Space Anabassis 1 & 2 | Recensione

Pubblicato il 16 Dicembre 2017 alle 17:00

L’Impero Romano domina l’universo in questa avventura cyberpunk, pubblicata da Segni d’Autore.

Se solo Roma fosse rimasta la capitale di quella grossa estensione territoriale che era il Sacro Romano Impero, cosa sarebbe oggi? O, meglio, come?

Si stende su un vasto dominio a livello universale il nuovo impero romano narrato in Space Anabasis, una serie pubblicata da Segni d’Autore. Nata dalla fantasia di Francesco Vacca, un team di disegnatori e sceneggiatori si passano il testimone da capitolo a capitolo per narrare il complotto ordito verso il Cesare dell’anno 2770 dalla Fondazione dell’Impero. Un’ambientazione cyberpunk mischiata a mobilia e vestiario di ispirazione imperiale, un universo sotto lo scacco dei legionari, i Titani di origine nordica emigrati su un altro pianeta che mettono su un colpo di stato (anzi, d’impero). Space Anabasis si apre proprio con quest’ultimo: eliminato il grande condottiero, si cerca di eliminare anche suo figlio, Lucio, che riesce a fuggire grazie all’aiuto di un “samurai mutaforma”, Yoshiro Sato, e del comandante della Guardia Pretoriana, Claudia Fatima. Insieme si prendono l’impegno di proteggere il ragazzo e addestrarlo per farlo diventare il prossimo Cesare. Nel frattempo, il Senato si prepara ad affrontare la presa di potere da parte dei Titani.

Un’avventura in mezzo allo spazio creata sul concetto del “what if…?”, narrata a balzelloni tra una vignetta e l’altra. Si punta la penna alle scene d’azione, con il rischio di perdere la trama tra un cazzotto e un fucile laser. La trama risulta scorrevole e godibile, tenendo per mano il lettore in un viaggio altrimenti dispersivo in un universo tutto nuovo e sconosciuto. L’utilizzo di parole latine affiancate da termini contemporanei crea un piacevole stridio linguistico, che al giorno d’oggi sarebbe impossibile.

Le matite impegnate in questa narrazione sono varie: tra loro troviamo Christian Polito, Matteo Leoni, Stefano Ripamonti, Valerio Alloro, Alessandro Polelli, Lorenzo Gubinelli, Daniele Miano e Francesca Del Sere. Ogni capitolo ha una firma diversa, che correda una narrazione difficile da seguire. I movimenti dei personaggi all’interno delle vignette risultano plastici e poco dinamici, risultando come dei fermo-immagine ed eliminando ogni forma di dinamismo che ci si aspetterebbe in una scena d’azione. Alcuni capitoli sono più corposi e apprezzabili di altri, riconoscendo Space Anabasis come campo di sperimentazione grafica di tutti gli autori.

 

I colori, tenui e ben costruiti, riprendono i disegni, valorizzandoli e dando loro corpo. I singoli capitoli sono colorati da Arianna Consonni, Valerio Alloro, Sara Giuntella, Niccolò Tallarico, Sara Giuntella, Samantha Gallo e Valentina Taddeo, portando la loro visibile firma all’interno della narrazione. Il colore digitale crea morbidamente auree intorno ai personaggi sui punti luce, illuminando le armature scintillanti dei combattenti.

L’evoluzione del co-protagonista Lucio è l’immagine più interessante dei due volumi. La crescita del prossimo Cesare parte da un ragazzino catapultato in qualcosa più grosso di lui, imparando a gestire pian piano le responsabilità che lo investono. Il comandante Fatima Claudia e Yoshiro Sato sono contemporaneamente protagonisti e spalla di Lucio, ravvivando la narrazione con le loro azioni per contrastare la caccia da parte dei Titani.

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