Bubble Shock 1: Recensione
Pubblicato il 30 Novembre 2011 alle 11:32
Una favola moderna, a metà tra Miyazaki e il Mago di Oz, di una coppia d’autori che fino ad oggi ci aveva abituati a ben altre ambientazioni e ci vuole sorprendere con una storia d’avventura per giovani lettori.
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Bubble Shock 1 – Altrove
Autori: Massimo Spiga (testi), Francesco Acquaviva (disegni)
Casa Editrice: MeLeto Comics
Provenienza: Italia
Prezzo: 2,39 € (disponibile su App Store)
Juliette Ballard è una simpatica canaglia, una bambina sempre pronta a cacciarsi nei guai ed organizzare scherzi o trappole ai componenti la sua ricca famiglia.
Un giorno, dopo l’ennesima marachella, Juliette decide di scappare di casa per raggiungere Alejandro, un bambino brasiliano di cui sembrerebbe essere innamorata.
Ma la piccola si perde all’aeroporto di Londra e si risveglia su un’isola sconosciuta, che tutto sembra fuorché il Brasile, dove fa presto conoscenza di alcuni buffi personaggi che sembrano usciti da un libro di Rodari, capitanati da un ragazzino suo coetaneo, Justin Chevalier, che si comporta in modo curioso mantenendo atteggiamenti e comportamenti aristocratici che sembrano esser d’altri tempi…
Primo fumetto dedicato ai lettori più giovani per il dinamico duo Spiga/Acquaviva, già autori di storie ben più “adulte” per stile e tematiche trattate (come Made in Italy: L’Infame e Backstage, entrambe da noi recensite), questo primo numero di Bubble Shock ci immerge già dalle primissime tavole in un mondo fiabesco e stralunato, dove nulla è precluso e tutto può succedere.
Un’ambientazione a metà tra Alice nel Paese nelle Meraviglie (c’è anche un bianco coniglio parlante…) e Il Mago di Oz, con una punta ed anche più di Miyazaki (su tutti l’enorme maiale baffuto con sciarpa e occhiali da aviatore), coerente nella sua assurdità un po’ lisergica, dove si sparisce in un aeroporto rapiti da un mucchio di farfalle luminescenti e ci si ritrova a parlare come se niente fosse (o quasi) con un pinguino che se ne va in giro col cappellino da baseball rigirato e gli occhiali da sole e per riparare un Turbojet X Plus (sic) ha bisogno di sopracciglia di tartaruga…
Insomma, gli stereotipi della favola moderna ci sono tutti e questo primo numero lascia già intuire, grosso modo, dove si andrà a parare.
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Quello che sorprende, piuttosto, è il deciso cambio di direzione del duo: dopo Backstage, per esempio, con il suo bel campionario di tristi personaggi contemporanei (veline un (bel) po’ spinte, politici corrotti, conduttori senza scrupoli e pseudo stupratori disposti a tutto pur di avere il loro bel quarto d’ora di celebrità di warholiana memoria), e le storie tratteggiate con tutti i crismi dell’acida critica sociale e l’attualità più vera del vero (ri)vomitata senza troppi compromessi , i due ci presentano questa storiellina leggera leggera per bambini con un gruppetto di strambi personaggi persi su un’isola misteriosa molto più vicina a l’Isola che non c’è di Peter Pan che a quella di Lost…
C’è da dire, però, che nonostante il cambio di rotta, i due confermano pregi e difetti che mi sembra li possano ormai contraddistinguere: la solita, eccessiva, voglia di raccontare di Spiga, che vorrebbe mettere sulla pagina tante più cose di quelle che può e rischia a volte di tracimare nel confusionario e, paradossalmente, nel superficiale, ed i soliti disegni di Acquaviva, autore con una certa stoffa ancora, però, piuttosto “nascosta” che non riesce a mantenere l’equa distanza tra la sintesi del tratto e la cifra stilistica propria e definita: certe anatomie troppo esplicitamente inesatte sono poi ai limiti dell’incomprensibile (anche se in questo Bubble Shock, con la fantasia a farla da padrona, il disegnatore sembra essere più a suo agio, svincolato da un canone di veridicità assoluta che poteva intrappolare il suo stile volutamente sporco e sintetico e che lo trascinava a volte verso brutte figure come ad esempio la mal caratterizzata velina di Backstage o, ancor di più, le pessime anatomie di Bill Barros, il comico protagonista sempre di Backstage …).
A tirar le somme possiamo così tranquillamente confermare quanto già detto in passato recensendo un fumetto di Spiga e Acquaviva: un albo senza infamia e senza lode, che si lascia leggere (nonostante qualche aspetto un po’ confusionario qua e là, sia per quanto riguarda i testi che per quello che concerne i disegni) ma senza riuscire a marcare bene il territorio o imprimere una qualche traccia significativa.
E’ solo il primo numero dell’avventura (questo volume dovrebbe essere incipit ad una serie di tre) ed aspettiamo ben volentieri la conclusione per un giudizio definitivo, ma per ora l’impressione è questa.
Due parole, in conclusione, sull’app proposta dalla MeLeto: sulle (solite) specifiche e caratteristiche niente da aggiungere a quanto già detto in passato, ma è il prezzo che merita una piccola chiosa di diniego in quanto, a mio modo di vedere, incomprensibilmente alto.
2,39 € per un fumetto di nemmeno cinquanta pagine sono decisamente troppi, rispetto ai prezzi proposti dal mercato dell’App Store, e soprattutto in considerazione del fatto che in giro per il negozio virtuale della casa di Cupertino si possono trovare applicazioni di ben altro livello, come ad esempio quella dedicata al Jekyll & Hyde di Mattotti di cui vi abbiamo già parlato, che addirittura può essere scaricata gratuitamente…
Voto: 6-
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