Vampire Princess Miyu Vol. 1 Limited Edition: Recensione

Pubblicato il 28 Novembre 2011 alle 11:00

Dopo gli OVA e l’anime TV arriva in Italia la versione cartacea della saga horror sulla principessa dei vampiri, firmata dalla character designer  originale Narumi Kakinouchi.

Vampire Princess Miyu Vol. 1 Limited Edition

Autore: Narumi Kakinouchi
Editore: RW-Goen
Provenienza: Giappone, 1989
Prezzo: € 1,95 (Limited edition), 11×17, 200 pp., b/n + col, brossura con sovraccoperta
Anno di pubblicazione: 2011

La saga di Vampire Princess Miyu (Kyuuketsuhime Miyu, Miyu la principessa vampira) ha origine nel Luglio del 1988, quando Pony Canyon distribuisce nelle videoteche nipponiche il primo di quattro OVA realizzati dagli studi AIC (Bubblegum Crisis, Oh, mia dea!) sotto la direzione di Toshihiro Hirano (che ora si firma Toshiki Hirano, regista, tra gli altri, di Ken il Guerriero La Leggenda del Vero Salvatore).

Un anno dopo la character designer dell’animazione e  futura moglie di Hirano, Narumi Kakinouchi, inizia la serializzazione del manga omonimo sulle pagine della rivista shojo horror Suspiria di Akita Shoten, primo tassello di una longeva e amata serie che comprende sequel e spin-off che Goen ci presenterà nei prossimi mesi all’interno della Vampire Collection.

Miyu è all’apparenza un’adolescente giapponese come tante altre, dai dolci lineamenti e gli occhi grandi e sognanti. Ma sotto quest’aspetto di normalità si cela in realtà la Principessa dei Vampiri, la quale ha il compito di cacciare quelle creature delle tenebre, quegli Shinma (nome derivante dalla fusione degli ideogrammi di dio e demone), che vagano nel mondo attirati dal cuore corrotto degli umani di cui prendono le sembianze per placare la propria sete di sangue.

Ciascun episodio del manga vede Miyu impegnata nella caccia a uno Shinma, spesso all’interno di una ambientazione scolastica in cui la vampira si finge studentessa per adempiere la propria missione; il canovaccio proposto, quindi, è praticamente il medesimo, che renderebbe la lettura noiosa e ripetitiva se non fosse per i flashback e soprattutto per i due episodi (su sei raccolti nel primo tankobon) che iniziano a rivelare le origini della protagonista, dotati di una scrittura più coinvolgente e drammatica sospesa tra realtà e sogno — o per meglio dire incubo.

E proprio quest’atmosfera sottilmente inquietante è l’aspetto più riuscito di questo volume introduttivo: se gli OVA furono frutto della mediazione tra le idee di Hirano, che voleva una versione al femminile della commedia horror grottesca Akumakun di Shigeru “Kitaro dei Cimiteri” Mizuki, dello sceneggiatore Noboru Aikawa, che puntava sull’aspetto più mostruoso, e della stessa Kakinouchi, nel manga la designer può sentirsi più libera di impostare le storie seguendo le suggestioni gotiche più rarefatte in grado di far sognare il pubblico femminile, che pure si era appassionato alla versione animata e realizzava perfino pubblicazioni a fumetti amatoriali; l’azione e gli scontri con gli Shinma sono ridotti al minimo, dando maggiore spazio all’inquietudine dell’animo di Miyu, in perenne conflitto tra il passato spensierato (e la natura) di umana e la sua solitaria condizione attuale che la spinge a nutrirsi di sangue.

Graficamente l’opera colpirà molto gli appassionati di anime degli Anni Ottanta, dal momento che nelle tavole traspare tutta l’esperienza maturata dall’autrice nel campo dell’animazione, per cui ha lavorato come animatrice, direttrice delle animazioni e character designer in opere come Macross, Iczer 1, o Megazone 23: il tratto, morbido e tondeggiante, richiama molto lo stile dell’Hirano di Iczer e Dangaioh, ma è dotato di una personale gentilezza e romanticismo frutto di una sensibilità tutta femminile.
L’uso sicuro del chiaroscuro e del retino, che ombreggiano corpi e ambienti, accresce l’atmosfera sovrannaturale della storia e copre la povertà degli sfondi, spesso del tutto assenti, pecca che la stessa autrice ammise essere un retaggio del suo passato nel mondo degli anime.

L’edizione Goen presenta un volume solido, dalle pagine bianche di adeguata grammatura, aperto da due belle illustrazioni a colori stampate su carta patinata; la stampa non presenta sbavature, tuttavia le scansioni non sono sempre impeccabili dal momento che è possibile scorgervi dei problemi nella resa dei retini e di aliasing, forse dovuti allo stato dei materiali originali dell’epoca. Impreziosisce il volume una galleria di illustrazioni in bianco e nero.
Il primo albo è disponibile in edizione limited a € 1,95 nelle librerie aderenti la promozione, l’edizione standard è invece venduta al competitivo prezzo di € 4,95: l’unica differenza è costituita dall’illustrazione di copertina.

Vampire Princess Miyu risulta imperdibile per gli appassionati dell’anime, e visto il prezzo è da provare, seppur con qualche riserva, anche da parte delle appassionate del genere.

Voto: 6.5

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