Conquistadores | Recensione
Pubblicato il 17 Novembre 2017 alle 17:00
Cosmo porta in edicola la prima prova da disegnatore di Giancarlo Olivares in Francia, alle prese con le gesta di Francisco Pizarro
Francisco Pizarro, figlio di una coppia di umili origini, è riuscito nella sua vita a diventare un celebre condottiero spagnolo, a sottomettere l’Impero Inca e a fondare una città che esiste ancora, Lima. In questo fumetto lo vedremo cercare di raccogliere i fondi per la sua impresa nelle Americhe, viaggiare verso il Nuovo Mondo con le speranze dei suoi uomini, lottare con i suoi rivali, primo fra tutti Almagro, per ottenere gli onori ed i denari che voleva per sè solamente e, alla fine, perire di fronte ai torti che aveva causato.
Chiunque leggesse questo riassunto si aspetterebbe un fumetto ricco di avventura e suspence, ma purtroppo le attese sono state deluse. La narrazione, pur essendo molto veloce, è tuttavia molto soporifera e, per questo, non riesce a dare alcuna suspence al lettore, che si trova a girare le pagine sperando che qualcosa lo emozioni. E quando sembra che qualcosa stia per succedere (un duello, una sommossa,…), ecco che accade l’evento (la scoperta di una città, il raggiungimento della meta prefissata) che rimette tutti d’accordo… uno stratagemma narrativo usato parecchie volte in questa serie e che non fa altro che deludere il lettore nella sua contsante attesa di qualcosa di emozionante.
Purtroppo anche i dialoghi di Jean-François Di Giorgio (Samurai, Erik il Rosso) sono troppo banali per riuscire a far incuriosire il lettore su questi personaggi, che a dirla tutta appaiono piuttosto piatti e monodimensionali. Lo stesso Pizarro viene tratteggiato poco, pur essendo il protagonista, non vengono mai indagate le motivazioni profonde per cui compie un certo gesto; e gli altri personaggi della vicenda sono delle comparse, come la sua amante, che lo ha accompagnato per buona parte della sua vita e che avrebbe potuto essere sfruttata meglio nel raccontare la vita del conquistador spagnolo; o Almagro, il suo rivale, che storicamente ha fatto più di quanto nel fumetto sembra, qui esaurendosi in un marito innamorato, ma alcolizzato e crudele. Poi, a dire il vero, le donne in questo fumetto le si vede quasi solo in camera da letto, quindi il loro ruolo è abbastanza secondario.
Oltretutto alcuni eventi li ho trovati slegati tra loro, senza una narrazione coesa, ma ciò forse dipende anche dal fatto che ci troviamo di fronte a tre tomi distinti, pubblicati in Francia come L’Or de Fous per Soleil (evidentemente un titolo troppo poco attraente per il pubblico da edicola…), usciti tra l’altro in un periodo tra il 2012 ed il 2016. In ogni caso è un difetto che ho riscontrato soprattutto nell’ultimo capitolo, Vincere o… morire.
Di questa opera si salvano invece i disegni dell’italiano Giancarlo Olivares, qui alla sua prima, ma non ultima, prova nel fumetto franco-belga, ma già disegnatore per molte serie della Sergio Bonelli Editore: una buona prova, a dire il vero, con personaggi ben disegnati e con cura anche nei particolari. Le scene di combattimento sono bene ritratte, con un buon dinamismo e senso dell’azione. Tuttavia è innegabile che qui i colori avrebbero reso il tutto più pregevole e fatto apprezzare di più l’arte stessa del volume.
Venendo all’edizione italiana, è vero che il prezzo è competitivo, 5 euro per tre volumi francesi – 144 pagine -, ma qui il colore, come detto, avrebbe fatto apprezzare di più il tutto. In ogni caso le ridotte dimensioni non pregiudicano eccessivamente la possibilità di apprezzare la ricercatezza del disegno e la lettura è comunque agevole.