Superman Returns di Bryan Singer con Brandon Routh

Pubblicato il 25 Gennaio 2016 alle 14:45

“Perché il mondo ha bisogno di Superman”. Nel 2006, a 19 anni di distanza dal quarto capitolo della saga cinematografica iniziata da Richard Donner, Bryan Singer ha riportato sul grande schermo un Uomo d’Acciaio mai così umano, fragile ed alienato, alla ricerca di un suo posto tra l’umanità.

Prima ancora del flop di Superman IV: The Quest for Peace, la Cannon aveva preso in considerazione l’idea di realizzare un quinto film che sarebbe stato diretto da Albert Pyun ma la casa di produzione fallì e i diritti tornarono ad Ilya ed Alexander Salkind.

Nel 1990, fu lo stesso Ilya, insieme a Cary Bates e Mark Jones, sceneggiatori della serie tv di Superboy, a scrivere il soggetto per Superman V, che si sarebbe intitolato Superman: The New Movie. La storia raccontava della morte e della resurrezione di Superman a Kandor, la città kryptoniana miniaturizzata e imbottigliata da Brainiac.

Vennero realizzate due stesure dello script e Christopher Reeve sarebbe dovuto tornare nel ruolo dell’Uomo d’Acciaio.

Per pura coincidenza, nel ’92 la DC diede il via alla celebre maxi-saga sulla morte dell’Uomo d’Acciaio, ucciso da Doomsday e poi resuscitato. Il successo del fumetto spinse la Warner Bros. ad acquistare i diritti dai Salkind affidando il progetto al produttore Jon Peters.

Lo studio non voleva utilizzare il soggetto di Superman: The New Movie e venne ingaggiato Jonathan Lemkin per realizzare un nuovo script. La Warner intendeva realizzre un film da sfruttare commercialmente con un massiccio merchandising.

Lo script di Lemkin, intitolato Superman Reborn, raccontava della relazione turbolenta tra Clark e Lois e dello scontro tra Superman e Doomsday. Dopo la morte dell’Uomo d’Acciaio, Lois resta incinta attraverso un’immacolata concezione e suo figlio, raggiungendo l’età di 21 anni in tre settimane, diventa il risorto Superman e salva il mondo.

La Warner rifiutò lo script considerando alcune tematiche troppo simili a quelle di Batman Forever.

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Peters assunse allora Gregory Poirier per una nuova stesura. Nella sua versione, Superman consulta uno psichiatra ed ha problemi sentimentali con Lois mentre Brainiac crea Doomsday con del sangue “alla kryptonite”.

Ucciso dal mostro, il corpo dell’Uomo d’Acciaio viene rubato dall’alieno Cadmus, vittima di Brainiac. Superman resuscita e sconfigge il villain coadiuvato da Cadmus.

Privo di poteri, l’Uomo d’Acciaio indossa un’armatura robotica e deve imparare a riutilizzare le sue capacità attraverso la disciplina mentale del Phin-yar, simile alla Forza di Star Wars. Lo script comprendeva come villains anche il Parassita e Silver Banshee. Alla Warner lo script piacque ma Kevin Smith venne ingaggiato per riscriverlo e criticò il lavoro di Poirier che non rispettava i contenuti del fumetto originale.

Smith completò il suo soggetto nell’agosto del ’96 e Peters gli commissionò la sceneggiatura imponendogli alcune condizioni grottesche e demenziali che lo sceneggiatore ha più volte raccontato nei suoi incontri con il pubblico con risultati esilaranti: Superman avrebbe dovuto indossare un costume nero, non avrebbe dovuto volare, avrebbe dovuto affrontare un ragno gigante (idea riciclata da Peters per il pessimo Wild Wild West), avrebbe dovuto esserci uno scontro tra Brainiac e un orso polare, un cane spaziale per Lex Luthor e un robot assistente per Brainiac di nome L-Ron, definito con entusiasmo dal produttore “una specie di R2-D2 gay”.

Nella versione di Smith,

intitolata Superman Lives, Brainiac si allea con Lex Luthor ed invia Doomsday ad uccidere Superman dopo aver bloccato i raggi solari che alimentano i poteri dell’Uomo d’Acciaio. Il supereroe viene resuscitato dall’Eradicatore, robot kryptoniano di cui Brainiac vuole impossessarsi.

Superman fa uso di un’armatura formata dall’Eradicatore finché riesce a recuperare i suoi poteri e può sconfiggere Brainiac. Smith voleva Ben Affleck nel ruolo di Superman, Linda Fiorentino per Lois e Jack Nicholson per Lex Luthor.

Dopo la rinuncia di Robert Rodriguez, Smith suggerì come regista Tim Burton che aveva già diretto Batman. La Warner fissò l’uscita per l’estate del ’98 che segnava il 60° anniversario dalla nascita di Superman.

Nicholas Cage, grande fan del fumetto, fu scelto come protagonista, Kevin Spacey venne preso in considerazione per Lex Luthor, Courtney Cox per Lois e Chris Rock per Jimmy Olsen. Venne coinvolto anche Michael Keaton ma non per tornare nel ruolo di Batman.

La pre-produzione partì nel giugno del ’97 e Wesley Strick venne ingaggiato per riscrivere la sceneggiatura estromettendo totalmente Smith dal progetto. La storia riscritta da Strick fornisce una concezione più esistenzialista di Superman che rimugina sulla sua condizione di alieno ed emarginato.

L’Uomo d’Acciaio viene ucciso da Brainiac e Lex Luthor che si amalgamano in Lexiac, descritto come “un mega-villain schizo-spaventoso”. Superman viene resuscitato dal potere di K, una forza naturale che rappresenta lo spirito di Krypton.

Lo scenografo Sylvain Despretz venne incaricato di creare qualcosa che non avesse niente a che vedere con i fumetti di Superman. La produzione voleva un vero e proprio “show di giocattoli per bambini”. L’Eradicatore, ad esempio, venne concepito per trasformasi in un veicolo volante.

Le riprese avrebbero dovuto svolgersi a Pittsburgh ma la produzione venne posticipata. Parte del set di Krypton fu costruita e smantellata. La sceneggiatura di Strick fu considerata troppo costosa e venne riscritta da Dan Gilroy. Il budget scese da 190 a 100 milioni di dollari.

Le date non coincidevano più e Burton fu costretto a lasciare per dirigere Il Mistero di Sleepy Hollow. Erano stati spesi 30 milioni di dollari senza alcun risultato.

Alex Ford, sceneggiatore e fan del fumetto, presentò alla Warner uno script dal titolo Superman: The Man of Steel. L’idea era quella di una saga composta da sette film.

Alla casa di produzione piacque ma non se ne fece più nulla a causa di divergenze creative con Jon Peters che insisteva sullo sfruttamento commerciale e preferiva ancora lo script di Gilroy. Sucessivamente, diversi registi rifiutarono di dirigere il film e Cage abbandonò il progetto nel 2000. Fu respinto anche un soggetto del fumettista Keith Giffen che prevedeva lo scontro tra Superman e Lobo.

Nel 2002, J. J. Abrams stese un soggetto dal titolo Superman: Flyby, un reboot della serie. La storia si apre con Krypton attanagliato da una guerra civile. Prima di essere incarcerato dal malvagio fratello Kata-Zor, Jor-El invia Kal-El sulla Terra.

Lex Luthor viene presentato come un agente del governo ossessionato dagli UFO. Ty-Zor, figlio di Kata-Zor, e altri tre kryptoniani giungono sul nostro pianeta e uccidono Superman che incontra Jor-El nell’aldilà kryptoniano prima di tornare in vita.

L’idea fu accantonata quando Andrew Kevin Walker presentò il soggetto di Superman vs. Batman nel 2002. Bruce Wayne ha abbandonato l’identità di Batman da ormai cinque anni. Dick Grayson, Alfred e il commissario Gordon sono morti.

Bruce si sposa con la bellissima Elizabeth Miller che viene uccisa dal Joker durante la luna di miele e Batman deve rientrare in azione. Clark intanto ha divorziato da Lois e inizia una nuova relazione con Lana Lang a Smallville. La storia prevedeva anche la presenza di Lex Luthor.

La sceneggiatura fu scritta da Akiva Goldsman mentre Wolfgang Petersen avrebbe dovuto dirigere il film. La produzione abbandonò il progetto per concentrarsi sui due supereroi in modo individuale.

Goldsman si dedicò in seguito alla sceneggiatura di Io Sono Leggenda nel quale compare una locandina di Superman & Batman.

Superman&Batman

Si tornò all’idea di Abrams.

Brett Ratner fu ingaggiato come regista e l’uscita del film era prevista per l’estate 2004. Per il ruolo di Superman si pensò a Josh Hartnett e Jude Law. Christopher Reeve, consulente del progetto, menzionò Tom Welling, che intepretava Clark in Smallville, e spiegò: “Il personaggio è più importante dell’attore che lo interpreta perché si tratta di una mitologia che dura nel tempo.” Si decise allora di puntare su degli sconosciuti.

Tra gli attori in lizza c’erano Paul Walker, Brendan Fraser e James Marsden. Nel marzo 2003, Ratner abbandonò il progetto per delle controversie con il solito Jon Peters. McG subentrò come regista ed Henry Cavill fu tra gli attori provinati per il ruolo dell’Uomo d’Acciaio.

La Warner voleva girare a Sidney per motivi di budget mentre il regista preferiva New York e il Canada.

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La divergenza portò all’abbandono di McG. Abrams fu preso in considerazione per dirigere il suo stesso script.

Nel frattempo, Bryan Singer, regista dei primi due X-Men, aveva sviluppato un soggetto che raccontava del ritorno di Superman sulla Terra dopo cinque anni d’assenza. Sottopose l’idea alla produttrice Lauren Shuler Donner e a suo marito Richard Donner, regista del primo Superman e di buona parte di Superman II completato poi da Richard Lester. A Donner l’idea piacque e, visto lo stallo di Superman: Flyby, nel giugno 2004 la Warner chiese a Singer di scrivere un trattamento.

Il regista lo realizzò mentre era in vacanza alle Hawaii insieme a Michael Dougherty e Dan Harris, sceneggiatori di X-Men 2. Anche se aveva diretto i due film sui mutanti Marvel, Singer non era un appassionato di fumetti come lo erano invece Dougherty ed Harris ma subì profonde influenze dal Superman di Donner, tanto che la storia divenne un mix tra un remake di Superman I e un sequel di Superman II.

Vennero dunque tagliati fuori il terzo e il quarto capitolo della saga originale che, oltre ad essere pessimi, non c’entrano nulla con il lavoro di Donner. Nel luglio 2004, la Warner approvò il trattamento e Bryan Singer venne ingaggiato per dirigere Superman Returns.

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Come al solito, il casting per il protagonista fu lunghissimo e vennero passati al vaglio migliaia di attori provenienti da USA, Regno Unito, Canada e Australia.

Alla fine la spuntò lo statunitense Brandon Routh che era stato scartato per Smallville ed era stato in lizza per Superman Flyby. Dana Reeve trovò notevole la somigliaza tra il marito Christopher, scomparso nel 2004, e Routh che si sottopose a durissimi allenamenti per raggiungere la struttura fisica adatta per il ruolo.

Si esercitò sott’acqua nei movimenti per il volo e imparò ad assumere una postura che lo facesse apparire mite esteriormente e forte interiormente nei panni di Superman, impacciato e timido in quelli di Clark Kent. Nella storia, Superman è andato alla ricerca dei resti di Krypton ed è tornato sulla Terra dopo cinque anni d’assenza.

Deve così riprendere il suo posto tra l’umanità e fare i conti con un mondo che è andato avanti senza di lui.

L’accento viene posto sul senso di alienazione e sull’insicurezza che giacciono sotto l’apparente guscio d’acciaio del supereroe.

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Dopo aver vinto l’Oscar per I soliti sospetti di Singer, Kevin Spacey fu l’unico attore preso in considerazione per il ruolo di Lex Luthor.

Il personaggio venne scritto sull’impronta della versione di Gene Hackman. La straordinaria interpretazione di Spacey conferì al villain la stessa egomania ed ironia ma risultò meno calcato sul versante comico.

Si tratta sempre di un genio del male, ossessionato, come nel Superman di Donner, dalle proprietà terriere.

Luthor torna nella Fortezza della Solitudine dopo averla scoperta in Superman II, ruba i cristalli kryptoniani e crea un nuovo continente permeato di kryptonite sul quale l’Uomo d’Acciaio è vulnerabile.

La nascita dell’isola provoca un innalzamento del livello del mare che potrebbe causare la morte di miliardi di persone.

Fu lo stesso Spacey

a raccomandare fortemente Kate Bosworth per il ruolo di Lois Lane dopo aver lavorato con lei in Beyond the Sea.

Quando Clark torna al Daily Planet, accusa un duro colpo scoprendo che la bella collega di cui è innamorato si è fidanzata, ha avuto un figlio ed ha vinto il Pulitzer con l’articolo “Perché il mondo non ha bisogno di Superman”, scritto con grande rancore verso il supereroe che l’ha lasciata senza darle spiegazioni.

Lois ha un forte ascendente sull’Uomo d’Acciaio e scatena la sua fragilità, tanto che il supereroe si scopre a spiarla nell’intimità domestica con la vista a raggi x.

Intenso e suggestivo il momento in cui Superman porta in volo Lois nel silenzioso cielo notturno di Metropolis e le chiede: “Che cosa senti?” “Niente”, risponde lei. “Io invece sento tutto. Tu hai scritto che il mondo non ha bisogno di un salvatore, ma ogni giorno sento qualcuno che lo invoca”.

Emerge così la non invidiabile condizione della figura messianica, alienata e al contempo responsabile per le sorti dell’umanità.

James Marsden, che interpretava Ciclope nella saga degli X-Men, era stato tra i candidati per il ruolo dell’Uomo d’Acciaio nella versione di Abrams.

Come detto in precedenza, Superman Flyby avrebbe dovuto essere diretto da Brett Ratner che si occupò invece della regia di X-Men 3 quando Singer lasciò la trilogia per occuparsi di Superman Returns.

Marsden venne scelto per interpretare Richard White e la sua partecipazione al terzo capitolo sui mutanti Marvel venne ridotta ad un cameo. Richard, inesistente nel fumetto, è il compagno di Lois nonché nipote di Perry White, capo redattore del Planet.

Le affinità di Richard con Superman sono evidenti nell’aspetto fisico, nell’integrità morale e nell’attitudine al volo, anche se deve pilotare un prosaico idrovolante. Anche Richard si scopre insicuro quando l’Uomo d’Acciaio fa la sua ricomparsa e tra i due s’instaura un’involontaria rivalità.

Alla lunga, però, questo dualismo, seppure tematicamente azzeccato, finisce per essere stucchevole e ripetitivo. Non c’è un vero e proprio conflitto tra i due personaggi. Richard resta perfettino fino alla fine mentre si empatizza meglio con Superman che viene ferito e malmenato da Luthor e dai suoi uomini.

Il piccolo Tristan Lake Leabu venne scelto per il ruolo di Jason, figlio di Lois, intelligente e simpatico ma anche cagionevole e gracile. Quando uno degli scagnozzi di Luthor sta per aggredire Lois, Jason reagisce istintivamente rivelando dei superpoteri.

Si tratta del figlio dell’Uomo d’Acciaio. In Superman II, Clark rivelava a Lois la sua identità, rinunciava ai suoi poteri per lei e i due avevano una breve relazione finché il supereroe non veniva richiamato al dovere dall’attacco del Generale Zod. Alla fine, Superman cancellava la memoria a Lois con un improbabile “bacio magico”.

Se la giornalista abbia o meno ricordi sull’accaduto non viene specificato ma non appare troppo sorpresa dalle capacità di Jason. Il bambino è l’elemento che evolve la profezia kryptoniana secondo cui “il figlio diventa il padre e il padre diventa il figlio”, tematica dal forte sapore evangelico che accosta una volta di più la figura di Superman a quella del Cristo Redentore.

Jason

Frank Langella aveva interpretato Skeletor nel film Masters of the Universe diretto da Gary Goddard, amico di Bryan Singer che scoprì così l’attore e gli affidò il ruolo di Perry White, grintoso, saggio ma meno burbero rispetto alla versione classica.

Per la parte fu preso in considerazione anche Hugh Laurie, protagonista di House MD, serie tv prodotta da Singer. Sam Huntington fu scelto per Jimmy Olsen, fotografo freelance del Planet e miglior amico di Superman.

Nonostante la grinta dell’attore, Jimmy risulta protagonista solo di qualche gag comica più o meno riuscita mentre lo spirito avventuroso che lo contraddistingue nel fumetto e la sua relazione con l’Uomo d’Acciaio vengono totalmente trascurati. Huntington e Brandon Routh avrebbero successivamente interpretato insieme il cinecomic Dylan Dog: Dead of Night.

Come raccontato nel prequel a fumetti del film, durante la reclusione Luthor ha conosciuto l’affascinante infermiera Kitty Kowalski che diventa sua complice. Interpretata dalla brava Parker Posey, vista in Blade: Trinity, Kitty non è altro che una nuova versione più dolce e meno aggressiva di Eve Teschmacher che aveva il volto di Valerie Perrine in Superman I e II.

Alcuni dei battibecchi tra Lex e Kitty citano per filo e per segno quelli del film del ’78. Anche il percorso emotivo del personaggio è simile: si ravvede, ostacola i piani di Lex ma poi resta al suo fianco. In carcere, il villain ha stretto amicizia anche anche con i suoi scagnozzi tra i quali spicca Kal Penn, anche lui tra i protagonisti di House MD.

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Eva Marie Saint, premio Oscar per Intrigo internazionale nel 1955, conferì grazia ed eleganza a Martha Kent, madre adottiva di Superman, che accoglie il figlio quando torna sulla Terra.

Nel salotto di casa Kent è possibile vedere in una foto lo scomparso Jonathan con il volto di Glenn Ford che lo interpretò nel ’78. Nel film di Donner, dopo la morte del padre adottivo, il giovane Clark lasciava la madre affermando che l’amico Ben Hubbard l’avrebbe aiutata alla fattoria.

Ben appare brevemente in Superman Returns interpretato da James Karen. Il personaggio era presente con una scena più lunga, tagliata dal film, nella quale si intuiva la relazione sentimentale con Martha.

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Jack Larson, che interpretava Jimmy Olsen nella serie tv anni ’50, ha un cameo nel ruolo del barista Bibbo, esistente anche nel fumetto seppure con dei connotati diversi.

Noel Neill, che interpretava Lois sia nella serie tv che nel serial del ’48, compare nel ruolo di Gertrude Vanderworth, la ricca vedova che Luthor circuisce per intascare l’eredità.

Il film sarebbe stato finanziato

in parti uguali da Warner Bros. e Legendary Pictures e la pre-produzione ebbe inizio nel novembre 2004 con un budget che sarebbe salito fino ai 270 milioni di dollari. Il film venne girato nei Fox Studios in Australia.

New South Wales fornì le location per Metropolis mentre a Tamworth si svolsero le riprese delle scene ambientate a Smallville dove venne costruito il crash-landing con l’astronave schiantata di Superman all’esterno della fattoria Kent. Mark Stetson della Sony Pictures Imageworks fu il responsabile per i 1.400 effetti visivi creati per il film.

Lo scenografo Guy Hendrix Dyas si ispirò allo stile art-deco di Frank Lloyd Wright per i set del Daily Planet costruiti in studio.

Daily Planet

Nel film del ’78, Jor-El, padre biologico di Superman, era interpretato dal grande Marlon Brando. All’interno della Fortezza della Solitudine, l’Uomo d’Acciaio poteva parlare con il defunto padre attraverso delle registrazioni olografiche interattive.

Altre scene con Jor-El erano state realizzate per Superman II ma vennero poi tagliate per motivi di budget e reinserite nella Donner’s Cut. Singer ottenne il permesso di utilizzare alcune riprese ancora inedite di Brando che vennero combinate con immagini in computer-grafica.

La realtà sembra imitare l’arte. Se nel film Jor-El è morto ma è ancora presente attraverso le registrazioni nei cristalli, allo stesso modo lo scomparso Marlon Brando ritorna a recitare sul grande schermo. Jor-El continua ad essere la guida e la voce della coscienza di Superman.

É Dio che ha inviato suo figlio sulla Terra a salvarci e che, a sua volta, si è reincarnato in Jason. “Il figlio diventa il padre. Il padre diventa il figlio.”

Marlon Brando

Dougherty e Harris avevano scritto sei stesure della sceneggiatura, ognuna delle quali conteneva dei riferimenti agli attentati dell’11 settembre successivamente rimossi.

La scena in cui Superman fa la sua ricomparsa pubblica salvando un Boeing 777 che sta precipitando su Metropolis richiama comunque alla mente i tragici fatti del World Trade Center. É la sequenza più spettacolare del film, oltre che la più complessa. Le evoluzioni di Superman che tenta di frenare l’aereo vennero realizzate con gli effetti digitali.

Per le riprese ravvicinate di Brandon Routh che afferra l’ala del velivolo venne utilizzato il green-screen. Parte della fusoliera venne ricreata in studio e fu agganciata ad un gigantesco giunto cardanico per essere scossa e capovolta.

I passeggeri all’interno, perlopiù membri della stampa, erano tutti stunt fuorché Kate Bosworth e vennero imbracati con dei cavi. Superman fa atterrare l’aereo in uno stadio mentre è in svolgimento una partita di baseball. Le riprese con i giocatori e la folla vennero effettuate al Dodger Stadium. Superman e l’aereo vennero aggiunti nel compositing finale.

Aereo

Tra le curiosità del film, la sequenza che vede Superman fermare l’auto di Kitty è un omaggio esplicito all’ormai iconica copertina dello storico numero 1 di Action Comics.

Nella redazione del Planet, Clark ascolta da un notiziario che Superman è stato avvistato in diverse località del mondo tra cui Gotham City, città di Batman.

Alla fine del film, quando Superman giace in ospedale tra la vita e la morte, Perry White prepara due differenti prime pagine per il Daily Planet, una nell’evenienza che l’Uomo d’Acciaio muoia, l’altra, nell’eventualità che sopravviva, è intitolata “Superman Lives!”, omaggio all’omonimo film mai realizzato.

Nei titoli di coda è presente una dedica a Christopher e Dana Reeve, scomparsa per un tumore ai polmoni meno di due anni dopo il marito e pochi mesi prima dell’uscita del film.

Per il prologo era prevista una sequenza con Superman che esplora i resti di Krypton a bordo della sua astronave. La scena fu girata ma venne tagliata dalla versione finale della pellicola.

Si optò per un prologo che citasse il film di Donner, con la stessa panoramica di Krypton, la voce fuoricampo di Marlon Brando e l’epico tema musicale di John Williams, riarrangiato da John Ottman, ad accompagnare i titoli di testa e la comparsa a tutto schermo del logo di Superman.

Il risultato è davvero nostalgico, epico ed emozionante.

Ottman partecipò al film anche in veste di montatore ed aveva già collaborato con Singer ne I soliti sospetti,

L’allievo e X-Men 2, oltre ad aver composto le musiche per il cinecomic de I fantastici 4. Oltre a riutilizzare le musiche di Williams, Ottman studiò un nuovo tema pomposo e sinistro per Luthor e ricorse ad efficaci inserti corali per i momenti più epici della narrazione.

Superman Returns uscì nelle sale

il 21 giugno 2006, incassò più di 390 milioni di dollari in tutto il mondo e fu nominato agli Oscar per gli effetti visivi proprio come la pellicola di Donner nel ’78. La critica apprezzò il film e lodò la direzione di Singer ma il pubblico si divise.

I più nostalgici amarono il ritorno alla saga cinematografica con Christopher Reeve, le numerose citazioni, l’attualizzazione, l’approfondimento del protagonista e lo sviluppo di tutte le tematiche fondamentali insite nel personaggio. Altri avrebbero preferito una trasposizione della versione a fumetti post-Crisis e detestarono in particolar modo la parte finale del film, ritenuta lenta e noiosa e priva di un avversario all’altezza per l’Uomo d’Acciaio.

Ad ogni modo, tenendo in considerazione la visione sciagurata di un progetto come Superman Lives, il film di Singer ha avuto quantomeno il merito di ricordare al mondo chi sia davvero l’Uomo d’Acciaio.

Nonostante il successo, la Warner dichiarò di aspettarsi un ritorno economico ancora maggiore e per questo motivo il sequel non è stato mai realizzato. Quello che sarebbe stato il prosieguo della storia comunque è stato svelato.

Il nuovo continente creato da Luthor, sradicato e portato in orbita da Superman, è ormai quasi diventato una luna sferica chiamata Nuovo Krypton. Il satellite attira l’attenzione di un altro superstite kryptoniano che diventa amico di Superman ma trasgredisce alla regola di non interferenza posta da Jor-El, inizia a migliorare il mondo e l’umanità lo preferisce all’Uomo d’Acciaio.

Il nostro scopre che il nuovo eroe è un clone abitato da Brainiac, un’intelligenza artificiale kryptoniana che prende possesso del corpo di Jason causandone la crescita accelerata.

Superman è così costretto ad affrontare suo figlio che rimane ucciso al termine dello scontro. Ancora una metafora evangelica: Superman sacrifica suo figlio per salvare l’umanità.

Molti elementi della storia possono essere rintracciati nella lunga saga a fumetti iniziata sulle pagine di Action Comics nel 2006 con la storyline “L’Ultimo Figlio”, ideata da Richard Donner, e conclusa nel 2010 con la miniserie “Il Mondo di Nuovo Krypton” e la successiva “La Guerra dei Supermen”.

Qui Superman e Lois adottano il figlio del Generale Zod chiamandolo Christopher, chiaro omaggio di Donner a Reeve.

World New Krypton

Successivamente, Superman strappa la città di Kandor a Brainiac, la libera e la pone al lato opposto del sole dove ospita una popolazione di profughi kryptoniani: Nuovo Krypton. A causa dei capricci spazio-temporali della Zona Fantasma, Chris raggiunge precocemente i 23 anni d’età.

Le somiglianze tra le due storie appaiono evidenti.

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