The Flash 4×02 – Mixed Signals | Recensione
Pubblicato il 18 Ottobre 2017 alle 20:00
Terapia di coppia? Forse servirà qualcosa di più drastico…
Dopo il netto colpo di spugna della premiere della scorsa settimana – la nostra recensione qui – The Flash era atteso al varco con il secondo episodio se non altro per tastare il polso agli sceneggiatori e capire meglio quell’approccio più lineare e divertente che gli sceneggiatori non hanno mancato di citare nei mesi precedenti alla messa in onda della terza stagione.
Una serie di incidenti che coinvolgono milionari legati all’informatica mettono il Team Flash sulla tracce di un misterioso virus che li porta faccia a faccia con Kilgore, un tecnopate. Intanto Barry cercando di recuperare il tempo perso trascura Iris la quale propone di seguire una terapia di coppia.
Dopo la deludente terza stagione nessuno può rimproverare agli sceneggiatori di cercare una semplicità di forma e contenuto per la serie tuttavia dopo appena due episodi bisogna già correggere il tiro.
Il villain presentato questa settimana è generico e poco approfondito ma la cosa più grave è che rappresenta una minaccia relativa per Flash e che si esplica solo nei 5 minuti di scontro finale fra i due, scontro per giunta “viziato” dalla nuova uniforme dell’eroe che è diventata iper-tecnologica dopo gli ultimi ritocchi di Cisco. Il tutto risulta artefatto e scontato: l’elemento tecnologico dell’uniforme è introdotto, e con un po’ di fortuna speriamo venga subito eliminato, solo per dare un vantaggio al villain il quale a sua volta è pedina del Pensatore che come sappiamo da mesi sarà il vero villain della stagione e così come ci rivela anche la sequenza di chiusura.
Il finale poi è spiazzante perché da quello che Kilgore lascia intendere è proprio il Pensatore ad avergli fornito i poteri abbozzando così la stessa trama portante con protagonista Savitar e la Pietra Filosofale della scorsa stagione. L’idea di mettere in difficoltà Flash da un punto di visto non meramente fisico è ottima ma l’esecuzione per ora è insufficiente: se infatti gli showrunner vogliono presentare ogni settimana un villain diverso dovranno sforzarsi molto di più per renderli credibili e per non trasformarli in una sfilata di sagome da far abbattere all’eroe.
La parte supereroistica è quella migliore dell’episodio sia chiaro perché se Flash ha bisogno di una vera sfida, Barry sembra non conoscere mezze misure passando dal tenebroso e depresso personaggio afflitto dai sensi di colpa della passata stagione al teenager svampito, petulante ed iperattivo di questo episodio.
Insufficiente è anche l’interazione con Iris, anche lei petulante e al limite dell’isteria, facendo risultare il personaggio allo stato attuale un lussuoso surplus se non un’inutile presenza.
Del folto cast di comprimari infine è Cisco quello su cui vengono puntati i riflettori: il personaggio è un ottimo comic relief grazie anche alle sue battute a tema geek tuttavia incastrarlo in una sotto-trama romantica con Gypsy potrebbe impoverirlo…
Il ritmo dell’episodio inoltre non è fluido e la regia è troppo farraginosa gestendo a compartimenti stagni le varie istanze della serie. Da segnalare un paio di scene in cui gli effetti speciali giocano un ruolo discreto con Flash che smonta una macchina in corsa e Barry che a supervelocità intercetta le schegge di una granata.
Mixed Signals non è semplicemente un episodio di passaggio ma per certi aspetti è anche un passo indietro che ricalca alcuni stilemi della precedente stagione.
Divertente non deve essere stupido, semplice non deve significare mancanza di approfondimento.
EASTER EGGS & RIFERIMENTI – ATTENZIONE AGLI SPOILER
Una volta catturato Kilgore viene imprigionato ad Iron Heights dove Joe e Barry gli fanno visita chiedendo un favore al direttore Wolfe. Creato nel 2001 da Geoff Johns e Ethan Van Sciver fece il suo esordio su Flash: Iron Heights; personaggio importante durante tutta la gestione Johns, Wolfe è famoso per la sua durezza nei confronti dei detenuti metaumani.