reagiscono ad essa (insomma in pieno stile Kirkman): le fazioni che si stanno creando, i culti ed i contro-culti che stanno nascendo, tutto questo movimento collettivo e di azione e reazione alla catastrofe che ti sta profilando crea interesse e curiosità durante la lettura. Perché per una setta di adoratori del male che diventa sempre più minacciosa, dall’altra parte vediamo il reverendo Anderson intento a costruire un gruppo di credenti compatto, ma che in alcune circostanze appare ancora più inquietante della stessa setta che sta contrastando.

Insomma Outcast  “Il Nuovo Sentiero”  è un volume che porta avanti il tipo di filone narrativo prediletto da Kirkman (una storia basata sulla formazione di gruppi e contro gruppi che reagiscono, ognuno a proprio a modo, ad una situazione estrema) e lo fa piuttosto bene.  Uno sviluppo sicuramente interessante per un fumetto che era iniziato come analisi del dramma individuale di un singolo uomo, Kyle Barnes, e che invece si sta trasformando in una lotta totale e collettiva fra bene e male.

Nel realizzare tutto ciò Kirkman continua ad essere ben assistito dai disegni ruvidi e sempre più espressivi di Paul Azaceta. Mentre i colori di Elizabeth Breitweiser lavorano per contrasti e danno come al solito il mood della situazione, rappresentando un arricchimento per i volumi italiani di Outcast, che si caratterizzano proprio per la presenza del colore, assente nella versione da edicola pubblicata da SaldaPress in albetti dal formato bonelliano.

Outcast si conferma quindi un cocktail perfetto anche in questo quinto volume. Una storia solida, intrigante, nella quale Kirkman cerca di dare come sempre risalto alla dimensione umana (il che è un po’ paradossale se consideriamo che il fumetto mette al centro il soprannaturale) ed a come gli uomini affrontando le situazioni più estreme siano in grado di tirare fuori la loro vera natura.

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