Green Valley di Max Landis & G. Camuncoli | Recensione in anteprima

Pubblicato il 9 Novembre 2017 alle 10:00

La miniserie di Max Landis, disegnata da Giuseppe Camuncoli, è una storia che difficilmente dimenticherete dopo averla letta.

Max Landis è un figlio d’arte, suo padre John Landis ha realizzato alcuni grandi capolavori della storia del cinema degli ultimi quarant’anni (da Animal House a Blues Brothers, passando per Un Lupo Americano a Londra; senza dimenticare il videoclip Thriller di Michael Jackson che ha segnato un’epoca). Spesso i figli d’arte non sono all’altezza dei padri, forse perché si perdono nel tentativo di scimmiottarli, o magari perché non hanno la stessa fame e voglia di arrivare dei loro genitori.

Max Landis è un degno figlio d’arte. Ciò che lo rende tale è il fatto che abbia voluto prendere una strada simile ma allo stesso tempo differente dal padre. Il ragazzo classe 1985 sta maturando un suo preciso stile, e sta svariando senza alcun problema da un mezzo all’altro: dal cinema, alle serie tv, ai fumetti. E Green Valley è il suo ultimo fumetto.

Dopo Superman: Alieno Americano Max Landis decide di cimentarsi con un fantasy, che, a mano a mano che si andrà avanti con la lettura dei nove numeri che compongono la serie proporrà una commistione di generi sempre più varia, e sorprendente.

Ma partiamo dalla trama: i protagonisti di Green Valley sono un glorioso gruppo di cavalieri: Bertwald, Ralphus, Gulliver e Indrid. Insieme formano i guerrieri di Kelodia. A capitaneggiare il gruppo è Bertwald, un combattente valoroso, ma stanco e voglioso di passare il resto della propria vita al fianco del suo amore: Amalia.

Ciò che accadrà durante l’ultima notte di gloria dei guerrieri di Kelodia all’interno del castello di Erskine segnerà profondamente le loro vite. Il destino di Ralphus, Gulliver, Indrid e soprattutto Bertwald sarà segnato da quella notte, compromettendone la felicità e la gloria. Ma in loro soccorso arriverà un giovanissimo ragazzo, Percival, che chiederà al gruppo di tornare a imbracciare le armi per salvare il suo villaggio, Green Valley, attaccato da un potente e oscuro stregone.

Descrivere la trama di questa storia senza incappare in spoiler non è affatto facile, tutto ciò che è stato raccontato in queste righe non riesce assolutamente a descrivere ciò che troverete nel corso della lettura.

Max Landis riesce a costruire una trama che tramuta una classica storia fantasy in qualcosa di molto più particolare, rendendo il destino dei protagonisti una cavalcata verso l’ignoto e l’inaspettato. E proprio nel momento in cui il lettore crederà di aver compreso dove la storia stia andando a parare verrà colto di sorpresa da un totale cambiamento di rotta. E così il fumetto scorrerà su questi binari fino all’ultima pagina.

Max Landis da buon ragazzo di cinema ha cercato di costruire una storia fatta di tempi narrativi molto cinematici: la tavola si divide spesso in dodici o anche quindici vignette, con una gabbia ben strutturata che sa mettere in evidenza le immagini principali, senza appesantirsi troppo agli occhi del lettore. La molte immagini vengono spesso messe in successione creando quasi un effetto pellicola. Nonostante si tratti di una storia d’azione le splash page non sono moltissime, ma quando compaiono riescono a rimanere ben impresse nel lettore.

La sceneggiatura di Landis è stata accompagnato al meglio dai disegni di un ispiratissimo Giuseppe Camuncoli. Nell’editoriale che fa da postfazione al primo numero Camuncoli descrive il suo grande amore per il fantasy, nato grazie alle partite a Dungeons & Dragons, ed all’infatuazione per le illustrazioni di Larry Elmore e Jeaff Easley che ne accompagnavano i manuali.

Camuncoli con le sue linee morbide riesce a rendere i disegni leggeri, creando un equilibrio perfetto tra dettagli e realismo nei particolari, ed una piccola dose di cartoonesco. I disegni riescono perciò a risultare abbastanza leggeri da far immergere il lettore nel contesto fantasy della storia, ma realistici quanto basta per godere al meglio delle scene d’azione e di movimento (che spiccano in maniera grandiosa, facendo letteralmente schizzare le immagini fuori dalla tavola).

I colori di Jeaun-Francois Beaulieu che hanno una cromatura di base abbastanza chiara si adattano ottimamente alla dimensione fantastica della storia ed al tratto leggero di Camuncoli rendendo Green Valley un fumetto visivamente Marveliano.

Ma siamo alla Image Comics ed in Skybound, dove la prerogativa principale è creare grandi idee e storie originali, e Green Valley di Max Landis è proprio questo: un fumetto che ha il ritmo di un telefilm, con un cliffhanger ad ogni finale di numero, e che vi farà arrivare a sfogliare l’ultima pagina rapiti, riempiti di emozione e pronti ad asciugarvi le guance da una lacrima.

Se non avete mai letto un fumetto iniziate con Green Valley, v’innamorerete di questa storia e di come i comics siano capaci di riempire gli occhi ed il cuore dei lettori. Proprio come le storie di Max Landis si propongono sempre di fare.

Nota di merito alla cura editoriale per l’edizione italiana di SaldaPress che ha offerto, oltre agli spillati singoli, anche un’edizione in nove volumetti da 20 pagine composti da carta pregiata e resistente, adattissima per esaltare i colori vivaci della storia e per rimarcare il contesto fantasy ed epico (si ha quasi l’impressione di sfogliare un testo sacro). Inoltre, ottima è stata l’idea di chiudere la serie pubblicando le lettere che i lettori americani hanno inviato nel corso della serie a Landis e Camuncoli, tanto per far capire che impatto abbia avuto la lettura di Green Valley sul pubblico americano degli appassionati di comics.

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