Un anno – Primavera di Morvan e Taniguchi: Recensione

Pubblicato il 17 Novembre 2011 alle 13:33

Arriva in Italia il primo capitolo dell’intensa e commovente storia della piccola Capucine e del suo mondo straordinario, raccontata con maestria da Jean-David Morvan attraverso le matite del sensei Taniguchi.

Autore: Jean-David Morvan (storia), Jiro Taniguchi (disegni)
Editore
: Rizzoli Lizard
Provenienza
: Francia, 2009
Formato
: 21,5×28,7, cart., 72 pag., col.
Prezzo
: € 17,00
Data di Pubblicazione: 2011

Un anno – Primavera” (Mon Anneé  – Printemps) è la prima tappa della delicata storia scritta da Jean-David Morvan e illustrata dal maestro Jiro Taniguchi, primo numero di una serie di quattro volumi che compongono questo racconto dedicato alle stagioni dell’infanzia della piccola Capucine e al suo straordinario mondo, proposto nel nostro Paese da Rizzoli Lizard.

Una lettura intensa, la cui cifra costitutiva è la struggente dolcezza della protagonista, resa con grande abilità e poesia artistica sia sul piano narrativo da un Morvan che sa guardare all’essenziale senza perdere di realismo e profondità, che su quello grafico, se mai ci fosse bisogno di confermare ancora una volta il grande talento del sensei Taniguchi, anche nel confrontarsi con tavole interamente a colori.

Un’opera che a modesto avviso di chi scrive va affrontata senza lasciarsi condizionare dalle premesse contenute negli articoli che pure sono necessari per promuovere e conoscere questo titolo, dal momento che per poterne apprezzare in pieno le sfumature, bisogna lasciarsi trasportare dalla narrazione, che si svela pian piano nel progressivo e a volte durissimo confronto tra la visione che Capucine ha del mondo e di se stessa e la percezione che invece hanno maturato gli adulti.

L’intera storia è infatti narrata alternando a un punto d’osservazione esterno il punto di vista di questa bambina speciale, che legge il mondo con la sua particolare sensibilità, che vede le cose in modo forse diverso dagli altri, ma non per questo meno reale e “giusto”.

Con colori brillanti – reali e metaforici – viene pertanto resa sia la primavera atmosferica che quella di un’esistenza pura e innocente circondata da un complesso insieme di sentimenti difficili da districare. Un amore su cui grava troppo spesso l’ombra di vergogna, apprensione, incomprensione e rabbia, che pure arrivano a turbare Capucine e la sua serenità, finendo con il confondere l’unicità della bambina con la sua particolare condizione, unico elemento che sembra catturare l’attenzione di chi ha a che fare con lei, a scapito della ricchezza interiore e affettiva che la bambina può offrire agli altri.

A volersi dilettare con la classificazione di questo titolo, “Primavera” presenta nel complesso le caratteristiche tipiche del fumetto franco-belga, nel formato, nel gusto, nella narrazione, pur avvalendosi delle matite di un grande maestro della tradizione fumettistica nipponica. A una più attenta lettura, tuttavia, il risultato finale si dimostra piuttosto come un ibrido, che nel suo svolgersi rivela alcuni elementi che richiamano un certo modo di guardare ai possibili piani della realtà che è proprio delle produzioni dello Studio Ghibli, in un curioso gioco di richiami tra differenti scuole di narrazione per immagini (vedi anche il personaggio di Durududù che richiama molto il celebre Totoro) .

L’edizione curata da Rizzoli Lizard è impeccabile, per un albo cartonato analogo a quello generalmente impiegato nelle pubblicazioni francesi. Le traduzioni di Elisabetta Tramacere permettono inoltre di rendere al meglio il particolare modo di esprimersi di Capucine, restituendo quindi le sensazioni dell’originale.
Qualche perplessità invece circa la scelta di tradurre il titolo privandolo di quella connotazione personale data dall’aggettivo possessivo “mio”, che secondo chi scrive avrebbe invece dato una sfumatura più coerente con la struttura della storia, riportandola più giustamente alla dimensione della piccola protagonista. Il rapporto qualità prezzo è comunque proporzionato.

In conclusione “Primavera” è un’opera intensa, per molti versi unica nel suo genere, che necessita di diverse letture per poterne cogliere i molteplici aspetti non solo artistici e narrativi, ma anche psicologici e sociali. Una lettura che va affrontata con maturità e sensibilità, che merita il giusto respiro e uno spazio nella collezione di chi ama il buon fumetto in tutta la sua capacità di portare avanti un messaggio che va ben al di là della vicenda raccontata. Straordinario e commovente. Consigliato.

VOTO: 10

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