Il Piccolo Führer e il lato tenero del periodo nazista | Recensione
Pubblicato il 16 Ottobre 2017 alle 17:00
Una grande satira in un piccolo libro. Ignifugo al 100%, test clinici lo dimostrano.
Bianco e candido come il lenzuolino di un bimbo appena nato, il nuovo libro di Daniele Fabbri e Stefano Antonucci fa capolino nelle librerie con tutta l’innocenza tipica di un libro per l’infanzia. Attenzione: non è adatto a chi non conosce la satira. Tenere fuori dalla portata di bambini, soprattutto in presenza di Stalin.
Nato quasi per scherzo come finta pubblicità all’interno di Qvando c’era Lvi, il piccolo libro ricorda in tutto e per tutto il classico libro per l’infanzia, Il piccolo principe di Antoine De Saint-Exupéry. Il “piccolo” Hitler e la sua volpe ci accompagneranno in un viaggio tra i personaggi più bizzarri che lo hanno reso il Führer che tutti noi conosciamo. Nell’introduzione, l’editore ci annuncia che:
Nel 1933, Hitler scrisse e illustrò un libro per ragazzi con lo scopo di propagandare il nazionalsocialismo ai giovani tedeschi. Ne risultò un agile volume dal titolo ‘Gioventù Hitleriana contro menzogna, stupidità e codardia’, che Goebbels suggerì di ribattezzare, per efficacia propagandistica, “Der Kleine Führer”.
Questo agile libercolo è ora possibile averlo tra le nostre mani, grazie al lavoro di riadattamento degli autori Antonucci & Fabbri.
La struttura dei vari capitoli richiama esattamente quella del piccolo capolavoro letterario francese, citando le frasi più famose e riadattandole perfettamente al contesto storico vissuto da Adolf Hitler. Il libro è diviso in capitoli che illustrano le avventure del piccolo cancelliere tra i diversi pianeti dell’universo, ognuno di loro abitato da uno storico personaggio che ha segnato la vita politica e privata di Hitler. Nella maggior parte dei casi, i nomi dei personaggi non vengono annunciati bensì si intuiscono dalla narrazione e dalla caratterizzazione degli stessi, oltre ad avere un supporto visivo grazie alle illustrazioni di Stefano Antonucci.
Tra i personaggi più caratteristici spunta l’italianissimo Luce, che avrà il compito di educare il giovane Adolf nell’uso della gestualità per poter conquistare le platee. Nell’illustrazione che accompagna questo capitolo spunta un elemento che rende omaggio al Maestro del fumetto umoristico italiano, Benito Jacovitti.
Data la quasi totale mancanza di nomi dei personaggi, il libro potrebbe risultare di difficile lettura per chi è a digiuno di nozioni fondamentali di storia contemporanea, in particolare quella del periodo a cavallo tra il 1925 e gli anni della Seconda Guerra Mondiale. Per evitare incomprensioni e rendere più godibile e agevole la lettura, nelle ultime pagine si possono trovare delle piccole note storiche che aiutano il lettore nella comprensione di determinati eventi e/o personaggi, accrescendo così il bagaglio storico-culturale su uno dei periodi più importanti della Storia.
L’inossidabile coppia di autori, già conosciuti per Gesù – La trilogia e il contestato Qvando c’era Lvi, trova la sua massima espressione in questo libro. Un magistrale uso delle parole di Fabbri rende la lettura leggerissima e scorrevole, facendo ridere e pensare, esattamente come Mamma Satira vuole. Dall’altro lato, Antonucci completa la freschezza dei testi con illustrazioni dal tratto tondo e morbido, colorato con acquerelli tenui, talmente tanto dolce da far risultare simpatico e piacevole il protagonista “bricconcello”.
Il Piccolo Führer risulta essere un ottimo prodotto da libreria, dimostrando che Antonucci & Fabbri sono capaci di utilizzare altri linguaggi oltre quello del fumetto.