The Big Sick di Michael Showalter | Recensione
Pubblicato il 18 Novembre 2017 alle 15:00
Nel nuovo film da Amazon Studios Michael Showalter ci racconta, con un taglio ironico e toccante, la stranissima storia d’amore fra un cabarettista pakistano e una studentessa universitaria di Chicago.
La malattia si affronta col sorriso. Questa settimana lo abbiamo già visto con Ogni Tuo Respiro, debutto alla regia di Andy Serkis, biopic nel quale Andrew Garfield e Claire Foy interpretano Robin e Diana Cavendish: nel film diretto dall’ex interprete di Gollum era la donna che riusciva a scuotere l’uomo in difficoltà, facendogli tornare la voglia di ridere e dandogli un motivo per continuare a lottare e a vivere.
In The Big Sick succederà esattamente il contrario: lui, Kumail (interpretato dal cabarettista pakistano Kumail Nanjiani) è un autista di Uber col sogno di sfondare nella stand-up comedy, mentre lei, Emily (Zoe Kazan) è una studentessa all’università di Chicago; i due si incontrano proprio durante uno spettacolo del buon Kumail, ma la storia d’amore che nasce non è destinata a durare perché lui è destinato, per volere della famiglia, a sposare una pakistana.
Accade però che, subito dopo la rottura di quella che sembrava una promettente relazione, Emily si ammala per una brutta infezione e, ricoverata d’urgenza, per essere stabilizzata viene portata dai medici in coma indotto: e così, nei corridoi dell’ospedale, un disorientato Kumail conoscerà i genitori della sua ex fidanzata, ora in bilico fra la vita e la morte, e oltre all’opportunità di farsi perdonare (loro lo odiano perché lui ha spezzato il cuore di Emily) forse quella triste esperienza servirà al giovane comico per capire quali siano le cose che più contano nella vita.
Il film è basato a grandi linee sulla vera storia d’amore di Kumail ed Emily V. Gordon (autrice della sceneggiatura insieme a Kumail), che si ammalò gravemente all’inizio della relazione col comico pakistano: a differenza di Ogni Tuo Respiro siamo molto lontani dai territori del biografico, ma come nel film di Serkis anche qui l’umorismo del protagonista aiuterà il pubblico e gli altri personaggi a superare il periodo drammatico della convalescenza di Emily.
Nonostante il successo di critica in patria difficilmente vedremo The Big Sick ai prossimi Oscar, com’era invece accaduto l’anno scorso al grandissimo dramedy distribuito sempre da Amazon Manchester by the Sea: il film di Showalter non è così ambizioso e non arriva mai ai livelli del film di Kenneth Lonergan, né dal punto di vista della commedia né tanto meno da quello del dramma.
Ma è comunque un’opera molto, molto godibile The Big Sick (a tratti anche esilarante), che vi terrà compagnia per due ore e dalla quale potreste anche uscire arricchiti: si parlerà di amore e dell’importanza della famiglia, dell’incontro fra culture diverse, dell’imparare ad essere onesti tanto con gli altri quanto con se stessi. Benissimo tutti gli attori, con la sempre splendida Holly Hunter e il divertente Ray Romano che rubano la scena nel ruolo dei genitori di Emily. Da segnalare inoltre la presenza di Judd Apatow in produzione: il grande regista, sceneggiatore e soprattutto produttore dietro tantissime commedie di successo del ventunesimo secolo (fra tutte Funny People e 40 Anni Vergine) ha aggiunto un’altra piccola perla alla sua invidiabile carriera.