Tex 685 | Recensione

Pubblicato il 13 Novembre 2017 alle 17:00

Continua la ricerca dell’assassino di Justin Lang, mentre il selvaggio Wolfman esige la sua vendetta.

Alla fine di Tex 684 eravamo rimasti con Duncan “Wolfman” Lang sceso fino a Silver Bow per fare i conti con Tara Rhades, la ragazza aggredita dal fratello di Wolfman, Justin Lang, ucciso quella stessa notte. Wolfman Lang vuole trovare l’assassino del fratello ed arrivare ad una resa dei conti, è disposto a fare a pezzi l’intero villaggio di Silver Bow, per questo Tex Willer e Kit Carson si sono  messi a protezione degli abitanti.

C’è insomma un assassino da trovare, ed in apertura di questo Tex 685 il colpevole sembra essere il fratello di Tara, il piccolo Percy Rhades. Ma la storia è appena all’inizio ed il finale saprà cogliere di sorpresa anche gli esperti di gialli più smaliziati.

Quella creata da Pasquale Ruju è infatti una perfetta trama da giallo in stile Agatha Christie, perché di persone che volevano fare la pelle al fuorilegge Justin Lang ce n’è più di uno a Silver Bow. Ma le accuse ed i moventi si rimpalleranno di continuo, prima dando presunte certezze e poi confondendo il lettore, portandolo verso una soluzione finale sospettata ma abilmente depistata nel corso della storia da un ispirato Ruju.

Silver Bow è un villaggio di profonda montagna, il cui gelo invernale sarà inaccogliente per Tex così come la minaccia di Wolfman Lang, nascosto tra le foreste ai margini del villaggio. Insomma, stiamo parlando di una storia che metterà il nostro Tex Willer a confronto con degli estremi: la natura inospitale delle foreste innevate di Silver Bow; le paranoie, la paura e la voglia di sopravvivenza degli abitanti del paese pronti a trovare un capro espiatorio pur di evitare una carneficina; e infine lo stesso Duncan Wolfman Lang, un uomo bruto e animalesco capace di portare Tex, nel finale, ad uno scontro fisico (e non solo) giocato sull’istinto e sulla forza.

Infatti I Difensori di Silver Bow è una storia ottima già solo per il gran finale nel quale Tex sarà protagonista di una sfida ai limiti, in mezzo alle foreste innevate ed a petto nudo, con lo stesso Wolfman. Insomma uno scenario selvaggio che richiama anche il finale della celebre pellicola The Revenant con protagonista Leonardo Di Caprio.

I disegni di Alfonso Font accompagnano bene la trama di Pasquale Ruju, anche se questa volta sembrano non andare oltre. Font tende ad utilizzare uno stile classico texiano senza osare, cosa che penalizza alcuni momenti topici della storia come lo scontro tra Wolfman e Tex, che ha come scenario le fantastiche foreste di Silver Bow, utilizzate come semplice contesto, anziché come vera e propria ulteriore forza narrativa ed emotiva della storia. Uno scontro corpo a corpo tra Tex ed un selvaggio delle montagne, sotto la neve, in mezzo alle foreste, ed a petto nudo, avrebbe forse meritato un po’ più di atmosfera e di esaltazione visiva del momento.

L’albo è comunque un’ottimo proseguimento del precedente Wolfman, un primo capitolo esaltante di una storia che ha messo al centro un vero e proprio giallo, con tanto di serial killer a caccia di vendetta. L’essere alle prese con un mistero da risolvere, con in più un selvaggio delle foreste che esige il proprio tributo di sangue, ed un intero paese in preda alla paura e la paranoia sono l’ottimo cocktail di una piacevole storia Texiana, che aveva nel soggetto un paio di elementi bomba che forse potevano essere ancora più esaltati, ma che comunque sono stati ben dosati da Pasquale Ruju.

Insomma Tex non tradisce mai, e gli abitanti di Silver Bow ne sanno qualcosa.

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