Shangai Devil N° 2 – La città proibita: Recensione
Pubblicato il 16 Novembre 2011 alle 10:45
Il secondo albo della nuova miniserie di casa Bonelli mantiene le aspettative: i testi di Manfredi, attenti all’avventura e allo sfondo storico, e i disegni di Nespolino, vari e ricercati, danno vita a un connubio di prim’ordine.
Shangai Devil n. 2
La città proibita
La città proibita
Autori: Gianfranco Manfredi (testi) e Alessandro Nespolino (disegni).
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore.
Provenienza: Italia.
Prezzo: 2,70 Euro.
Data di pubblicazione: 2011 (Novembre)
Ugo Pastore annota sul diario personale una riflessione: «Non solo mi è sempre più difficile comprendere la Cina, ma persino me stesso».
Il giovane figlio del ricco agente commerciale Enea è giunto in Estremo Oriente e ha subito capito di avere di fronte a sé una realtà multiforme, estremamente complessa.
La Cina di fine Ottocento, dilaniata da beghe interne alla corte imperiale e dall’avida ingerenza delle potenze occidentali, è terra di contrasti e misteri, dentro ai quali il protagonista di Shangai Devil si getta a capofitto, affidandosi al proprio istinto, che è quello di persona piena di buone intenzioni, ma incapace di star lontana dai guai.
Nel secondo numero della nuova miniserie di casa Bonelli, Ugo Pastore intesse un rapporto di amicizia con il giovane imperatore cinese Kuang Su, illuminato e filoccidentale, ma costretto a guardarsi le spalle da Suxi, donna forte e potente che finisce col tendergli un agguato. Nonostante Ugo sventi il piano, Kuang Su perde il trono e viene fatto imprigionare dalla sua rivale, conservatrice e contraria alle influenze degli europei. Indossata la maschera di Shangai Devil, Ugo cercherà di salvare l’imperatore spodestato, con un esito tutt’altro che scontato.
Dopo l’ottima prova d’esordio il personaggio creato da Gianfranco Manfredi mantiene le aspettative, con un albo vario e capace di unire l’immancabile avventura, motore di tutte le storie della casa editrice di via Buonarroti, con l’attenzione per lo sfondo storico. Sicuramente il giovane Pastore – ma non lo scopriamo certo adesso – è un personaggio ben riuscito, è il classico eroe fuori posto, che vive in un a situazione che non gli è congeniale e per questo non di rado arriva a rischiare la propria vita e a mettere in pericolo quella altrui, senza ottenere sempre risultati apprezzabili. È un uomo moderno in una società pure moderna, ma in tutt’altro senso, nel senso deteriore, quello del progresso fine a se stesso, del guadagno e dell’arricchimento a spese altrui.
A firmare il connubio di successo alla base di Shangai Devil, poi, i disegni affidati questa volta a Alessandro Nespolino. Certe sue tavole hanno la capacità di ricordare le miniature dell’arte cinese, altre, poi, rendono appieno il senso del mistero e della precarietà degli avvenimenti, come in occasione delle illustrazione dell’episodio centrale dell’albo, quello del tentativo dell’eroe mascherato di salvare Kuang Su. Dai ricchi interni borghesi alle costruzioni tipicamente orientali passando per scene all’aperto, affollate di personaggi o con solo pochi attori, Nespolino contribuisce ad impreziosire l’albo e ci spinge a desiderare che la serie continui su questa strada.