Moby Dick – Le Parodie Collection 1 | Recensione

Pubblicato il 17 Novembre 2017 alle 10:00

Parte una nuova collana bimestrale che riproporrà le migliori parodie Disney!

Senza particolari fanfare Disney Italia e Panini Comics hanno lanciato la nuova collana da edicola intitolata Le Parodie Collection, una bimestrale che, come è facile intuire dal nome, riproporrà le migliori parodie di letteratura e cinema reinterpretate in salsa disneyana ad un prezzo accessibile.

Inutile rimarcare sulla bontà delle parodie e sulla loro importanza soprattutto per la mia generazione – quella cresciuta a cavallo fra anni ’80 e ’90 – e per questo vi rimando alla recensione del volume deluxe di Metopolis che trovate qui.

La prima parodia scelta quindi per inaugurare la collana è un grande classico della letteratura: Moby Dick.

Tocca a Francesco Artibani rileggere in chiave disneyana il capolavoro di Melville. Lo sceneggiatore decide però di ricalcare fedelmente il materiale originale e, nella prima parte dell’albo, il nostro punto di vista sarà quello di Ismaele – interpretato da un volenteroso quanto inesperto Paperino – al quale spetterà anche il compito di scavare nel passato del temibile Capitano Quachab ovvero uno Zio Paperone mai così burbero e perennemente accigliato.

Questa prima parte è anche quella che risente maggiormente dell’influsso disneyano: il tono infatti è quasi spensierato con molte gag che vedono protagonista Paperino e 3 dispettosi clandestini ovvero Qui, Quo e Qua in versione principini indigeni dell’isolo di Kovolovo.

Con la comparso in scena di Quachab per il tono della storia inizia a mutare e ben presto scopriamo perché l’inflessibile capitano è alla ricerca della balena bianca.

La seconda parte è senz’altro la migliore dell’albo non solo perché la narrazione si fa più ritmata grazie ad alcune azzeccate sequenze d’azione ma anche perché Artibani inizia a trattare quelli che sono poi i temi fondamentali dell’opera originale: ecco che quindi il mare diventa un luogo pericoloso, ignoto ed inesplorato, mentre il gigantesco capodoglio diventa il simbolo dell’Assoluto cioè quel qualcosa che si cerca ma non si sa esattamente cos’è: un’avventura, un tesoro o un sogno?

In questo senso, senza arrivare a quella morbosità puritana che pervade l’opera originale, lo scrittore riesce molto bene ad adattarne i temi e rileggerli in maniera “universale” anche per quel pubblico molto giovane che rimane il target primario di Topolino su cui questa storia è apparsa originariamente – nel numero 3003 per la precisione.

Parte grafica a affidata a Paolo Mottura il cui tratto plastico ben si adatta alla storia. Il disegnatore ovviamente si esalta nelle scene d’azione in cui riesce benissimo a catapultarci nel mezzo della furia delle onde grazie ad un dinamismo trovato in una costruzione della tavola che alterna uno schemi classici e soluzioni più wide screen giocando con inquadrature a campo lungo o da angolazioni inusuali e abbandonandosi anche a qualche, insolita per un fumetto Disney, splash-page dall’immediato impatto.

Da sottolineare anche l’ottimo lavoro fatto ai colori da Mirka Andolfo che adatta la sua paletta in maniera puntuale seguendo l’evoluzione della storia passando quindi dai toni più accesi e da un utilizzo della luce più brillante a sfumature sempre più brune virando verso un blu notte che sottolinea l’evoluzione drammatica della storia prima del immancabile finale positivo.

Davvero eccellente la cura editoriale: la collana viene presentata in un agile brossurato con carta patinata e spessa arricchito da pochi ma puntuali cenni storici sull’opera e sulle Parodie in generale ma anche sugli autori coinvolti. Il formato è sostanzialmente quello di un comic book ma più largo, formato che comunque riesce più che egregiamente a dare risalto alla parte grafica.

Il connubio Panini/Disney si conferma ancora una volta vincente con iniziative editoriali come questa che puntano ad allargare il bacino di lettori soprattutto fra coloro i quali per mancanza di tempo o motivi anagrafici “snobbano” il classico Topolino ma rimangono ancora affascinati dalla duttilità con si può rileggere una storia quando i protagonisti diventano i personaggi Disney.

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