Aliens 6 | Recensione

Pubblicato il 4 Ottobre 2017 alle 10:00

Si conclude la maxi-serie Aliens: Defiance.

L’Europa compie un disastroso rientro nell’atmosfera terrestre ed un ancora più disastroso ammaraggio. Zula e Hollis si salvano guardando la scena dalla loro capsula di salvataggio: cosa ne sarà del letale carico della nave e quale sarà invece il loro destino dopo essere scampate all’orrore indicibile proveniente dallo spazio profondo?

Con un drastico cambio di scena Brian Wood ambienta gli ultimi due capitoli di Aliens: Defiance sulla Terra, scelta inusuale per la saga che da sempre trova il suo habitat naturale, e la sua ragione d’essere, nello spazio e negli angusti corridoio di ombrose navi spaziali.

La scelta è inizialmente spiazzante, l’autore infatti si concentra sul destino della protagonista Zula riducendo al minimo i dialoghi e aumentando invece le didascalie che servono ad esprimere i pensieri della protagonista da un lato rimessa in sesto non senza sofferenza e dall’altro destina a fronteggiare la corte marziale per i suoi atti con il governo terrestre e soprattutto contro la Weiland-Yutani.

E’ questo il perno su cui ruota l’albo in definitiva. In un tesissimo dialogo fra la marine ed i suoi superiori si esplica la differenza di vedute: Zula ha agito per il bene dell’umanità mentre il governo e la corporazione agiscono solo per il proprio tornaconto che potrebbe essere avventato e fatale per tutto il genere umano.

Wood, quasi tornando a quelle che erano le suggestioni dei primi episodi, a mostrare come l’incontro con lo xenomorfo abbia segnato la marine e come sia stato mortale per i suoi compagni: così come lo xenomorfo ha agitato in base a quello che sono i suoi istinti più forte – la sopravvivenza e la riproduzione – così ha fatto Zula contravvenendo ai suoi doveri e principi.

L’autore è inoltre abile nel trasferire quel senso di oppressione dai compartimenti stagni delle navi spaziali a quello di stanze di caserme ed infermerie.

Ma che fine hanno fatto lo xenomorfo e Davis-01? Zula deciderà così di ispezionare il relitto inabissato dell’Europa – idea che l’esercito aveva abbandonato – perpetrando così quella battaglia contro l’idea che dello xenomorfo se ne possa fare un’arma.

Eduardo Francisco illustra questi ultimi due capitoli. Il suo tratto è più attento a rendere realisticamente la protagonista Zula e tutta la trafila medica e militare che la attende anche perché sono davvero poche le scene d’azione e/o quelle con protagoniste lo xenomorfo. Con una costruzione della tavola semplice ed un rigore quasi fotografico quindi il disegnatore assolve al suo compito più che discretamente senza però avere la possibilità di dimostrare tutto il suo potenziale come invece hanno fatto i colleghi che l’hanno preceduto.

Il lavoro ai colori di Dan Jackson è sufficiente ma non brilla per inventiva come nei numeri precedenti forse frenato dall’ambientazione terrestre e sempre relegata a spazi chiusi.

Anche con questo sesto numero va sottolineata l’eccellente cura carto-tecnica di saldaPress che con 3 editoriali a disposizione riesce a fare il punto del passato e del futuro dello spillato e a realizzare un articolo di approfondimento sull’artista geniale e visionario H.R. Giger legato indissolubilmente alla saga di Alien, all’immaginario horror e geek con alcune curiosità di cui forse non tutti sono a conoscenza.

Promosso senza riserve questo spillato Aliens che ha proposto questa bella serie che ha sicuramente fatto felici i fan della saga ed i nuovi lettori. Vedremo se il sommario impostato nei prossimi mesi da saldaPress riuscirà a mantenere interessante il prodotto.

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