Gloria Victis 1 | Recensione

Pubblicato il 16 Ottobre 2017 alle 10:00

Una serie che potrebbe diventare un nuovo punto di riferimento per gli amanti del genere peplum

Siamo nell’anno 156 della nostra era, in una piccola arena della Spagna citeriore, provincia romana, in cui quattro aurighi si sfidano per la vittoria. Ma la corsa finisce dopo pochi giri in tragedia e quella stessa corsa segna i destini non solo degli aurighi e dei loro figli, ma anche di alcuni spettatori che hanno scommesso sull’uno o sull’altro eroe, con alterne vicende. Anni dopo Aelio, lo schiavo protagonista della nostra storia, salva una donna su un carro e, grazie a questo generoso gesto, riesce ad avere la possibilità di guidare una quadriga.

Star Comics porta in Italia i primi due tomi della serie Gloria Victis di Le Lombard di genere storico.

La prima cosa che si nota subito è la cura dell’ambientazione, non solo quella della vita comune, ma soprattutto quella relativa al mondo delle corse delle quadrighe, sia dal punto di vista del linguaggio sia dal punto di vista della tecnica di guida.

La trama, pur in alcuni momenti piuttosto prevedibile, riesce comunque a stupire in altri, soprattutto nel secondo volume, in cui una morte inaspettata riesce a dare una svolta alla vicenda.

Non si può dunque che essere favorevolmente colpiti da quanto scritto da Juanra Fernandez finora per raccontare l’ascesa non certo incontrastata del giovane Aelio, soprattutto in relazione al rapporto tra questi e chi lo circonda, creando dei personaggi non banali, con la loro forza morale, ma anche capaci di cadere per i loro vizi. Lo stesso protagonista, pur apparendo un predestinato, dimostra di dover cedere in alcuni frangenti alla volontà di chi gli è superiore socialmente per poter ascendere. E chi è un benefattore verso alcuni può anche dimostrarsi un debole verso altri.

Una storia di fumetti non sarebbe però completa se, ad una grande scrittura, non si accompagnasse un disegno all’altezza. Per fortuna a Fernandez si è affiancato Mateo Guerrero, disegnatore che ha collaborato sia con il mercato europeo che con quello americano, che con tavole dettagliate e dinamiche riesce con il suo tratto moderno a far trasparire dalle stesse l’energia dei protagonisti e l’adrenalina delle corse. Ciò anche grazie alla sapiente scelta dei colori di Javi Montes.

La cosa più interessante di tutto ciò è che la trama non subisce mai una battuta d’arresto o un punto morto, merito anche del fatto che Fernandez è non solo scrittore, ma anche sceneggiatore per il cinema,  e riesce a invogliare alla lettura per tutto il volume, anche grazie, come detto, alle splendide tavole.

Venendo alla confezione italiana, abbiamo un volume classico brossurato di dimensioni usuali per il nostro mercato, con una copertina robusta. La carta è di qualità e consente di apprezzare al meglio sia i disegni che la colorazione delle tavole di Guerrero. Il volume è arricchito anche dalle copertine originali e da delle note di Fernandez relative alla creazione delle storie ed a come si svolgevano le corse tra i carri nell’antica Roma.

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