Call of Duty: World War II | Recensione PS4

Pubblicato il 8 Novembre 2017 alle 17:00

Per tutti i nostalgici dei giochi ambientati durante la seconda guerra mondiale è arrivato l’attesissimo Call of Duty: World War II, lo spara tutto in prima persona che ha già rivoluzionato il genere ai tempi delle sue prime uscite, adesso torna con una smagliante veste grafica ricalcando i leggendari campi del secondo conflitto globale.

Call of Duty: World War II è un videogioco del genere sparatutto in prima persona, sviluppato da Sledgehammer Games e pubblicato da Activision per le piattaforme PlayStation 4, Xbox One e Microsoft Windows, il 3 novembre 2017.  Il titolo è completamente doppiato e sottotitolato in Italiano.

In questo gioco vestiremo i panni del giovane soldato texano Ronald Daniels, che appartiene alla prima divisione di fanteria degli Stati Uniti e che inizierà la sua esperienza proprio nel teatro bellico più cruento, quello dello sbarco in Normandia. La campagna principale inizia dunque così, narrando una storia abilmente intessuta, con colpi di scena, non del tutto inaspettati, piena di fasi cruente e con omaggi continui all’eroismo dei soldati alleati, in particolar modo sull’esercito americano, che rende questo titolo piuttosto patriottico.

Durante lo svolgersi della trama impareremo a conoscere meglio i vari membri del nostro plotone, ognuno con un suo carattere e una sua differente mansione, con ognuno di loro avremo un differente rapporto e un legame emotivo che sarà cruciale in alcune fasi del gioco. È proprio l’aspetto emozionale quello su cui si punta di più, e che innesca dei sentimenti profondi nello svolgersi della storia, che non brilla per originalità, ma è comunque narrata con un’ottima regia.

Il percorso della campagna sarà quello cronologico dell’avanzata alleata dopo lo sbarco in Normandia, che ci accompagnerà dapprima sul suolo francese e poi verso il cuore della Germania per porre fine al conflitto. Le varie fasi del gioco saranno intervallate con il sempre valido sistema di checkpoint, da cui riprenderemo il gioco qualora venissimo uccisi. La messa in scena di Call of Duty: WWII è senza dubbio una spettacolarizzazione cinematografica che ci trasmetterà, missione dopo missione, esaltazione e coinvolgimento, mantenendo sempre alta la nostra attenzione e senza mai farci annoiare.

Dal punto di vista grafico Call of Duty: World War II è esteticamente uno dei titoli più belli che si possa vedere sulle console di nuova generazione. I video narrativi del gioco sembrano a tutti gli effetti filmati reali, con un livello dettaglio davvero impressionante. Ma anche l’aspetto grafico del gameplay non si distanzia tanto da questi, tanto da lasciar a bocca aperta spesso e volentieri in alcuni scenari, come ad esempio nella missione della campagna per liberare Parigi dai nazisti, in cui è ricreata la piazza di Notre Dame con una cura per il dettaglio impressionante.

Indubbiamente è l’esperienza di gioco a beneficiarne, regalando un’immersività appagante e convincente, che sorprende e coinvolge ancor di più. La parte del leone la fanno la modellazione poligonale e la qualità delle texture che hanno ormai raggiunto apici di realismo mai visti sulle nuove console. Il frame rate del gioco è piuttosto stabile anche se nelle fasi più concitate degli scontri, dove lo schermo è pieno di poligoni che mettono dunque il processore a dura prova, si nota qualche calo.

I modelli poligonali come dicevamo sono altamente dettagliati e curati, con i personaggi della storia, i veicoli e soprattutto le scenografie, realizzati con estrema cura, anche nei dettagli più impensabili.

Passando poi alla colonna colonna sonora di Call of Duty: World War II, è un altro aspetto di forza del titolo. La Soundtrack è degna dei migliori film di guerra ad alto budget e sia nelle fasi narrative, che introduttive, riempie con un tappeto sonoro epico e abilmente intessuto ogni fase d’attesa del gioco.

Inoltre, come è ormai consuetudine della serie Call of Duty, anche questo titolo è stato completamente doppiato in italiano, con una serie di doppiatori storici e noti anche per il grande schermo.

Il gameplay è un aspetto decisamente riuscito del titolo, con un ritorno alle origini della serie ma con l’aggiunta di alcune nuove implementazioni davvero interessanti che rendono le fasi di gioco molto variegate e coinvolgenti. Infatti si passerà dalle classiche fasi di shooting puro e crudo, con l’uso di tutto l’arsenale messo a disposizione delle truppe durante la seconda guerra mondiale, a delle fasi di gioco molto più stealth, dove dovremo evitare di essere scoperti, nascondendoci ed evitando il più possibile di lasciare cadaveri in giro. O ancora dei sincopati inseguimenti e sparatorie a bordo di jeep, carro armati, aerei e quant’altro.

A differenza dei titoli precedenti, non ci sarà l’autorigenerazione della vita del nostro protagonista una volta che verremo feriti, ma dovremo recuperare dei medikit oppure chiederne ad uno dei nostri compagni uno. I nostri commilitoni potranno anche rifornirci di munizioni, granate, fumogeni e indicarci le posizioni nemiche. Questa novità introdotta ci farà sentire a tutti gli effetti parte di un’unità, sebbene resti la macchia dell’immortalità dei nostri compagni storici, che però non avremo il penoso obbligo di proteggere dalla morte.

Oltre alla campagna single player avremo a disposizione per giocare anche la modalità zombie e l’immancabile modalità multiplayer, forse l’aspetto principale di Call of Duty: World War II. Proprio in questa modalità sono state introdotte le Divisioni, un nuovo sistema di classificazione dei soldati che ci permette di avere una progressione ben più dettagliata a seconda dei reparti d’appartenenza. Avremo infatti a disposizione delle classi differenti, con caratteristiche e ricompense esclusive legate alla tipologia d’arma che utilizzeremo. Il tutto verrà organizzato in un Quartier Generale, dove potremo incontrare altri giocatori, scegliere degli Ordini e Contratti da portare a termine entro un dato periodo di tempo, fare pratica con le nuove serie d’uccisioni, o infine sfidare qualcuno in un sanguinoso 1vs1.

Nel solido comparto tecnico di Call of Duty: World War II, c’è però una crepa, anche abbastanza vistosa, e riguarda l’intelligenza artificiale. Infatti questo aspetto non si attesta sull’elevato standard del resto del gioco. Negli scontri infatti troveremo gli avversari che si limitano a rispondere al fuoco rifugiandosi nella prima copertura disponibile e tentando dei raid spesso piuttosto inutili e a volte ridicoli. Più spesso il nemico proverà ad avvicinarsi con tattiche di accerchiamento, ma quando poi si arriva al corpo a corpo il comportamento intelligente dell’NPC si perde di colpo.

La longevità, come per ogni FPS che si rispetti è un po’ un tallone d’Achille, infatti la campagna single player di gioco si attesta tra le 6 e le 8 ore, un po’ pochine a dirla tutta, ma Call of Duty: World War II, ha sopperito a questa lacuna con le altre modalità messe a disposizione. Oltre alla modalità Zombie, avremo l’imponente modalità Multiplayer che ci mette a disposizione i classici scenari che vanno dal Deathmatch a Squadre a Cattura la Bandiera, o ancora da Uccisione Confermata a Posizione, con l’interessante novità introdotta del Gridiron. Questo gioco assomiglia un po’ al football americano con i lanci e blitz che ci serviranno per mandare la palla fino alla meta.

Infine ad allungare la longevità ci sono nella campagna single player dei ricordi da recuperare dispersi nella mappa, mentre nella modalità multiplayer ci saranno da sbloccare tutta una serie di collezionabili e upgrade per le armi, che rendono questo titolo decisamente longevo.

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