DMZ 11 – L’Alba degli Stati Liberi: Recensione
Pubblicato il 20 Novembre 2011 alle 15:21
Continua la dirompente serie Vertigo di Brian Wood imperniata sulle vicende drammatiche della DMZ, la zona demilitarizzata di New York, e la situazione si complica fino a giungere al preludio dello sconvolgente finale del comic-book!
DMZ – L’Alba degli Stati Liberi
Autori: Brian Wood (testi), Shawn Martinbrough, Riccardo Burchielli (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 14,95, 16,8 x 25,7, pp. 136, col.
Data di pubblicazione: novembre 2011
DMZ sarà ricordato come uno dei serial Vertigo più intriganti e dirompenti di sempre, grazie soprattutto alla validità dell’idea originale di Brian Wood. Lo scrittore del comic-book, infatti, si era chiesto: che succederebbe se una situazione di guerra stile Iraq o Afghanistan si verificasse in piena Manhattan? Partendo da tale spunto, Wood iniziò a narrare la complessa storia di Mattie Roth, reporter del network Liberty News che, per una serie di circostanze, si trova suo malgrado prigioniero nella DMZ, zona demilitarizzata di New York divenuta nazione, in netto contrasto con il resto degli Stati Uniti.
Roth, in quanto giornalista, non può fare altro che descrivere la terribile realtà creatasi in seguito a una guerra civile e, come sanno i lettori di DMZ, nel corso di dieci volumi, i drammi, le tragedie, gli orrori e i colpi di scena non sono mancati. Con il pretesto della fantapolitica, Wood ha denunciato l’America contemporanea, gli istinti guerrafondai dei governi statunitensi e, specie in principio, le insensate iniziative dell’amministrazione Bush, in un clima di ‘scontro tra civiltà’.
Non significa, però, che l’opera non abbia avuto difetti. In alcuni momenti, bisogna ammetterlo, il livello si è abbassato e Wood ha allungato il brodo, senza mai arrivare a spiegare, per esempio, le motivazioni che hanno causato la guerra civile. Ma con questo undicesimo volume, che include i nn. 60-65 della testata originale, qualcosa cambia.
Per esempio, scopriremo alcuni dettagli riguardanti proprio lo scoppio del conflitto, con due episodi che si svolgono prima dell’inizio di DMZ. Wood non fornisce tutte le risposte ma quantomeno riesce a rappresentare lo stato psicologico di una nazione divisa, sottoposta ad eccessive pressioni da parte dei media, dei governi e delle corporation. E il lettore avrà modo di comprendere meglio i presupposti che hanno portato alla nascita della zona demilitarizzata.
E in questo tp i nodi cominciano a venire al pettine e ciò che si leggerà non è che il preludio al finale della serie che, lo si intuisce, sarà deflagrante. Anche in questa occasione, Mattie giocherà un ruolo cruciale. Dal momento che le forze degli Stati Uniti sono riuscite a invadere la DMZ, l’obiettivo fondamentale è quello di far cessare la guerra. Mattie darà un contributo in tal senso. Ma sarà un fatto positivo o negativo? Lo sa solo Wood.
Pure il destino di Parco Delgado, ex leader populista della DMZ, è uno degli elementi essenziali della story-line e vi anticipo che, su questo versante, ci saranno sorprese. Nel complesso, il nuovo tassello della saga è interessante, benché non al livello dei capitoli iniziali. Wood, come al solito, scrive testi validi e riesce ad equilibrare i momenti più riflessivi con quelli d’azione, in un mix che ormai i fedeli fan del serial hanno imparato ad apprezzare.
La parte grafica è pregevole. Riccardo Burchielli, penciler regolare di DMZ, è bravissimo e sa caratterizzare i personaggi, rivelando maestria nella costruzione della tavola e in generale nel lay-out. Va segnalato il disegnatore ospite Shawn Martinbrough che con il suo tratto dark, altamente suggestivo, è più che appropriato per le vicende estreme del serial. DMZ, quindi, si avvicina alla conclusione e questa undicesima uscita costituisce un imprescindibile tassello per coloro che si sono affezionati a Mattie Roth e soci.