Riverdale 2×03 – 2×06 | Recensione

Pubblicato il 25 Novembre 2017 alle 15:00

Nubi oscure all’orizzonte…

Avevamo lasciato Riverdale con il secondo episodio – la nostra recensione qui – che faceva presagire un futuro tutt’altro che roseo per la “town with a pep”. Il padre di Archie, Fred, era sopravvissuto alla rapinata a mano armata avvenuta nel ristorante di Pop ma lo scabroso episodio aveva insinuato l’idea nello stesso Archie che l’attacco non fosse casuale.

The Watcher in the Woods si apre sostanzialmente con la conferma che a Riverdale c’è un killer a piede libero! Toccherà a Moose e Midge essere attaccati e sopravvivere solo per pura fortuna. Intanto il killer si fa avanti inviando una lettera direttamente ai Cooper in cui si firma come Black Hood. Come può reagire una cittadina il cui senso di sicurezza viene messo alla prova così duramente?

Questo terzo episodio ruota intorno a questo semplice assunto senza però dimenticare quell’anima sociale che da sempre contraddistingue lo show. Da un lato infatti Betty è preoccupata per l’amico Kevin il quale pur di avere fugaci incontri amorosi frequenta parchi e luoghi poco raccomandabili in ore notturne mettendo a rischio la propria incolumità. Il confronto fra i due è molto duro e diretto: Kevin infatti fa capire all’amica quanto possa essere complicato vivere la propria sessualità senza attirarsi giudizi e dicerie. Il tema, sempre attuale e particolarmente sensibile oggi, viene trattato con maturità e schiettezza senza ricorrere ad inutili panegirici scontati e moralisti.

Dall’altro ci sono Archie e Veronica e soprattutto Jughead. Per Archie è venuto il momento di fare la conoscenza di Hiram, il padre di Veronica, incontro che mostrerà l’autorità dell’uomo ma anche la sua lungimiranza quando sobillerà il ragazzo nel portare ad un livello successivo la sua personale crociata contro Black Hood. Archie infatti aveva costituito il Red Circle insieme ai suoi compagni della squadra di football con l’idea di pattugliare le strade della città ma Hiram “suggerisce” al ragazzo di essere proattivo e cercare di stanare il killer; il Red Circle realizzerà un video che diverrà subito virale ma che potrebbe anche far degenerare rapidamente la situazione in città.

Jughead si adatta con difficoltà alla nuova vita alla Southside High destreggiandosi fra le pressioni dei Serpents e gli attacchi della banda rivale dei Ghoulies stringendo amicizia con l’affascinante Toni con quale riuscirà a riaprire anche il giornale della scuola, il Red and Black, con la benedizione del professor Robert Philips. Ma l’inserimento nella nuova realtà del ragazzo sarà tutt’altro che privo di ostacoli e inficerà anche il rapporto con Betty…

Con The Town That Dreaded Sundown inizia finalmente a delinearsi anche la figura di Betty messa un po’ da parte nei primi episodi.

Le iniziative proattive di Archie portano ovviamente solo conseguenze negative non solo con gli adulti ma anche con il lato sud della città e soprattutto, direttamente per il ragazzo, con Veronica. Archie viene beccato nella parte sud della città scatenando le ire dei Serpents… Red Circle e Serpents allora saranno costretti a sfidarsi in una rissa molto West Side Story. Anche Veronica inizia a preoccuparsi per Archie soprattutto dopo aver scoperto che il ragazzo ha comprato una pistola, seppur con molte reticenze però riuscirà a far ragionare il ragazzo ed i due getteranno la pistola nel fiume. A fine episodio Archie quindi scioglie il Red Circle…

Mentre Jug, Betty, Toni e Kevin cercano di risalire all’identità di Black Hood, Betty riceve una nuova lettera questa volta indirizzata direttamente a lei con un codice da decifrare per scoprire la prossima vittima… con un po’ di fortuna ed ingegno lei e Jug riescono a capire che il prossimo attacco sarà la municipio dove è in corso una assemblea cittadina.

Sventato il pericolo la ragazza riceverà una sinistra telefonata direttamente dal killer: quale sarà il loro legame?

Questo episodio è anche fondamentale perché riesce a far confluire la trama di Black Hood in quella più ampia che vede inasprirsi il contrasto fra la parte nord e quella sud della città con lo stesso sindaco che, durante la suddetta assemblea cittadina, addita la parte sud come responsabile della situazione a Riverdale. L’idea della tensione sociale crescente e della scarsa fiducia nel prossimo è un tema tremendamente attuale che lo show quindi inizia a sviluppare con discreta maestria.

Betty e Black Hood iniziano la loro strana relazione telefonica in When a Stranger Calls. Il killer spiega alla ragazza che vuole punire i “peccatori” di Riverdale e ucciderà la sorella Polly se non seguirà alla lettera le sue istruzioni, primo passo tagliare i ponti con Veronica e soprattutto con Jughead.

Nella zona sud intanto lo stesso Jug cerca di mantenere la clama fra i Serpents ma dovrà necessariamente diventare uno di loro per farlo sottoponendosi a tutti i rituali di iniziazione del caso; la zona sud è anche territori di interesse di Hiram, il padre di Veronica, e del suo progetto urbanistico che ha bisogno di una iniezione di capitali e per questo la città ospiterà alcune famiglie di investitori provenienti da New York fra cui i St. Clair il cui giovane rampollo è un vecchio compagno di scuola di Veronica.

Betty è costretta suo malgrado a seguire le istruzioni del killer confidandosi con Archie il quale comunica a Jughead la notizia della rottura del rapporto con la ragazza, Jug con ormai nulla da perdere diventa ufficialmente un Serpents e la tensione sessuale con Toni sfocia in un appassionato bacio.

Dall’altro lato della città intanto si consuma un festino a base di droga nella stanza d’albergo di Nick St. Clair che rischia di degenerare quando il ragazzo rivolge attenzioni troppo spinte nei confronti di Veronica la quale energicamente lo respinge.

L’episodio oltre a rendere Betty centro di gravità per nuove dinamiche fra i protagonisti va segnalato anche perché si fa carico di trattare un tema spinoso e purtroppo di stretta attualità: le molestie sessuali.

Nick St. Clair dopo averci provato con Veronica arriva a drogare Cheryl nel tentativo di abusarne, pericolo sventato solo dall’intervento della stessa Veronica e delle Pussycats. Il punto ovviamente non è mostrare le dinamiche dell’assalto quanto le conseguenze con le famiglie coinvolte cercare di giungere ad un compromesso mentre la ragazza è ovviamente scossa e pronta a sporgere denuncia. Ancora una volta lo show tratta con estrema lucidità un argomento sociale, questa volta forse con meno “sicurezza” anche per la delicatezza e per il bagaglio che questo porta con sé ma rimane comunque un buon tentativo di mostrare la cruda realtà ai giovani spettatori.

Un killer a piede libero, la tensione sociale ed il fiume di droga che circola ormai liberamente a Riverdale sono tutti nodi che iniziano a venire al pettine in Death Proof.

Black Hood chiede a Betty di scoprire l’identità dello Sugarman ovvero colui che crea la Jingle Jangle, la droga che dalla parte sud della città arriva a quella nord. Intanto il sindaco e lo sceriffo compiono una retata alla Southside High School spingendo Serpents e Ghoulies ad una improbabile alleanza osteggiata solo da Jughead che chiede aiuto al padre.

Betty chiede informazioni a Cheryl sullo Sugarman visto i passati loschi del padre riuscendo a scoprirne l’identità, lo spacciatore verrà arrestato ma dovrà affrontare un altro tipo di giustizia anziché quella di un tribunale.

Jug sfida il capo dei Ghoulies in una gara d’auto clandestina con in palio il dominio sulla zona sud della città tuttavia Archie deciso ad aiutare l’amico finirà per complicare la situazione facendo una soffiata allo stesso sceriffo.

L’episodio chiude un po’ il cerchio in vista della midseason finale delle prossime due settimane: Betty e Jug si sono chiariti, Archie e Veronica procedono la loro relazione pur attenti al padre della ragazza. Ma è sempre Betty il volano delle vicende dopo aver preso coraggio, ed avere scoperto l’identità di Sugarman, la ragazza è intenzionata a smascherare Black Hood e l’ultima telefonata fra i due si chiude proprio con la ragazza che sfida il killer.

La regia rilegge sempre in maniera personale le più classiche soluzioni da drama e teen drama fondendole con quelle del mystery drama in un perfetto mix il cui catalizzatore è lo stile visivo riconoscibile la cui estetica oscilla fra il gotico americano e le lisergiche luci al neon che illuminano la notte della città. Questo filotto di episodi inoltre mostra come i vari registi che si sono avvicendati dietro la macchina da presa abbiano iniziato a dare sempre più spazio alle interazioni fra i giovani protagonisti che mostrano tutti una notevole maturazione in termini di prove attoriali interpretando con maggiori carattere i propri personaggi.

Come già evidenziato nelle recensioni dei primi due episodi gli showrunner hanno decisamente abbassato il ritmo della narrazione avendo a disposizione 22 episodi anziché 13 come la prima stagione. Se questo accorgimento fa perdere un po’ di immediatezza alla serie, a giovarne invece sono i personaggi, anche quelli secondari come Kevin o Cheryl, che beneficiano di un maggior approfondimento così come le trame, e sotto-trame, che ampliano il loro raggio d’azione e si ramificano meglio fornendo un quadro più ampio degli intrecci che animano la cittadina e quindi lo show.

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