Gantz: G 1 | Recensione
Pubblicato il 14 Novembre 2017 alle 17:00
Riuscirà Hiroya Oku a risollevare i fan dopo la mezza delusione della serie originale?
Un gruppo di studenti delle scuole superiori sta facendo una gita. Mentre si trovano sul pullman che li trasporta, questo esce fuori strada, cadendo da un ponte. Pochi istanti dopo i passeggeri si risvegliano in una stanza vuota con al centro una strana sfera nera, che all’improvviso si attiva. I veterani Abiko e Fujimoto cercano di avvertirli su quello che dovranno affrontare ma ovviamente molti studenti credono si tratti di un programma TV o simile. Ma la realtà è molto diversa quando si acconrgono di essere stati trasferiti nello zoo di Ueno, in cui dovranno dare la caccia all’Alieno Belva.
Abbiamo di fronte uno degli spin-off di Gantz, iniziato in Giappone nel 2005 e composo da tre volumi. Per ora sembrerebbe slegato dalla serie orginale di Gantz se non per il fatto che una delle alunne, Kurona, ha lo stesso nome del protagonista di Gantz (Kurono). Tuttavia i collegamenti sembrano finire qui poichè non è necessario aver letto Gantz per capire cosa succede in questo manga, dato che i due veterani spiegano in maniera abbastanza dettagliata il “gioco” da affrontare.
Questo è positivo, ma è anche vero che chi conosce la serie originale non proverà lo stesso impatto di novità che prova il neofita e, a dire il vero, la trama di questo primo numero presenta ben pochi altri elementi apprezzabili, a parte i seni femminili, veri marchi di fabbrica della serie…
I dialoghi sono veramente tirati e spesso si risolvono in nulla più che frasi banali e non necessarie, degne comunque di personaggi che non hanno un minimo di carisma. La stessa protagonista, Kurona, si rivela solo nell’ultima pagina per l’obiettivo che si propone, per il resto sembra una delle tante studentesse senza carisma che vediamo all’inizio del manga. Ma abbiamo in teoria ancora due volumi per ricrederci.
Nemmeno Abiko e Fujimoto danno l’impressione di poter dire la loro in futuro, risolvendosi per ora in meri istruttori del gioco.
Insomma il fanservice e alcune scene sanguinolente la fanno da padrone, anche grazie alla scelta di introdurre così tante giovani ragazze nella trama. Un vero peccato perchè uno spin-off spesso si risolve per gli autori in un utile supplemento per approfondire elementi della trama principale. Qui invece si è scelto di intraprendere una strada completamente indipendente, ma sembra che l’unico scopo sia sfruttare il nome del franchise.
Il lato artistico migliora un po’ il voto generale, ma a mio parere siamo ben lontani dalle magnifiche tavole che Gantz era riuscito a proporci nella sua serie principale. Keita Iizuka si mantiene sullo stile realistico del Gantz originale, ma qui molte volte le scene appaiono piatte con delle ombreggiature che spesso non sono lo stato dell’arte. La dinamicità dei movimenti invece è resa bene, soprattutto nelle scene di combattimento con gli alieni nello zoo di Ueno.
Venendo all’edizione italiana Planet Manga, abbiamo un classico brossurato senza sovracopertina, per un prezzo di euro 4,50, senza alcun redazionale che presenti la serie principale.