Tex – Il Vendicatore | Recensione

Pubblicato il 5 Novembre 2017 alle 17:00

Ritorna la collana Tex Romanzi a Fumetti con una sesta uscita… imperdibile!

Un antico detto sportivo recita: “Squadra che vince non si cambia” quindi dopo l’ottimo texone – la nostra recensione qui – SBE punta ancora una volta sulla accoppiata Mauro Boselli/Stefano Andreucci per un nuovo capitolo della collana Tex -Romanzi a Fumetti.

Oltre il Rio Grande, Tex ha fatto giustizia degli assassini di suo padre. Ma un potente ranchero alleato con i razziatori mette una taglia sulla sua testa. Braccato da pistoleros e sceriffi corrotti, il giovane Tex varca di nuovo il confine alla ricerca del feroce desperado Juan Cortina, in una spericolata avventura senza tregua né respiro, nelle terre infuocate del Vecchio West!

Torniamo ancora una volta alla giovinezza di Tex e questo Il Vendicatore è un prequel proprio di quel texone citato poco sopra, Sam Willer è infatti ancora vivo e Tex è braccato alla stregua di un fuorilegge dopo aver vendicato l’omicidio del padre.

Il rischio di un lussuoso doppione quindi era dietro l’angolo ma Mauro Boselli dimostra ancora una volta quanto la giovinezza di Tex sia un territorio inesplorato e ricco di spunti narrativi inediti ed intriganti.

Lo sceneggiatore imbastisce una storia dal ritmo serrato con un Tex sempre in fuga e con l’azione vero e proprio perno della vicenda.

Se spesso il richiamo al cinema western di John Ford, e una certa letteratura di frontiera, sono il metro di paragone per le avventure del Ranger – basti vedere l’ultimo Maxi Texi, la nostra recensione qui – in questo romanzo a fumetti invece si incanala una certa estetica a-là Sergio Leone non solo per i luoghi in cui si svolge la vicenda – a cavallo fra il Texas più arido ed il Messico più assolato – ma anche per la prosa stringata e la tensione sempre palpabile – uno dei grandi marchi di fabbrica del Maestro dello spaghetti western – che il veterano autore riesce a trasporre sulle pagina dopo pagina.

Questa tensione trova valvola di sfogo da un lato in un Tex giovane e sfrontato che non si cura del pericolo ed è deciso a sbarazzarsi dei suoi inseguitori e farsi giustizia a qualunque costo, dall’altro invece ci sono i comprimari della vicende a cui lo sceneggiatore relega il compito di esplicare le motivazioni che spingono il giovane cowboy a quella che pare una missione suicida e così di iniziare a tratteggiare la figura “mitica”.

Il climax di questo albo è senz’altro lo standoff nel villaggio di Piedas Negras fra Tex, arroccato sul tetto di una casa, e gli uomini di Benitez – il razziatore al soldo di Bronson il ranchero che ha messo la taglia sulla sua testa – i quali senza successo cercano di stanarlo venendo respinti con tenacia e con un Boselli che non perde l’occasione per mostrare i nervi d’acciaio del giovane cowboy e la sua resilienza supportate da una abbondante dosa e di pallottole.

Tex riuscirà a consegnare Bronson alla giustizia e a ritornare in Texas sano e salvo ma le sue avventure prime di diventare uomo di legge sembrano tutt’altro che concluse.

Comparto grafico eccezionale firmato Stefano Andreucci il quale illustra in maniera precisa, pulita e dinamica una storia che esalta le sue qualità sia dal punto di vista del tratto che della costruzione della tavola oltre che da quelle “registiche”.

Il disegnatore padroneggia le anatomie potendovisi dedicare con dedizione tratteggiando così un Tex giovanissimo e affascinante ma dai modi sbrigativi oltre che comprimari induriti dalla vita nel selvaggio West, nulla poi viene lasciato al caso dagli ambienti ai paesaggi – magistralmente resi in riquadri orizzontali come campi lunghissimi.

La tavola con costruzione libera, evidente il richiamo al fumetto francese, giova al disegnatore che può donare ritmo alla narrazione risultando sempre coinvolgente.

E’ nelle scene d’azione che però Andreucci si supera soprattutto nella scena d’apertura e nello standoff, già citato sopra, in cui il giovane Tex mostra tutta la sua abilità e sagacia grafia a “coreografie” spettacolari e dal piglio molto hollywoodiane e movimenti di camera dinamici e sicuramente inusuali per una storia con protagonista il Ranger.

Ottimo anche il lavoro al colore di Matteo Vattani che con un paletta realistica ma brillante dona profondità alla narrazione che può contare anche su scene ambientate di notte ad esempio – come quella di apertura – in cui il colore trova la sua vera ragion d’essere e non è mero strumento di abbellimento estetico.

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