Nuvole Nere 1 e 2: Recensione
Pubblicato il 19 Novembre 2011 alle 00:03
Arrivano in edicola per Star Comics le trasposizioni dei racconti gialli e del mistero di Carlo Lucarelli.
Nuvole Nere 1 e 2
Autore: Lucarelli/Smocovich (testi); Bonanno, Ramacci (disegni)
Casa Editrice: Star Comics
Provenienza: Italia
Prezzo: 2,7€, 96pp., b.n., bros
Data di Pubblicazione: 2011 (in corso)
Primo progetto antologico targato Star Comics dal 2007, anno in cui “Khor” e “Nemrod” segnarono l’avvento dell’era delle miniserie in casa Star, “Nuvole Nere” prosegue la collaborazione, cominciata con “Cornelio”, col romanziere Carlo Lucarelli, proponendo un adattamento a fumetti dei suoi racconti brevi.
Nei due numeri fin qui usciti troviamo opere risalenti soprattutto agli inizi della carriera del giallista bolognese, nelle quali, però, si intravedono già tematiche e soluzioni stilistiche che diverranno poi suo vero e proprio marchio di fabbrica.
Nel primo volume Mauro Smocovich, coadiuvato da un più che buono Francesco Bonanno alle matite, ci propone un trittico di racconti dai temi e toni più svariati: “Omissis 25”, racconto del 1991, in cui uno strano incidente spinge un carabiniere ad indagare su fatti che lo costringeranno a scavare nella “notte della Repubblica” (per dirla con Zavoli), gli anni di piombo in cui forze dell’ordine e servizi segreti deviati parevano tenere in scacco un paese intero con la strategia del terrore. La versione a fumetti, purtroppo, rispetto al racconto non riesce a rappresentare appieno il senso di angosciosa impotenza di chi si trova ad investigare su eventi che restano tuttora ammantati di mistero e le cui vittime non hanno ancora avuto giustizia;
“Telefono sostitutivo” è, invece, del 1999 ed esplora il fenomeno, allora emergente, della diffusione capillare dei telefonini, prendendo spunto da una classica storia di scambio di persona per mostrare come la possibilità di comunicare a distanza permetta di reinventarsi, fino a costruirsi una sorta di avatar che incarna ciò che si vorrebbe essere, ma che non si riesce a mettere in pratica nelle relazioni non mediate;
“Dark Lady”, del 1997, presenta un’ambientazione inusuale per Lucarelli, l’Africa coloniale del 1892, in cui lo scrittore mette in scena una storia di sesso e vendetta.
Nel secondo numero i disegni vengono affidati a Fabio Ramacci (“Nuovi Mondi” Double Shot; “Sucker Punch”), qui non al suo meglio, e Smocovich su “Nero a Più Voci” (rielaborazione dei due racconti lucarelliani “Nero” e “Roma Non Far la Stupida Stasera”) ci fa conoscere l’ispettore Ferro, versione ancor più fascista del più famoso pari ruolo Coliandro, alle prese con delitti seriali in quel di San Luca;
Il secondo racconto, “Reinhardt Klotz”, uno dei miei preferiti, parla di un nazista che fa ritorno sui luoghi delle sue stragi senza motivi apparenti se non uno strano pentimento;
Chiude il volume “L’appartamento”, storia che fa da contraltare ad “Omissis 25”, ribadendo come con la perseveranza (qui divenuta vera e propria ossessione) prima o poi si riuscirà a scoprire la verità.
Smocovich fa un buon lavoro su tutti i racconti, adattandoli con le dovute libertà al nuovo media, senza però stravolgerne mai la natura originale, il ritmo narrativo scorre fluido su tutte le storie, evitando certi passaggi macchinosi che si erano visti, invece, su alcune uscite di “Cornelio”.