Spider-Man n.569: Recensione

Pubblicato il 22 Novembre 2011 alle 11:52

Spider-Man dovrà fare i conti con la morte di un’altra persona a lui cara ed un nuovo micidiale avversario ! Una storia ricca di dramma e azione, in cui esordirà anche una nuova Ragno-Armatura, ad opera del “dinamico duo” Dan Slott e Marco Martin !

SPIDER-MAN n.569
Autori: Dan Slott, Marcos Martin, Andy Lanning, Dan Abnett, Todd Nauck
Casa editrice: Panini Comics
Provenienza: Stati Uniti

Prezzo: 3,30 euro
Anno di pubblicazione in Italia: 2011

Da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Quante volte i fan dell’Arrampicamuri hanno letto o sentito questa massima, vera e propria linea guida del personaggio, su cui ha sempre basato la sua carriera di vigilante mascherato.

Nonostante la  giovane età, Peter Parker ha sempre sentito sulle sue spalle un grosso senso di responsabilità, che lo ha portato generalmente a fare le scelte più giuste ma che gli ha causato anche forti drammi interiori quando le sue azioni hanno in qualche modo danneggiato o addirittura provocato la morte di persone innocenti.

L’ultimo caso riguarda Marla Madison, moglie del burbero J. Jonah Jameson e in passato inventrice di alcuni micidiali robot Ammazzaragni commissionatigli dallo stesso marito. Ma per uno scherzo del destino sarà proprio l’attuale Ammazzaragni, ovvero Alistair Smythe, a uccidere la Madison davanti agli occhi attoniti di Spider-Man e Jameson.

Dopo lo straziante finale dello scorso numero, in cui Marla in punto di morte implora il marito di non continuare a vivere nell’odio e nel rancore, adesso assistiamo alle conseguenze di questo tragico avvenimento e alle reazioni di parenti e amici.

Dan Slott decide di farlo con dieci tavole “mute”, cioè prive di balloons, così da infondere ancora più drammaticità e senso di angoscia, grazie anche alle illustrazioni di un Marcos Martin in stato di grazia. Ma è nelle pagine successive che l’artista dà il meglio di sé, catapultandoci in un allucinato incubo di Peter Parker dove potrà dare libero sfogo a tutta la sua inventiva nello storytelling e nella composizione delle tavole, che culmina in una splendida doppia splash-page in stile Escher, dove vengono raffigurate tutte ( o quasi ) le persone morte in qualche modo legate alle gesta del Tessiragnatele.

Tra queste non poteva ovviamente mancare la bionda Gwen Stacy, qui anche in un’inquietante versione “collo spezzato”, che con la sua dipartita nello storico Amazing Spider-Man 121 segnò indelebilmente la vita del povero Peter ma anche la cosiddetta “perdita dell’innocenza” dei comics, che da allora iniziarono a sfruttare fin troppo colpi di scena di questo tipo…

Dopo essersi svegliato da questo allucinante incubo Peter aggiunge una nuova regola alla sua missione di vigilante, che dà anche il titolo alla storia in questione: nessuno morirà più ! Una promessa in fondo piuttosto ingenua e difficile da mantenere, specie se si ha a che fare con dei nuovi avversari come Massacro: un ex agente di borsa rimasto vittima di un attentato che gli ha provocato la perdita di qualsiasi emozione o sentimento, nonché l’assoluta indifferenza di fronte al valore della vita umana.

Mai villain poteva essere più adatto ( o inadatto ) in un momento del genere, specie se il nostro malcapitato eroe ha anche perso uno dei suoi principali poteri: il senso di ragno. E’ interessante notare come Spidey si renda conto solo adesso che non ce l’ha più di quanto gli fosse utile quel potere e di quanto, anche inconsciamente, si affidasse ad esso…

Ed è a questo punto che entra in gioco una delle idee più tamarre che esistano, almeno per un personaggio come Spider-Man: la Ragno-Armatura ( alzi la mano chi si ricorda la prima, composta di placche argentate, veramente super-kitsch !!! ).  E’ vero che adesso Peter lavora alla Horizon Labs e può crearsi tutto quello che gli pare, ma comunque non è Batman e tutte le volte che lo vedo con una super-tuta da combattimento mi stona un po’, probabilmente anche perché continuo a preferire il classico Peter sfigato e sempre in bolletta a quello ricco e fortunato di adesso. Del resto sono proprio la sua sfortuna e la sua incredibile umanità che ci hanno fatto immedesimare e affezionare a lui in tutti questi anni….

In ogni caso, dopo un costume “stealth” in stile Tron visto qualche numero fa, adesso tocca a una vera e propria armatura antiproiettile, dark e futuristica, che potremmo definire ironicamente “Ragno-Robocop” ! Staremo a vedere se poi tutte queste nuove uniformi verranno riutilizzate anche in futuro o finiranno nel dimenticatoio come le altre….

In conclusione, nonostante che questo Big Time di Slott mi abbia lasciato un po’ perplesso per vari aspetti, in particolare il nuovo status quo del protagonista di cui accennavo prima, onestamente un po’ troppo rapido e forzato, devo anche dire che per adesso le storie sono comunque divertenti e molto movimentate. Quelle di questo numero sono poi da segnalare in quanto mescolano all’azione anche una forte componente emotiva e drammatica, con un Marcos Martin ai disegni particolarmente ispirato.

Ultima nota: chiude l’albo una storia breve tratta dalla collana I am an Avenger, che ci mostra un incontro tra Spidey e Nova, supereroe intergalattico recentemente arruolato da Steve Rogers tra le fila dei Vendicatori Segreti. La storia si può tranquillamente definire un “riempitivo”, senza particolari elementi da segnalare, se non che ultimamente se n’è parlato molto qui in Italia nei forum e siti specializzati ( tra cui ovviamente il nostro ! ) perché è stata pubblicata contemporaneamente anche su Vendicatori: La leggenda 7, tra l’altro con una traduzione diversa. Un errore piuttosto grossolano di cui fortunatamente la Panini si è scusata, probabilmente “effetto collaterale” dell’avvicinamento sempre maggiore alle pubblicazioni americane….

Voto: 7

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