Evolutionary War Parte 1 | Recensione

Pubblicato il 26 Settembre 2017 alle 10:00

Panini Comics ripropone una celebre saga della Marvel: Evolutionary War! Cosa succede quando l’Alto Evoluzionario decide di occuparsi personalmente dell’evoluzione del genere umano? Nulla di piacevole come scoprirete in questo volume!

Marvel e DC realizzano da sempre saghe complesse e articolate che coinvolgono la totalità dei loro universi narrativi. In genere questi crossover hanno cadenza annuale o semestrale e si basano su una miniserie portante e innumerevoli tie-in. La Marvel ha però spesso utilizzato anche gli annual, i supplementi delle serie di maggior successo che, letti nella loro completezza, formano un’unica story-line che ovviamente coinvolge i vari personaggi.

Si tratta di un escamotage che tuttora ha il suo riscontro e Panini Comics ripropone una di queste maxisaghe: Evolutionary War, realizzata negli anni ottanta da alcuni degli autori allora più popolari della Casa delle Idee. Come è facile intuire dal titolo, è incentrata sull’inquietante figura dell’Alto Evoluzionario. Creato dai leggendari Lee e Kirby in un episodio di Thor, è uno scienziato dedito all’evoluzione del genere umano (o perlomeno a quella che lui considera evoluzione), impegnato in discutibili esperimenti.

Si deve a lui, per esempio, la creazione degli Aniuomini e nel corso degli anni è spesso stato al centro di molte storie, diventando uno dei character più importanti ma controversi della Marvel. I suoi metodi, infatti, non sono ortodossi e sovente è stato considerato un vero e proprio villain dai giustizieri in calzamaglia. In questo volume potrete leggere i primi sei capitoli della saga, originariamente pubblicati in supplementi estivi.

Tutto inizia con X-Factor Annual n. 1. Qui l’Alto Evoluzionario decide una volta per tutte di fare avanzare il genere umano ma si sente in dovere di eliminare quelle razze che, secondo il suo modo di vedere, non possono evolversi. Si concentra quindi sui vari popoli sotterranei del Marvel Universe e invia nel sottosuolo i letali Purificatori con il compito di eliminarli. Per una serie di ragioni sarà coinvolta la squadra X-Factor, composta dagli X-Men originali, ma sarà della partita anche il terribile Apocalisse, con esiti devastanti.

La storia è scritta da Louise Simonson che in quel periodo firmava X-Factor e New Mutants e scrive testi verbosi e ridondanti. Di fatto concepisce una vicenda basata su lotte prive di costrutto, per giunta assistita da Terry Shoemaker, disegnatore non eccelso che si mantiene sull’anonimo andante. Si procede poi con Punisher Annual n. 1. Il vigilante Frank Castle rimane dunque coinvolto nelle macchinazioni dell’Alto Evoluzionario, in un contesto quindi lontano dalle consuete atmosfere urbane che caratterizzano le sue avventure.

Mentre Frank è infatti impegnato a lottare contro El Caiman, si imbatte suo malgrado negli Eliminatori, altri sgherri dell’Alto Evoluzionario. Mike Baron, tutto sommato, scrive una buona storia, con testi e dialoghi curati, e i disegni ombrosi dell’ottimo Mark Texeira valorizzano lo script. Nel complesso, possiamo considerare questo capitolo come uno dei migliori di Evolutionary War.

Si procede con Silver Surfer Annual n. 1. La serie del Surfista d’Argento era scritta da Steve Englehart, responsabile di molte grandi opere fumettistiche degli anni settanta, ma che purtroppo con Norrin Radd realizzò una delle prove peggiori della sua carriera. L’episodio è noioso e presenta semplicemente una battaglia tra Silver Surfer e il Super Skrull, pure lui implicato negli intrighi dell’Alto Evoluzionario. L’unico elemento intrigante è dato dalla presenza degli Eterni, personaggi creati dal Re Kirby, ma i testi di Englehart sono davvero pessimi e i disegni legnosi e grezzi di Joe Staton non sollevano il livello della storia.

New Mutants Annual n. 1 è di nuovo firmato da Louise Simonson che non fa un lavoro migliore di quello dell’annual di X-Factor. Anche i Nuovi Mutanti dovranno vedersela con i Purificatori e pure in questa occasione abbiamo a che fare con una vicenda dai toni convenzionali e mainstream, illustrata da June Brigman, dallo stile plastico e gradevole.

Amazing Spider-Man Annual n. 22 vede invece la presenza del giovane Speedball. I testi sono di due veterani del Ragno, Tom De Falco e David Michelinie, che inseriscono Peter Parker e Robbie Baldwin nelle vicende della Guerra Evoluzionaria, con l’apparizione dei Purificatori, di Devil e di Kingpin. Il risultato complessivo è piacevole e divertente. L’episodio va segnalato pure per i disegni di Mark Bagley, qui in una delle sue primissime prova ragnesche, che in seguito sarebbe diventato acclamato penciler di Amazing Spider-Man.

Il volume si chiude con Fantastic Four Annual n. 21. La storia si colloca nel periodo in cui il team era formato dalla Cosa, la Torcia Umana, Crystal e Miss Marvel (non si tratta di Carol Danvers ma di Sharon Ventura, trasformatasi in una Cosa al femminile). Stiamo dunque parlando della run, ahimé, di Steve Englehart che con il Favoloso Quartetto fece qualcosa da porre sullo stesso basso livello del suo Silver Surfer.

In questa avventura, comunque, Crystal lascia la squadra e, oltre all’Alto Evoluzionario, Englehart inserisce gli Inumani, l’Osservatore e altri personaggi, senza però riuscire a coinvolgere più di tanto. Per giunta, il capitolo è illustrato da Kieron Dwyer, penciler dallo stile sgraziato e sgradevole. I restanti episodi di Evolutionary War appariranno in un volume successivo. Intanto, che giudizio dare su queste avventure?

E’ una proposta editoriale convenzionale con una story-line esile. Gli autori si limitano a usare numerosi personaggi con finalità esclusivamente commerciali e, da questo punto di vista, le continue apparizioni di vari supereroi e la mutevolezza delle ambientazioni rendono la lettura in ogni caso imprevedibile. Ma, a parte qualche sparuta eccezione, testi e disegni sono poca cosa. Se perciò cercate un fumetto scacciapensieri, Evolutionary War fa per voi.

Se volete la qualità, però, difficilmente la troverete.

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