Asterix e la corsa d’Italia | Recensione

Pubblicato il 27 Ottobre 2017 alle 10:00

Il 37° volume delle storie di Asterix ci porta finalmente a scoprire la nostra penisola

A Roma è arrivato fino al Senato il problema delle buche (…) nelle strade, così, per sfuggire alle proprie responsabilità, il senatore Bifidus organizza una corsa di quadrighe aperta a tutti i popoli dell’Impero per dimostrare che le strade romane sono in perfetto stato. Ovviamente anche Asterix e Obelix, pseudo-auriga, decidono di partecipare alla corsa e di sfidare tutta una serie di suggestivi personaggi, tra i quali il campione romano, l’invincibile Coronavirus.

Dopo due anni dalla pubblicazione di Asterix e il papiro di Cesare, Ferri e Conrad tornano per la loro terza esperienza sul personaggio di Goscinny e Uderzo. E l’esperienza ormai maturata in questi anni si vede tutta, essendo riusciti a concepire una storia che in 44 tavole non cala mai di ritmo, ma che contemporaneamente non va mai sopra le righe.

Ovviamente chi spera di trovare una corsa seria rimarrà deluso, in quanto qui la gara, seppure raccontata con incredibile vitalità, è la scusa usata dagli autori per sottolineare come la solidarietà tra i concorrenti sia la vera vittoria, ma anche per inserire una miriade di personaggi nuovi e divertenti, che spero ritroveremo negli albi successivi… soprattutto il lusitano Micafés!

A contorno della gara, immancabili, i giochi di parole e le parodie di personaggi contemporanei italiani, che sono un vero marchio di fabbrica della serie. Dato che il tutto si muove in un contesto prettamente italico, i lettori italiani potranno apprezzare ancora di più i riferimenti e le “prese in giro” che questa storia rivolge all’Italia non solo antica, ma anche contemporanea. La scusa della gara, infatti, porterà i nostri amici Galli a visitare varie parti della Penisola e Ferri e Conrad non hanno mancato di sottolineare alcune “peculiarità” delle città, come Venezia, città che affonda su un terreno un po’ paludoso… però che panorama!

Solo due note un po’ negative: la prima l’ho trovata nella scelta dei nomi, alcuni perchè ricadono un po’ troppo nel luogo comune (come Mozzarella per la moglie di Bifidus), altri perchè, come Coronavirus, nella maggior parte dei lettori probabilmente non faranno scattare istintivamente il collegamento tra nome e ruolo nella vicenda.

La seconda è la copertina scelta, sottotono rispetto alla storia che contiene, ma questo probabilmente è solo il riflesso del mio gusto personale nella costruzione della stessa.

Venendo al disegno, anche Conrad si muove nel solco di Uderzo, dando prova delle sue qualità.

In conclusione, probabilmente mi attirerò le ire dei tradizionalisti, ma a parere mio questa storia rientra in pieno nella migliore tradizione delle storie di Goscinny e Uderzo, mantenendone lo spirito goliardico, ma, in parallelo, anche educativo… e credo che sia questo alla fine che i lettori di Asterix vogliono trovare.

Venendo all’edizione italiana, l’edizione standard, disponibile anche in edicola, offre un cartonato con la sola storia, senza alcuna introduzione, ed una carta di buona qualità. Se invece volete qualcosa in più l’edizione deluxe offre materiale incredibilmente interessante e, sopratutto, le matite di Conrad.

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