Gaston n°1 – Gli Archivi Della Gaffe: Recensione

Pubblicato il 9 Dicembre 2011 alle 10:10

Da Nona Arte arriva il primo volume delle vecchie strisce di Gaston Lagaffe, il più simpatico e indolente fra i collaboratori del Giornale di Spirou e Fantasio.

Autori: Franquin & Jidéhem
Casa Editrice: Nona Arte
Provenienza: Francia
Prezzo: € 14, 90; 21X29; 48 pp.; col. C.
Data di pubblicazione: 2011

Nel 1938, sull’onda di un magazine di successo come Le Petit Vingtième, dove venivano ospitate le prime avventure di Tintin, l’editore belga Dupuis decise di varare una nuova rivista, in cui avrebbero trovato posto sia fumetti autoprodotti sia traduzioni di comics americani. Così nacque nell’aprile di quell’anno Le Journal de Spirou, battezzato in questo modo in onore dell’eroe principale: il giovane ascensorista Spirou che presto avrebbe cominciato a far coppia con l’inseparabile compagno di avventure Fantasio. La popolarità del giornale crebbe negli anni, in parallelo alla sua importanza, e attraverso cambi di nome, formato e foliazione, è giunto sino ai giorni nostri, consegnando alla storia alcune fra le più grandi BD mai prodotte.

Quando l’apporto di Rob-Vel, il creatore originale di Spirou, venne a mancare a causa della Seconda Guerra Mondiale, il suo posto venne preso dal talentuoso Joseph Gillain, in arte Jijé, che divenne l’autore principale e tuttofare della rivista. La quale, sempre a causa della guerra, aveva subito anche l’abbandono delle serie americane. Verso la fine degli anni’40 e l’inizio dei ’50 il team venne però infoltito da una serie di giovani che di lì a poco sarebbero entrati nella leggenda. Jean-Michel Charlier Victor Hubinon diedero vita al nuovo classico Buck Danny, Morris introdusse Lucky Luke, Peyo tirò fuori dal cilindro i suoi Puffi, e, solo per citarne un altro, Maurice Tillieux presentò Gil Jourdan. Con tali nomi e tali serie, la pubblicazione (nel frattempo rinominata semplicemente Spirou) cominciò una simbolica rivalità qualitativa con il magazine di Tintin, l’altra grande rivista di fumetti franco-belga dell’epoca.

La competizione fra le due testate era tale che un autore pubblicato sull’una non poteva lavorare per l’altra. A questo tacito accordo si attennero quasi tutti i fumettisti delle rispettive riviste, salvo alcune rare eccezioni, fra cui spicca quella di André Franquin. L’artista belga creò per Tintin Modeste et Pompon, e per la rivista rivale prese in consegna da Jijé la serie di Spirou, nella quale introdusse Marsupilami, il personaggio che gli avrebbe dato grande notorietà. Ma questa non fu l’unica sua creazione, perché nel 1957 fece assumere al giornale l’impiegato inimpiegabile: Gaston Lagaffe.

Una prima apparizione, quella del bizzarro Gaston, in punta di piedi. Una piccola illustrazione (la stessa riportata in copertina) in cui si presenta sulla soglia della redazione di Spirou, titubante ed elegante come non sarebbe mai più stato. Sì perché già dalla seconda avrebbe abbandonato la timidezza, e dalla terza avrebbe fatto capolino la sua tipica divisa: jeans con risvolto, maglione verde troppo corto e sigaretta. Anche la sua indole pigra e strafottente sarebbe presto emersa da queste vignette scontornate, circondate soltanto da una cornice di passi. Una strategia introduttiva sapiente e modernissima di Franquin e del suo collaboratore Jidéhem, che si riservarono di svelare poco a poco il mistero e il carattere di questo loro particolarissimo antieroe.

Gaston sostiene di essere stato assunto da qualcuno per lavorare sul settimanale, senza una precisa mansione, ma con l’obiettivo di diventarne uno degli eroi. Nel frattempo, in mancanza di spazio, si dedica agli hobby e ai lavori più strampalati all’interno della redazione, combinando un’infinità di guai. Ben presto appare chiaro il perché del suo cognome Lagaffe, e nel meccanismo della gag entrano stabilmente Spirou e soprattutto l’irascibile Fantasio, nel ruolo del capo frustrato dalle sue azioni sconsiderate.

Nell’edizione che Nona Arte riporta fedelmente dall’originale Dupuis del 2009, è interessante assistere alla lenta evoluzione di Gaston all’interno della rivista, all’emancipazione del suo ruolo e al sempre maggiore spazio guadagnato dalle sue apparizioni, fino a meritarsi delle tavole intere in caso di gag più elaborate. Alla fine il personaggio arriva ad ottenere una vetrina fissa per le sue divertenti scenette, organizzate in forma di strip. Sebbene di stampo infantile, l’umorismo di Franquin e Jidéhem è sovente in grado di strappare un sorriso anche al lettore più adulto, grazie alla presenza di un antieroe già così moderno e divertente come Gaston. Per quanto riguarda il tratto poi, si va sul sicuro livello qualitativo garantito da autori cresciuti nella tradizione della scuola di Marcinelle, caratterizzata da una maggiore attitudine verso l’aspetto caricaturale, comico e dinamico dell’interpretazione della realtà.

Un volume assai godibile quindi, ma per via di un prezzo sicuramente non per tutte le tasche, più orientato verso il collezionista che verso un probabile lettore occasionale. Considerando la scarsa notorietà del personaggio e soprattutto ciò che il volume offre e chiede in cambio, sarà difficile che un bambino lo prenda in mano. Ed è un peccato.

Voto: 7

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